Effetto termoionico

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Quando un metallo (ma anche in generale un materiale conduttore di elettricità) viene riscaldato a temperatura sufficientemente elevata, tipicamente oltre 800°C, l'agitazione termica dei suoi atomi è sufficientemente forte da espellere alcuni elettroni. Questi elettroni, in assenza di un campo elettrico che li allontani rimangono nelle immediate vicinanze della superficie del metallo (nube elettronica) perché attratti dal metallo stesso che, a seguito della perdita di quegli elettroni, è diventato positivo (cariche elettriche di segno opposto si attraggono).

Il fenomeno è detto effetto termoionico (in inglese thermionic effect, pronuncia termionic efect) venne scoperto nella metà del 1800 ma fu solo una trentina di anni dopo che Thomas Edison studiò approfonditamente il fenomeno che all'epoca fu detto "effetto Edison".

L'utilizzo di materiali speciali (in particolare il Torio) permette di massimizzare il fenomeno e di abbassare la temperatura necessaria.

Il fenomeno permise di realizzare nel 1904 la prima valvola termoionica.