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I Piceni o Picenti erano una popolazione italica che dal IX al III secolo a.C. si stabilì nel territorio compreso tra i fiumi Foglia e Aterno. Il territorio piceno comprendeva tutte le odierne Marche e la parte settentrionale dell'Abruzzo. Il popolo Piceno si diffuse nel versante adriatico guidati dai poteri sovrannaturali che attribuivano al totem del picchio. Per questo motivo, come stemma delle Marche, fu scelto il picchio verde.

Storia[modifica | modifica sorgente]

I Piceni erano una delle popolazioni italiche che abitavano l’area del Piceno insieme ai Pretuzi e ai Liburni. Questo popolo si stabilì nelle odierne Marche, che all'epoca comprendevano un’area sacra e lì costruirono un tempio alla dea Cupra. I Piceni non vivevano in grandi gruppi, ma in famiglie e tribù. Facevano molti scambi commerciali, sia marittimi, sia con alcune popolazioni adriatiche. Nel 299 a.C. si allearono con i Romani, con i quali però ebbero un conflitto vari anni dopo. Dopo due anni di guerra le popolazioni picene vennero sconfitte e deportate in Campania. I Romani insieme ai Piceni sconfissero varie popolazioni come ad esempio gli Umbri, infatti, dopo la seconda metà del III secolo a.C. i Romani erano i padroni dell’intera regione.

Religione[modifica | modifica sorgente]

La religione dei Piceni non è stata del tutto ancora ricostruita a causa della mancanza di testimonianze. È stato ipotizzato che fra i Piceni ci fosse una scarsa distinzione fra la dimensione religiosa e quella non religiosa. Fra i reperti piceni, si trova con particolare frequenza la raffigurazione di piccole anatre stilizzate, le quali ricordano la tradizione religiosa anatolica e danubiana. Il significato di queste rappresentazioni è raffigurare l'anima del defunto. Seppure in gran parte non siano state tuttora identificate, un'eccezione è rappresentata dalla dea Cupra. Le divinità dei Piceni erano collegate al mondo della pastorizia, dell'allevamento e della guerra.

Economia[modifica | modifica sorgente]

La posizione degli insediamenti piceni in valli fertili lascia intuire che fra i Piceni  l'agricoltura fosse molto sviluppata. La produzione agricola, in generale, era molto diffusa. Anche il commercio aveva un ruolo importante nell'economia picena: gli scambi principali avvenivano con le popolazioni abitanti nel versante tirrenico, con i popoli orientali del Mar Mediterraneo e con gli abitanti sulla sponda opposta dell'Adriatico. La testimonianza più importante relativa al commercio marittimo piceno è la Stele di Novilara in cui è incisa un'imbarcazione che trasporta merci, protetta da navi militari, mentre viene attaccata.

Lingua[modifica | modifica sorgente]

I Piceni parlavano una lingua italica molto collegata alla lingua umbra. L'alfabeto sud-piceno è stato decifrato integralmente solo negli ultimi decenni. Si registra in questo alfabeto una tendenza all'uso di punti.

Curiosità[modifica | modifica sorgente]

La primavera sacra che, secondo la tradizione diede origine al popolo piceno, è alla base dell'attuale stemma delle Marche. Quando infatti, tra gli anni settanta e gli anni novanta del Novecento, ogni regione italiana si trovò a decidere un simbolo per il proprio stemma, la regione Marche scelse l'immagine del totem del picchio che guidò la migrazione. Con questa scelta la regione identificò le proprie radici nella cultura picena che in effetti fu quella che diede una identità comune a tutto il territorio regionale, da nord a sud. Rispetto alle precedenti culture diffuse nelle Marche nell'Età del Bronzo, che interessarono ampi territori italiani, quella picena ebbe infatti come fulcro l'attuale territorio regionale.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]