Campi Flegrei

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I Campi Flegrei sono un territorio vulcanico situato nelle vicinanze della città di Napoli e del suo golfo.

Posizione[modifica | modifica sorgente]

I campi flegrei sono una grande area che si trova nel golfo di Pozzuoli. A ovest della città di Napoli i Campi flegrei comprendono Quarto, Giugliano in Campania, Bacoli e Monte di Procida. i campi flegrei comprendono i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano e Napoli. I primi tre comuni occupano i campi flegrei e Quarto si estende per gran parte nei campi flegrei. Il comune di Giugliano si estende invece nei campi flegrei e alla zona di Licola, compresa nel Lago Patria. Infine fa parte dei Campi flegrei flegrei la zona a ovest di Napoli, con Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Agnano, Terme, Pisani, le Isole Flegree di Ischia, Procida e Vivara.

Descrizione[modifica | modifica sorgente]

In greco "flégo" significa "brucio, ardo" e siccome quest'area è sempre stata interessata già nel passato da una intensa attività vulcanica, prende il nome di Campi Flegrei. Sono un vasto complesso vulcanico situato nella regione Campania, a pochi chilometri a ovest di Napoli, in Italia. La loro superficie si estende per circa 150 chilometri quadrati, e comprende una serie di crateri, caldere, coni di scorie e fumarole. Il complesso vulcanico è caratterizzato da una lunga storia di attività vulcanica, che risale a circa 39.000 anni fa. L'ultima grande eruzione si è verificata nel 1538, e da allora la zona è stata interessata da periodi di attività sismica e di emissione di gas vulcanici. L'area dei Campi Flegrei è stata classificata come supervulcano, il che significa che è in grado di produrre eruzioni di enorme portata, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per l'ambiente e per la popolazione. Tuttavia, al momento la zona è in uno stato di quiescenza, anche se periodicamente si verificano piccoli eventi sismici e deformazioni del terreno. La zona dei Campi Flegrei è di grande interesse scientifico, in quanto permette di studiare l'evoluzione dei supervulcani e dei loro effetti sull'ambiente e sulla società. Inoltre, la presenza di sorgenti termali e di fumarole attive rappresenta una risorsa per l'industria termale e geotermica. Tuttavia, la presenza di un supervulcano attivo rappresenta anche una minaccia per la popolazione locale e per le aree circostanti. Per questo motivo, sono stati sviluppati programmi di monitoraggio costante per prevenire e gestire eventuali eruzioni o altri eventi vulcanici. Inoltre, nel 2003 è stato istituito il Parco Regionale dei Campi Flegrei, con l'obiettivo di tutelare l'ambiente e la biodiversità della zona, promuovere la ricerca scientifica e lo sviluppo sostenibile delle attività economiche legate al turismo, all'agricoltura e alla geotermia. Questa vasta area comprende i Comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e Napoli, nonchè le isole di Procida con il suo isolotto Vivara, Ischia e Nisida.

Comuni flegrei[modifica | modifica sorgente]

Pozzuoli[modifica | modifica sorgente]

Puteoli è stato un insediamento greco e poi romano. Secondo Strabone, storico e geografo greco antico (64 a.C. – 24 d.C.), la colonia romana fu chiamata così a causa dei pozzi idrotermali (putei, i quali in diminutivo plurale diventano puteoli) che erano naturalmente disseminati per la particolare conformazione geologica dei luoghi. Da Puteoli poi è avvenuta una trasformazione linguistica del termine che ha mantenuto la radice comune dal latino al volgare divenendo così "Pozzuoli".

La cosiddetta "Montagna spaccata" costituisce una delle più grandiose testimonianze esistenti nei Campi Flegrei (a Pozzuoli) dell'ingegneria stradale romana. Essa è un profondo taglio realizzato a via Consolare Campana per trasportare risorse e ricchezze che arrivano al porto di Pozzuoli fino a Roma. Presenta una lunghezza di 290 metri, sui due lati furono costruite mura di sostegno con l' Opus Reticolatum e Vittatum.Nella parte centrale di tale muratura è visibile, in alto, l'accenno di una curvatura che fa pensare a ciò che resta di un arco destinato a sostenere la spinta laterale del terreno. Per la sua realizzazione furono rimossi almeno 220.000 metri cubi di terreno. La struttura ha resistito nel corso del tempo anche ai terremoti.

