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Luigi Pirandello è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento italiano. Narratore e drammaturgo, nel 1934 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, in particolare "per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e teatrale”.
Biografia[modifica | modifica sorgente]
Pirandello nasce nel 1867 a Girgenti, oggi Agrigento, in una famiglia benestante. Compie gli studi universitari in Germania, laureandosi in filologia a Bonn nel 1891. Si trasferisce a Roma dove insegna presso l'Istituto superiore di Magistero. Nel 1902 si sposa con Maria Antonietta Portulano con cui avrà tre figli. Negli anni successivi la condizione economica familiare ha un tracollo e le condizioni di salute mentale della moglie iniziano a degradarsi. La malattia mentale segnerà la vita di Pirandello e diventerà uno dei temi fondamentali della sua opera.
Le opere[modifica | modifica sorgente]
Pirandello scrive testi in prosa (romanzi e novelle) e testi teatrali. Tra i romanzi spiccano Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno, centomila. La raccolta Novelle per un anno comprende gran parte della sua produzione novellistica; tra queste si ricordano L'uomo dal fiore in bocca, La giara e La patente. I testi teatrali di maggior rilievo sono Sei personaggi in cerca di autore e Enrico IV.
Temi, poetica e stile[modifica | modifica sorgente]
I principali temi presenti nelle sue opere sono la follia, i rapporti umani e sociali, il rapporto tra realtà e apparenze, il "metateatro", ovvero il "teatro dentro al teatro". Il suo approccio al testo teatrale è spesso innovativo e sperimentale, vicino alla drammaturgia nordeuropea. Lo stile delle sue opere è semplice e moderno.