Cesare Battisti

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Cesare Battisti

Cesare Battisti-crop.jpg
Irredentista Cesare Battisti

Nome
Cognome
Sesso
Luogo di nascita
Data di nascita
Luogo di morte
Data di morte
Attività
Cesare Luigi Giuseppe Maria
Battisti
M
Trento
4 febbraio 1875
Trento
12 luglio 1916
geografo, giornalista
politico socialista e famoso irredentista trentino
Cesare Battisti sulla forcella del Montozzo con l'uniforme degli Alpini nel 1915

Cesare Battisti è stato patriota, giornalista, politico socialista e irredentista italiano. Lo ricordiamo in Trentino perché fu un famoso irredentista italiano e lottò tutta la vita per far ottenere al Trentino l’ammissione all’Italia e l’autonomia amministrativa dall’impero austriaco. Insieme ad Alcide Degasperi fu il politico più importante nei primi del ‘900. In Italia è considerato un eroe nazionale e a lui sono dedicati monumenti, piazze e vie in tutto il paese.

Maŭzoleo de Cesare Battisti, 2

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Vita giovanile fino ai vent'anni[modifica | modifica sorgente]

Il suo vero nome è Cesare Luigi Giuseppe Maria Battisti e nacque il 4 febbraio 1875 a Trento, ultimo di otto fratelli in una famiglia borghese. A quel tempo quella provincia faceva parte dell’impero austro-ungarico. Il padre Cesare era un commerciante del capoluogo e la madre, Maria Teresa de Fogolari-Toldo era roveretana. Nel 1890, poco dopo la morte del padre, si iscrisse all’Imperial Regio Ginnasio a Trento (poi liceo classico Prati) ed iniziò ad interessarsi della vita cittadina pubblicando clandestinamente un piccolo giornale scolastico scritto con i compagni di liceo nell’anno 1891-92. Tre anni dopo, per assecondare la madre, si spostò a Graz per frequentare le lezioni della locale Università alla Facoltà di Giurisprudenza, dove si legò ad un gruppo di studenti tra cui il socialista roveretano Antonio Piscel con il quale conservò a lungo legami di amicizia. Con questi fondò nel 1894 un’associazione di stampo socialista la “Società degli studenti trentini”, che si interessò anche della questione femminile.

Rifugio Cesare Battisti 02

Attività politica ai tempi dell'università[modifica | modifica sorgente]

Nel 1893 decise di abbandonare l’Austria-Ungheria e trasferirsi a Firenze, dove nel 1898 si laureò in geografia alla facoltà di lettere di Firenze con una importante tesi sulla geografia trentina. Il titolo della tesi fu “Il Trentino: saggio di geografia fisica e di antropogeografia. Poi proseguì gli studi umanistici a Torino, città in cui il fermento socialista stava muovendo i primi passi. Tra i protagonisti di questa stagione socialista torinese ci fu anche Edmondo De Amicis, militante sin dal 1890. Si occupò di studi geografici e naturalistici e pubblicò alcuni volumi su lettori trenino, ma abbandonò presso l’idea dell’insegnamento perché le lauree italiane non erano riconosciute valide sul territorio austriaco. Fin da giovanissimo si dedicò alla vita politica seguendo le orme dello zio materno, Don Luigi Fogolari, sostenne presto gli ideali patriottici dell’ irredentismo risorgimentale italiano e del socialismo.

Monumento a Cesare Battisti e fiori Via del Castello Brescia

Attività politica prima dello scoppio del conflitto mondiale[modifica | modifica sorgente]

Nel 1911 venne eletto deputato socialista nel parlamento di Vienna e, tre anni più tardi in quello tirolese di Innsbruck, dove si impegnò e si batté per aprire l’università bilingue tedesco italiano. Venne nominato Direttore dei giornalisti socialisti di Trento; uno dei giornali dell’epoca è stato “L’avvenire del lavoratore”. La sua carriera però durò poco, in quanto lo scoppio della grande guerra lo spinse a lasciare l’Impero e a trasferirsi in Italia.

Monumento a Cesare Battisti, Riva del Garda

Vita privata[modifica | modifica sorgente]

Nel 1895 conobbe Ernesta Bittanti a Firenze. L'8 agosto 1899, si sposarono civilmente a Palazzo Vecchio (Firenze). A seguire il matrimonio si trasferirono a Trento. Ebbero tre figli: Luigi (1901-1946), Livia (1907-1978) e Camillo (1910-1982)

Prima guerra mondiale[modifica | modifica sorgente]

Nel 1914, lo scoppio delle prime guerra mondiale, fu un convinto sostenitore dell’ingresso in guerra del Regno d’Italia contro gli imperi centrali, ingresso che avverrà solo nel 1915. Fece numerosi discorsi nelle piazze principali di molte città italiane per sostenere la necessità di liberare i territori di Trento e Trieste.

Trento - Casa Gerloni - Targa a Cesare Battisti

Cesare Battisti, irredentista volontario degli alpini[modifica | modifica sorgente]

Si arruolò volontario come tenente nel Corpo degli Alpini del Regio Esercito nel battaglione Edolo, assumendo un ruolo fondamentale come guida nella zona del Monte Baldo, sul passo del Tonale, sul massiccio del Pasubio e infine nella zona di Rovereto. Fu coinvolto nella Strafexpedition e successivamente nella controffensiva italiana.

Rovereto - Palazzo in Piazza Cesare Battisti (2)

Cesare Battisti, catturato e giustiziato[modifica | modifica sorgente]

Si dimostrò un coraggioso combattente e ottenne medaglie di riconoscimento e una promozione a tenente. Venne catturato il 10 luglio del 1916 sul monte Corno di Vallarsa dalla milizia imperiale austriaca insieme a Fabio Filzi. Vennero entrambi processati e giustiziati per impiccagione per alto tradimento nella fossa della Cervara del castello del Buonconsiglio di Trento. Cesare morì il 12 luglio alle 19.14, subito dopo morì anche Fabio Filzi alle 19.37. Le sue ultime parole furono “Viva Trento italiana, viva l’Italia”. Oggi la salma riposa nel mausoleo Doss Trento che sovrasta la città di Trento.

Monumenti a lui dedicati[modifica | modifica sorgente]

La sua dedizione alla causa dell'indipendenza e la lotta per la libertà del Trentino lo rendono simbolo di coraggio e determinazione. La memoria di Cesare Battisti vide ancora oggi attraverso monumenti, strade e istituzioni che portano il suo nome:

  • mausoleo del Doss Trento, dedicato a lui
  • rifugio Cesare Battisti in Vallarsa
  • monumento a Brescia
  • monumento a Riva del Garda (TN)
  • targa della casa natale di Cesare Battisti
  • piazza dedicata a Cesare Battisti a Rovereto (TN)



Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

"Cesare Battisti. Il Tirolo tradito. Un percorso nella storia di questa nostra terra." Autore Giuseppe Matuella. Casa editrice Publistampa

Sitografia[modifica | modifica sorgente]