Quarto[modifica | modifica sorgente]

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Bacoli[modifica | modifica sorgente]

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Monte di Procida[modifica | modifica sorgente]

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Le isole flegree[modifica | modifica sorgente]

Procida[modifica | modifica sorgente]

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Vivara[modifica | modifica sorgente]

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Ischia[modifica | modifica sorgente]

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Nisida[modifica | modifica sorgente]

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Elenco dei vulcani e dei complessi vulcanici[modifica | modifica sorgente]

  • Monte Gauro
  • Monte Nuovo
  • Solfatara
  • Monte Epomeo
  • Lago d'Averno
  • Pisani
  • Capomiseno
  • Monte Sant'Angelo
  • Monte Barbaro
  • Astroni
  • Cigliano
  • Baia
  • Collina dei Camaldoli
  • Agnano
  • Campiglione

Storia[modifica | modifica sorgente]

Verso l`inizio dell`VIII secolo a. C. i colonizzatori provenienti dall`isola di Eubea si insediarono prima nell`isola di Ischia e Procida e poi approdarono a CUMA dove sorse la città su preesistenti insediamenti. Come gli altri stanziamenti lungo le coste dell`Italia meridionale e della Sicilia, Cuma rientra in quella politica di espansione greca dettata dalla necessità di aprire alla madrepatria nuovi sbocchi commerciali e demografici. Gli Etruschi, intanto, già dal IV° secolo a. C. avevano occupato Capua con la ferma intenzione di invadere Cuma e l`intero territorio flegreo. Lo scontro con gli Etruschi, ebbe luogo nelle due battaglie del 524 a.C. e del 544 a. C. , entrambe vittoriose per i cumani sotto la guida del tiranno Aristodemo. A difesa della città vi era l`esercito cumano, alla guida di Ippomedonte e Aristodemo. Aristodemo, dopo la battaglia, raccolse onori e glorie e salì al potere come Tribuno della gleba, una figura giuridica riconosciuta più tardi dal diritto romano come difensore del popolo davanti al senato. Dopo la caduta di Aristodemo gli Etruschi pensarono nuovamente ad occupare Cuma nel suo momento delicato di riassetto politico. Dal mare giunse la flotta siracusana che diede il via ad una delle più drammatiche e cruente battaglie navali della storia. La pressione etrusca rendeva indispensabile la fortificazione della costa: ecco uno dei motivi per cui Cuma concederà ai Sami di stanziarsi nella zona del golfo, fondandovi nel 320 a. C. la piccola Dicearchia (Pozzuoli). Entrata, ormai, nell`orbita romana, nel 180 a.C. , Cuma consacra la lingua latina negli atti ufficiali: la matrice greca si scolora nei suoi connotati politici ed istituzionali, fino a dissolversi in età augustea con la trasformazione della città in “municipium”. Nel 338 a. C. i due eserciti diedero vita alla leggendaria Battaglia del Gauro che vide l`esercito sannita sconfitto da quello romano. La fedeltà di Cuma a Roma si confermò in una ulteriore battaglia contro i Sanniti e Palepolitani sancita con la pace del 326 a. C. Quest`ultimo episodio contribuì, nel 318 a. C. , alla nomina e alla giurisdizione di Praefecti Capuam Cumas. Le guerre puniche disputatesi tra Roma e Cartagine, per il dominio e la supremazia del Mediterraneo occidentale, videro Cuma e la regione flegrea al centro dell`attenzione militare e politica di Roma. Nel 214 a. C. Annibale, tutt`altro che rassegnato, marciò su Pozzuoli attaccandola per tre giorni consecutivi ma ancora una volta ebbe la peggio. Nel 194 a. C. Roma volle ulteriormente potenziare la sua supremazia politica sul territorio flegreo fondando, la città di Puteoli che diventerà lo scalo marittimo più importante per i traffici commerciali con l`Oriente. Nella battaglia del 83 a. C. Mario ebbe la peggio e Silla salì al governo romano. Il suo, fu un regime dittatoriale che durò fino al 79 a. C. Silla morì nella sua residenza a Pozzuoli nel 71 a. C. Con Giulio Cesare finiva la Repubblica ed aveva inizio, per Roma e per la regione flegrea, una nuova era che avrebbe trasformato e reso famoso nel mondo la grandezza di una civiltà fondata con l`ingegno e genio costruttivo dell`uomo. Ottaviano si preparò allo scontro dividendo la sua flotta in due squadre di cui una comandata dal generale Agrippa. Nel primo scontro ebbe la meglio Pompeo che distrusse quasi completamente tutta la flotta navale di Ottaviano. Grandi furono gli onori tributati ad Ottaviano che, proprio in terra flegrea, esattamente al Porto Julius, fu proclamato Primo imperatore di Roma. Il suo governo contribuì notevolmente allo sviluppo dell`intera area flegrea trasformandola in una vera e propria residenza imperiale. Già porto militare di Cuma, Miseno divenne in età augustea la base della potente flotta navale sul Mar Tirreno la Classis Praetoria Misenatis che operò soltanto tra il 68 e 69 d. C. all`età di 76 anni e dopo 37 anni di successo politico alla guida dell`impero romano, Ottaviano moriva nella sua residenza di Nola.

