Cupramontana

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Cupramontana è un comune del centro Italia della provincia di Ancona, nelle Marche.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Cupramontana è stata fondata probabilmente nei secc. VI-V a.C.

Questo paese ebbe il nome da un tempio che vi sorgeva, dedicato alla Dea Cupra, la dea della fertilità e della bellezza. Alcune fonti storiche collocano Cupramontana tra le antiche città del Piceno e in età augustea fu un importante municipio romano.

Devastata durante la guerra greco-gotica, fu abbandonata nell’alto medioevo e le sue rovine vennero utilizzate in seguito per la costruzione di un posto fortificato, poi castello, che sorse a poca distanza dall’ubicazione romana in un luogo più elevato, dove nel periodo longobardo venne dato il nome di Massaccio.

Nel corso del XV secolo a Massaccio si stabilirono alcuni elementi appartenenti al gruppo dei Fraticelli, mentre alla fine del Settecento, con le campagne napoleoniche il paese si trovò a resistere alle aggressioni delle truppe francesi.

Solo con l’Unità d’Italia, venne autorizzato il ritorno all’antico nome di Cupramontana che conserva ancora oggi.

Geografia[modifica | modifica sorgente]

La sua altitudine è di 505 m, la sua superficie è di 27,4 Km2, a sud confina con i territori della provincia di Macerata.

Popolazione[modifica | modifica sorgente]

Attualmente la popolazione di Cupramontana è di 4352, ma negli ultimi due decenni sta subendo un calo demografico che si è accentuato a partire dal 2010.

La sua densità è di 158,83 ab/Km2.

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica sorgente]

Chiesa di S. Leonardo[modifica | modifica sorgente]

Nel cuore della piazzetta (Piazza IV Novembre), si trova la chiesa di San Leonardo. Fu edificata dal 1755 al 1760 su  disegno dell’architetto Cristoforo Moriconi di Monte San Vito; sorge sul luogo della preesistente chiesa, dedicata al monaco Leonardo. Questa struttura però fu restaurata nel corso dei secoli; tra cui quella del 1517 dovuta al saccheggio operato dalle truppe di Francesco Maria della Rovere. Ci sono diverse decorazioni all’esterno della chiesa come ad esempio due timpani, da 2 ordini sovrapposti ( nel superiore si apre l’ampia finestra che illumina l’interno, mentre nell’inferiore è collocato il semplice portale incorniciato in marmo bianco) e da quattro statue (la statua di San Eleuterio, San Leonardo, Sant’Andrea d’Avellino ed infine Santa Maria). Nel 1675 la chiesa venne elevata alla dignità di "Collegiata"; circa 200 anni più tardi la collegiata venne soppressa e l’ultimo canonico morì nel 1896.La facciata, in conci di pietra squadrati, è costituita da due ordini sovrapposti,è neoclassica. La copertura è con volta a botte. Il presbiterio rialzato con un solo gradino termina con un’ampia abside. Proporzione e semplicità, armonia ed eleganza sono gli elementi che caratterizzano lo stile architettonico di questo edificio sacro. Nella tela del primo altare di destra appare assai suggestiva per la profondità del colore e la pastosità tonale, ma anche per la tenerezza che caratterizza le figure. È stata realizzata nel 1615 dal pittore Antonino Sarti di Jesi e rappresenta la circoncisione. L’opera del secondo altare di destra, è stata realizzata nel 1492 dal pittore Marcantonio di Andrea di Jesi e rappresenta il classico tema della Madonna in trono con Gesù ed è chiamata Madonna della Colonna. L’opera è bellissima perché fonde insieme monumentalità, nella massa plastica e voluminosa dei panneggi, e dolcezza, nella tenerezza materna del volto e delle mani della Madonna. Il dipinto fu un dono di Monsignor Tommaso Ghislieri vescovo di Jesi (1468 / 1505), come attesta lo stemma della sua famiglia presente in alto sulla tela.

Chiesa di San Lorenzo[modifica | modifica sorgente]

La chiesa di S. Lorenzo Martire in Cupramontana è stata costruita da Mattia Capponi. All’architetto, nella seconda metà del 1700, i Padri Camaldolesi commissionarono, non solamente questo sacro edificio, ma il riordino dell’intero loro monastero.

La chiesa si presenta a navata unica con quattro altari laterali, semplicemente decorati ed appena infossati alle pareti. Il presbiterio, rialzato da un semplice gradino e senza balaustra, come nei canoni delle chiese abbaziali, è ampio e proporzionato; a destra ed a sinistra, in alto, su due balconi, trovano alloggio l’organo e la cantoria.

