Forte d'Ampola

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Forte d'ampola

Il forte d'Ampola era una fortezza al centro della val d'Ampola, il suo compito era quello di fare da dogana tra lo stato italiano e quello austriaco. Il forte era di prima generazione: una Tagliata, cioè un punto di sbarramento fortificato per non far passare le fanterie e le cavallerie avversarie.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Pochi giorni prima della Battaglia di Bezzecca, il 16 luglio 1866 fu deciso di bombardare il forte la mattina del giorno dopo. L'artiglieria italiana distrusse le coperture del forte, ma un colpo di cannone partito dal forte colpì in pieno il Tenente d'artiglieria Alassia e ferì 15 Garibaldini. Nel pomeriggio gli austriaci diedero bandiera bianca, ma a condizione di potersene andare portando via tutto quello che c'era nel forte, ma Garibaldi non accettò e fece continuare il bombardamento. Nel pomeriggio del 18 gli austriaci chiesero ancora resa con le stesse richieste del giorno prima, ma Garibaldi nuovamente non accettò, voleva loro come prigionieri. Alle 3 del pomeriggio del 19 gli austriaci si arresero alle condizioni di Garibaldi. Quel giorno i garibaldini presero come prigionieri 178 austriaci. Così tanti prigionieri i garibaldini non li avevano mai fatti, né li faranno nelle battaglie successive. I prigionieri e i feriti vennero portati nella chiesa di S. Andrea a Storo. A confronto di altri, i Garibaldini trattarono i prigionieri molto bene, ed i 4 ufficiali austriaci vennero invitati a cena. In quella battaglia i Garibaldini ebbero 2 morti e 31 feriti, gli austriaci invece ebbero 1 morto, 25 feriti e 178 prigionieri. Il forte quando tornò sotto il comando austriaco, non venne più ricostruito perché tutti per sfuggire alla dogana usavano i passi montani.