Geologia[modifica | modifica sorgente]

Il bradisismo[modifica | modifica sorgente]

Il bradisismo è un fenomeno geologico caratterizzato da un lento movimento verticale del terreno, che può durare anni o decenni. Può essere causato da diverse ragioni, tra cui attività vulcanica, sismica o idrogeologica. In Italia, il bradisismo è un fenomeno comune in alcune zone costiere, come la costa campana e quella laziale. Ad esempio, nella zona del Golfo di Pozzuoli, in Campania, il bradisismo è stato oggetto di studio fin dal XVII secolo. Qui il terreno si sta abbassando da secoli, con movimenti che hanno raggiunto anche diversi metri di profondità. Il bradisismo può avere gravi conseguenze per le strutture edificate sulla zona interessata, che rischiano di subire danni anche significativi. Inoltre, la subsidenza del terreno può anche avere effetti negativi sull'ambiente circostante, come il restringimento delle spiagge o la salinizzazione delle acque sotterranee. In sintesi, il bradisismo è un fenomeno geologico che richiede un'attenta sorveglianza e un monitoraggio costante da parte degli esperti, al fine di prevenire eventuali rischi per la popolazione e l'ambiente.

I laghi[modifica | modifica sorgente]

Il Lago di Lucrino e gli allevamenti ittici: "lucrum"[modifica | modifica sorgente]

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Il Lago d'Averno e l'accesso all'Oltretomba[modifica | modifica sorgente]

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Il Lago di Fusaro e la Casina Vanvitelliana[modifica | modifica sorgente]

Casina Vanvitelliana con ponte.jpg

Il Lago di Miseno e la Flotta Navale Romana[modifica | modifica sorgente]

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Archeologia[modifica | modifica sorgente]

La Fescina di Quarto[modifica | modifica sorgente]

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La Villa del Torchio di Quarto[modifica | modifica sorgente]

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Il Mansio di Quarto: l'antica "area di servizio" romana[modifica | modifica sorgente]

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L'Anfiteatro Flavio di Pozzuoli[modifica | modifica sorgente]

L'anfiteatro Flavio è terzo per grandezza in Italia. È costruito su tre piani: ima, media, e summa cavea. Sul tetto dell'anfiteatro sono posti dei tendoni, che venivano usati in caso di pioggia. L'anfiteatro era diviso per piani di ricchezza, sul primo piano si trovavano i nobili, sul secondo i ricchi e sul terzo e ultimo i più poveri. Prima dell'anfiteatro Flavio era stato costruito un altro anfiteatro più piccolo, però per via dell'aumento della popolazione ne hanno costruito uno più grande. La parte dell'anfiteatro meglio conservata sono i sotterranei contenenti ascensori per trasportare le bestie e i gladiatori nell'arena e dei condotti per portare l'acqua all'arena per simulare i combattimenti navali. Nell'anfiteatro si eseguivano anche le condanne a morte, che consistevano nel dare impasto alle bestie feroci i condannati. È famosa quella di San Gennaro, in cui le bestie si sono inchinate al suo cospetto. Alla fine San Gennaro fu decapitato. Infatti nell'anfiteatro è presente una cappella chiamata carcere di San Gennaro.