Le colonne danno la sensazione di essere in un tempio greco-romano grazie ai capitelli corinzi e mentre a dare il senso della spazialità se ne incarica la tenue tinta color del cielo; la luminosità dell’intero vano e il rilievo a tutti gli elementi architettonici sono garantiti dai numerosi finestroni.

Il catino absidale maestoso e mosso da decorazioni floreali stilizzate e da un gruppo di angioletti e putti che reggono la croce, catturano l’attenzione del visitatore dandogli, all’istante, il senso del sacro e del mistico.

La chiesa venne inaugurata il 23 dicembre 1787.

La cappellina della Madonna di Lourdes[modifica | modifica sorgente]

Particolare rilievo nel senso religioso dei cuprensi è la Cappella della Madonna di Lourdes (immediatamente sulla sinistra di chi entra). Sopra l’ altare di questo suggestivo ambiente (ricavato da Mons. Ulderico Fazi da uno dei vani della sacrestia) vi è stata riprodotta la grotta delle apparizioni di Lourdes; lì davanti sostano in continuazione persone in raccoglimento ed in preghiera.

La tela dell’altare maggiore della Chiesa[modifica | modifica sorgente]

La grande tela che troneggia sopra l’ altare maggiore non poteva non raffigurare il martirio di S. Lorenzo, è stata dipinta dall’anconetano Francesco Appiani nel 1780.

Il pittore ritrae il santo Martire seminudo, disteso sulla graticola e circondato dai suoi carnefici mentre il suo sguardo è rivolto in alto da dove gli appaiono tre angeli recanti la Corona del martirio.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia[modifica | modifica sorgente]

La chiesa è situata lungo via Roma e si sviluppa su una superficie di circa mq 146.

Ha una struttura portante in muratura di mattoni e pietra e una semplice facciata in mattoni a vista, con i tipici elementi settecenteschi, che sono però resi in maniera troppo sintetica e quindi lontani dalla ricchezza decorativa delle altre chiese presenti nel paese.

Santa Caterina[modifica | modifica sorgente]

La chiesa, nota agli abitanti del luogo come "chiesa delle Suore", si trova all’interno di un convento, un complesso ben curato e sito nei pressi delle chiese parrocchiali di Cupramontana.

L’edificio attuale è completamente in laterizio; il fronte di accesso è un rettangolo articolato in modo tale da avere un raffinato profilo concavo, convesso e concavo.

Escluso il portale di accesso, l’apparato decorativo della facciata si limita a paraste accennate dalla muratura che, evidentemente, avrebbe dovuto essere completata. Alla sommità dell’edificio si erge il tiburio poligonale che contiene la cupola di forma ellittica.

A differenza della facciata, incompleta, il tiburio è terminato ed è caratterizzato da un’ampia finestra su ogni lato e lesene addossate agli spigoli, per poi raccordarsi al cornicione. Le lesene rafforzano l’immagine del tiburio identificandolo in una torretta.

Feste e tradizioni[modifica | modifica sorgente]

Altre strutture[modifica | modifica sorgente]

MIG[modifica | modifica sorgente]

Si tratta di un complesso museale situato nelle cantine dell'ex monastero di S. Caterina che racconta principalmente la storia e le tradizioni legate al Verdicchio. Dopo una bella e attenta opera di

ristrutturazione, questo spazio è ora il MIG – Musei in Grotta, un complesso museale in cui è davvero possibile immergersi nella tradizione, nella storia, nell'enogastronomia del piccolo comune di Cupra Montana. Il clou dei Musei in Grotta è il Museo dell'etichetta: una collezione unica di etichette di vino provenienti da tutto il mondo (letteralmente, la mostra è suddivisa per continenti). Ci sono solo poche altre collezioni come questa nel mondo, ma sono tutte private, mentre questa è accessibile al pubblico quasi tutti i giorni. Il signor Rossi fu il primo ad iniziare a staccare le etichette dei vini e a collezionarle;

ben presto ha iniziato a ricevere etichette da tutto il mondo, anche senza l'aiuto di Internet! Dal 1987 è divenuta pubblica l'intera grande collezione, ospitata prima a Palazzo Leoni fino al 2016, successivamente trasferita al MIG. Le etichette vengono esposte in ordine cronologico partendo dalle più antiche (che riportavano solo il nome del vino) per poi proseguire con un viaggio intorno al mondo. Sarai sorpreso di sapere in quanti paesi le persone producono il vino!