Il Tempio di Serapide di Pozzuoli[modifica | modifica sorgente]

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Il Tempio di Serapide si trova a Pozzuoli ed è uno dei monumenti più noti dei Campi Flegrei. Tempo fa si pensava fosse un tempio perché al suo interno c'era la statua del Dio egizio Serapide (adesso conservata nel Museo Archeologico di Napoli), ma in realtà era il mercato pubblico della città romana, il MACELLUM. Il monumento è composto da un quadriportico, delle colonne con capitelli corinzi ornati da soggetti marini che simboleggiano il commercio marittimo. All'edificio si accedeva dal lato sud ovvero il lato del mare All'entrata si notavano tre nicchie dedicate ai protettori del mercato. Al centro del Macellum si trovava una costruzione circolare al cui interno c'era una fontana. Nel portico esterno si trovavano le botteghe appartenenti ai mercanti e quelle esterne erano abbellite da dipinti. Queste mura rappresentano il fenomeno del bradisismo dato che le colonne sono state ritrovate ad un livello inferiore rispetto a quello del mare.

Lo Stadio di Antonino Pio di Pozzuoli[modifica | modifica sorgente]

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Parco archeologico di Baia[modifica | modifica sorgente]

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Il Castello aragonese di Baia[modifica | modifica sorgente]

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La Piscina Mirabilis e le Cento Camerelle di Bacoli[modifica | modifica sorgente]

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Antro della Sibilla Cumana e Scavi di Cuma[modifica | modifica sorgente]

Panorama sull'isola di Ischia da Cuma.jpg

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La città sommersa[modifica | modifica sorgente]

Baia è una frazione di Bacoli ed è parte dei Campi Flegrei, è un antico cratere vulcanico, la parte ad oriente è sprofondata o erosa dal mare. Sul suo promontorio sorge il castello Aragonese costruito nel 1495. La fascia di terra intorno a Punta Epitaffio finì sotto il livello del mare a partire dal IV secolo d.C. causa del bradisismo, cioè di innalzamento e abbassamento del suolo. La leggenda narra che in questo posto fu sepolto il timoniere di Ulisse. Salendo a bordo di un battello dal fondo vetrato si può osservare resti di ville sommerse, colonne, mosaici, reperti archeologici, fauna marina e fenomeni vulcanici, è un museo subacqueo tra i più estesi del mondo scoperto nel 1956 dal comandante Raimondo Bucher.

LE TERME DI BAIA[modifica | modifica sorgente]

Mosaico delle terme.jpg

Gli scavi archeologici, iniziati poco meno di un secolo fa, si sono concentrati nello spazio compreso tre le tre grandi cupole che, da sempre, erano rimaste in vista, attorniate per lungo tempo solo da amene campagne coltivate che contornavano il piccolo borgo di pescatori in riva al mare. I templi di Diana, Venere e Mercurio in realtà templi non erano mai stati ma la loro imponenza e il loro aspetto apparentemente isolato aveva fatto pensare a edifici sacri, collegati a queste divinità solo per piccoli, o inesistenti, indizi trovati nelle decorazioni delle loro pareti. In realtà qualcosa di notevole c’era, in una in particolare di queste sale, quella di “Mercurio”: siamo di fronte infatti, a quanto oggi si conosce, del più antico esempio di copertura emisferica di ampie dimensioni realizzato in cementizio.

Veduta esterna.jpg

Gli studiosi hanno infatti datato questa sala al tempo di Augusto e vedono in essa quello spirito di sperimentazione che proprio a Baia si sviluppò grazie ad un materiale qui facilmente reperibile, la pozzolana. Ma al di là di questo aspetto, in tutte e tre le sale ci troviamo di fronte ai più importanti ambienti di tre diversi stabilimenti termali costruiti, a distanza di un secolo l’uno dall’altro, per sfruttare sempre più intensamente le risorse idrominerali del sottosuolo: oltre a grandi vasche per immersioni, numerosi sono i condotti scavati direttamente nel terreno per captare le risalita di vapori bollenti per riscaldare le saune.

Pianta di fico.jpg

La ricerca di queste fonti naturali di calore ci spiega in parte la disposizione disordinata di questi edifici, che tuttavia deriva anche da un altro fattore: prima di questi grandi impianti lo spazio era già stato occupato da grandi ville, costruite una a fianco all’altra già uno o due secoli prima. Le ville “dell’Ambulatio” e “della Sosandra”, avevano occupato la pendice, dal basso verso l’alto, con cinque o più livelli di ambienti distribuiti a ridosso del pendio, collegati fra loro da rampe o scalinate dipinte. Una distribuzione che permetteva un pieno godimento del paesaggio, aperto verso il Vesuvio, Sorrento e Capri soprattutto negli ambienti posti più in alto, ricchi di marmi e pitture, utilizzati come ampie e scenografiche sale da pranzo.

Più in basso, grandi cortili con altrettanto ricchi portici colonnati raggiungevano il mare, offrendo a chi vi arrivava con la barca una accoglienza che ricordava i palazzi ellenistici realizzati in oriente dagli eredi di Alessandro Magno. Non mancavano certo in questi complessi piccoli spazi termali, come le cosiddette “Stanze di Venere” o le “Piccole Terme”, realizzate per un numero ben più ristretto di frequentatori, ma dotate di tutti i confort e di una ricchissima decorazione, come ancora in parte si conserva. Va sottolineato tuttavia come, pur sviluppandosi su aree che superano i 10.000 metri2, questi complessi non rappresentano le lussuose ville marittime che l’élite senatoria, da Pompeo a Cesare, da Crasso Cicerone, preferì costruirsi su alture isolate vicine e di cui ci rimangono labilissime tracce.

Sequenza archi.jpg

Anche il palazzo imperiale tanto amato da Claudio, Caligola e soprattutto da Nerone, ma anche da imperatori più tardi come Alessandro Severo, doveva svilupparsi altrove, probabilmente a cavallo di Punta Epitaffio e forse in parte riconoscibile tra i resti conservati sotto il livello attuale del mare. È proprio l’inserimento dei grandi complessi termali di cui si è parlato all’inizio a dimostrarci come queste ville, dopo poco più di un secolo di occupazione come lussuose residenze, si trasformarono in qualcosa di diverso, forse in veri e propri alberghi al servizio dei frequentatori dei bagni

. Le iniziali divisioni di proprietà vennero a poco a poco annullate, creando nuovi percorsi e frammentando i precedenti vani più grandi e le trasformazioni si protrassero nel corso dei secoli, fino al medioevo con la creazione di veri e propri letti in muratura per bagni curativi, ignoti per tutto il periodo romano.

Il numero dei frequentatori tuttavia dovette pian piano ridursi fino al totale abbandono delle terme e delle sorgenti, che, a causa delle trasformazione nel sottosuolo, avevano probabilmente anche perso la loro antica energia naturale: non rimanevano che poche vestigia per i viaggiatori del Grand Tour, attratti tuttavia in questi luoghi dalle parole degli antichi che ancor oggi rianimano i silenziosi ambienti di questo sito.

Veduta del Golfo di Pozzuoli dalle Terme di Baia.jpg

Flora e fauna[modifica | modifica sorgente]

La composizione botanica dei Campi Flegrei è caratterizzata dal fenomeno di “inversione vegetazionale”, ovvero le piante che dovrebbero trovarsi alla fine del sentiero si trovano all’inizio. La foresta di Leccio e la Macchia Mediterranea si trovano sui bordi del cratere mentre all’interno del cratere più grande degli Astroni si trovano vari tipi di piante chiamate: la farnia, il rovere, l’olmo e i carpini. La vegetazione che si trova vicino ai fiumi è caratterizzata da: giunchi, carici, tife e salicone. I sentieri che circondano i Campi Flegrei sono ricoperti di: biancospino, ciclamino e orchidee selvatiche. Abbiamo anche altri tipi di fiori che si trovano nelle zone sempreverdi dei Campi Flegrei, come: il lentisco, il cisto e il mirto. Per quanto riguarda la fauna, sono presenti circa 130 specie di uccelli. Nei boschi abitano numerosi uccelli canori (che cantano) come: il pettirosso, il merlo. Abbiamo anche 3 specie di picchi: il più famoso è il picchio rosso. Per quanto riguarda i mammiferi, ne abbiamo di diversi tipi, tra cui la volpe e il porcospino, che risiedono i Parchi Naturali, come ad esempio il Cratere degli Astroni e il Monte Nuovo.

Il cratere degli Astroni[modifica | modifica sorgente]

Sono presenti circa 130 specie di uccelli; alcune nidificano nell`area, altre vi si stabiliscono solo in corrispondenza dei periodi migratori o durante la stagione fredda. Abitano il bosco numerosi uccelli canori quali la capinera, il pettirosso, il merlo, la cinciallegra e tre specie di picchi il più diffuso dei quali, il picchio rosso maggiore, è stato scelto come simbolo dell`Oasi. Ampia invece la popolazione di invertebrati dell`Oasi, soprattutto libellule e farfalle; su 55 specie di lepidotteri che popolano i Campi Flegrei, 38 sono state qui censite e, fra queste, due sono esclusive degli Astroni. Tra i mammiferi si annoverano: la volpe, la donnola e la faina. Sporadica presenza di lepri e conigli; questi ultimi sono presenti in maggior numero sull`isolotto di Nisida. Gli uccelli in migrazione trovano un luogo di sosta nella zona. Tra le specie annoveriamo: gheppio, lodolaio, rigogolo, cormorano, svasso, moretta tabaccata, beccaccia, torcicollo. Si sottolinea la nidificazione del porciglione (unica località per la provincia di Napoli) e del falco pellegrino. Uno dei punti di avvistamento dei rapaci è situato sulla terrazza panoramica dell'eremo dei Camaldoli situata all'apice dell'omonima collina. Grazie al clima mediterraneo il parco offre una innumerevole vastità di specie che possono essere divise a seconda del luogo specifico. Non mancano zone di macchia che ospitano specie sempreverdi quali il mirto, il lentisco, il cisto, l'erica, il leccio e il corbezzolo. Sulle coste sabbiose sono presenti specie botaniche come le alofite, adatte al clima ventoso. Non si direbbe, ma soprattutto grazie al vulcanesimo (in particolar modo grazie a quello relativo a Roccamonfina e a quello dei Campi Flegrei) oggi abbiamo un suolo estremamente ricco e favorevole alla coltivazione e al ricco sviluppo della vegetazione.

Oasi naturalistica del Monte Nuovo[modifica | modifica sorgente]

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Miti e leggende[modifica | modifica sorgente]

Quando San Gennaro perse il naso[modifica | modifica sorgente]

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Gli Inferi sono qui![modifica | modifica sorgente]

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Sibilla[modifica | modifica sorgente]

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Il delfino Simone[modifica | modifica sorgente]

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Storie di gladiatori e dei ludi[modifica | modifica sorgente]

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Prodotti tipici[modifica | modifica sorgente]

Grazie al vulcanesimo oggi abbiamo un suolo estremamente ricco e favorevole. Abbiamo due prodotti tipici dei Campi Flegrei sono quelli ittici e quelli terreni. I primi impianti documentati per l`allevamento dei molluschi furono quelli di Sergio Orata e di Lucullo, durante la fine della repubblica romana e l`inizio dell`Impero. I Campi Flegrei vantano una tradizione più che millenaria nell`allevamento di questi è la Cicerchia o Cicercula, un legume particolare vagamente simile ai ceci, già apprezzato e coltivato ai tempi dei romani, piantato tra gennaio e febbraio e raccolto a fine luglio. La Fava dei Campi Flegrei Vuttulana, sempre di antichissima tradizione, questo legume è forse quello più coltivato, apprezzato e conosciuto nei Campi Flegrei. Il Limone di Procida, una varietà molto particolare della cultivar “femminello ovale” che, reclusa all`habitat isolano, si è evoluta traendo ricchezza da suolo fertile, regalando frutti di pezzatura notevole ed un sapore molto dolce, rendendolo particolarmente apprezzato nella preparazione di liquori e limoncello. La sua raffigurazione nei dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano e in particolare nella Casa dei Cervi, testimonia l`antichissima legame dell`Annurca con il mondo romano e la Campania Felix in particolare. Oggi possiede il bollino; I vini sono probabilmente uno dei più apprezzati ed esportati prodotti flegrei. I vitigni della zona flegrea esistono da centinaia d`anni; portando alla luce le sue antiche origini, nei dintorni del lago d`Averno. Famosi sono i vini Falanghina e Per 'e Palumm. Anche la zona più interna, come Quarto, è famosa per un suo prodotto tipico: la mela annurca.

La cucina "stellata"[modifica | modifica sorgente]

La chef Marianna Vitale[modifica | modifica sorgente]

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I santi che hanno un legame con il territorio[modifica | modifica sorgente]

  • San Procolo
  • San Gennaro
  • San Paolo

Attori flegrei[modifica | modifica sorgente]

Artisti, cantautori e musicisti flegrei[modifica | modifica sorgente]

La STREET ART di Jorit: Maradona (Quarto), La Sibilla Cumana (Bacoli) e San Gennaro (Forcella - Napoli)[modifica | modifica sorgente]

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Spostarsi nei Campi Flegrei[modifica | modifica sorgente]

La Metropolitana[modifica | modifica sorgente]

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La Circumflegrea[modifica | modifica sorgente]

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I traghetti per le Isole[modifica | modifica sorgente]

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Note[modifica | modifica sorgente]

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Siti consultati[modifica | modifica sorgente]

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]