Palio della Gru

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PALIO DELLA GRU[modifica | modifica sorgente]

Il Palio della Gru è una manifestazione storico-sportiva che si svolge in Piemonte, precisamente a Grugliasco, in provincia di Torino; la stessa è organizzata dalla Cojtà Grugliaschese e consiste in una gara tra carri trainati da persone, per rievocare la liberazione dalla peste del 1599. Ogni carro rappresenta un quartiere della città e il vincitore riceve un premio, che può consistere in un quadro o in prodotti alimentari.

Il Palio della Gru si svolge la prima domenica del mese di Giugno dal 1984 per ricordare il voto e la devozione dei cittadini grugliaschesi a San Rocco, che ricorre anche il 31 Gennaio.[1][2]

ORIGINI DEL PALIO DELLA GRU E STORIA DEL NOME[modifica | modifica sorgente]

Le origini del nome[modifica | modifica sorgente]

Il Palio della gru è strettamente connesso alla storia del comune di Grugliasco, il cui nome, secondo una credenza popolare, ha origine dalle gru cenerine, volatili che durante i periodi delle loro migrazioni avrebbero attraversato il territorio comunale per fermarsi nella città a riposare.

Diversi studi, in realtà, dimostrano che questa specie di gru vive a temperature molto più rigide di quelle presenti a Grugliasco, nello specifico le gru europee nidificano in zone paludose, mentre Grugliasco ha un suolo sabbioso e sassoso.

Ad ogni modo, l’effigie di questo grande volatile (gru cenerina) viene riportata sullo stemma della città dalla comunità grugliaschese  già dal 1613 anno in cui l’animale viene scelto come simbolo araldico.

Storia del palio[modifica | modifica sorgente]

Nella storia del comune di Grugliasco viene ricordata la peste del 1599.  In quel periodo gli unici rimedi sono legati alle credenze popolari e vengono seguiti da tutta la popolazione, che si affida anche alla fede religiosa, mostrando una totale dedizione al proprio credo, ancor più se si considera che la causa della peste è per molti legata ai peccati “che muovano il giusto sdegno, et ira di dio”. Fu per questo che, nel 1599, la popolazione di Grugliasco fece un voto a San Rocco, Terziario Francescano protettore della peste, affinché intercedesse verso Dio per porre fine all’ epidemia.

Dalla sua nascita, il Palio della Gru ha subito alcune trasformazioni, poiché la comunità grugliaschese ha selezionato man mano negli anni le attività capaci di ricostruire  con rigore storico le tradizioni, i personaggi e le vicende locali dei secoli che vanno dal Medioevo all’800. In passato, anche la Città Metropolitana di Torino ha concesso il suo patrocinio al Palio grugliaschese, che da sempre ha richiamato un pubblico proveniente anche da paesi e città vicine.

La manifestazione vuole rievocare l'entusiasmo per la conclusione dell’epidemia di peste sopraggiunta alla fine del 1500; dopo tanta morte e desolazione, coloro che avevano avuto il compito di raccogliere i cadaveri, i monatti, per festeggiare la fine della peste, decisero di fare un “gioco”, una gara tra i borghi di Grugliasco, utilizzando proprio quei carri, ripuliti e abbelliti per l’occasione, che erano stati utilizzati per il loro mestiere.

La scelta di effettuare una corsa con i carri trova anch’essa fondamento nella storia. Era infatti abitudine in Grugliasco, nei giorni di carnevale, che alcuni carri percorressero le vie del paese trainati dai buoi. La gente poteva salirci sopra e in quel momento si trovava in una “zona franca”. Chi era sul carro poteva infatti dire quello che voleva e nessuno poteva ribattere o considerare tali affermazioni offensive o ingiuriose. Con il tempo la manifestazione perde di valore e viene sospesa fino ad essere dimenticata. Nel 1984, alcuni grugliaschesi fondano l’associazione Cojtà grugliaschese, finalizzata al mantenimento delle tradizioni.[3][2]

GIOCHI E MANIFESTAZIONI[modifica | modifica sorgente]

Festeggiamenti del palio[modifica | modifica sorgente]

I festeggiamenti del Palio durano una settimana e terminano con la corsa dei carri. Si inizia solitamente il sabato della settimana precedente al Palio, quando il banditore proclama la Crida in tutti i canton (borghi) di Grugliasco, annunciando la lieta novella della fine della peste e dell’inizio dei festeggiamenti. Dopo la lettura della Crida (testo della crida?), in ciascuno dei borghi si procede all’apertura delle “piole”, nelle quali si fa festa fino a notte inoltrata, mangiando e bevendo.

Lunedì sera è la volta della provaccia, dove il percorso di gara viene messo a disposizione dei borghi e dei monatti (corridori) per testare il proprio carro e per prendere confidenza con il circuito, studiandone i trucchi e le strategie.

Dopo altre manifestazioni d’intrattenimento, svolte durante gli altri giorni della settimana, arriva il Venerdì sera in cui viene disputato un importante evento agonistico, ma al femminile: è infatti la serata dedicata alla “Pallastraccia”. Ricercando nella storia dei giochi dell’epoca, la Cojtà Gruliascheisa, sempre con lo spirito della sana competizione, organizza per le ragazze delle borgate, un torneo di “Pallastraccia al femminile; in questa occasione le ragazze si sfidano in "mutandoni" e maglietta, rincorrendo una palla di stracci, rispettando regole che richiamano in qualche modo il calcio medievale fiorentino. Anche in questo caso la borgata vincente si aggiudica un premio.

La vigilia del palio[modifica | modifica sorgente]

Nel pomeriggio del sabato, i borghi si sfidano con il “Paliotto di San Rochet”. L’importante manifestazione, che vuole essere un ulteriore momento di incontro e di spettacolo, vede le singole borgate esibirsi in piccoli spettacoli/esercizi con l’unico vincolo che riportino alla vita di Grugliasco nel periodo della peste e della sua guarigione, nel maggior rispetto possibile della storicità degli eventi.

Una giuria, variabile di anno in anno, assegna il trofeo del “Paliotto di San Rochet” tenendo in considerazione l’insieme dell’esibizione, la sua originalità, la spettacolarità, coreografia, difficoltà, compostezza, portamento, sintonia dei movimenti e il rispetto dei criteri storici.

La sera del sabato, cioè la vigilia del Palio, è il momento più atteso. Un banditore, atteso dai figuranti in costume storico, ai piedi della torre campanaria del XV secolo legge la “Crida” (la stessa pronunciata la settimana precedente nei borghi) per portare la notizia della cessazione della peste; così si può iniziare a far festa con la “Vijà del palio”, cioè la veglia dove ci si trova tutti insieme per aspettare il giorno della tenzone, dimenticando per qualche ora la rivalità tra i borghi sotto la torre campanaria con tavolate in compagnia, canti, musica e momenti di spettacolo.

La sfilata storica[modifica | modifica sorgente]

Nel pomeriggio di domenica, la manifestazione del Palio della Gru entra nel vivo; ogni borgo ha organizzato nel corso dell’anno il corteo storico a cui partecipano, oltre ai figuranti dei borghi di Grugliasco, i gruppi ospiti, provenienti ad esempio da Zuccarello (Savona), Frossasco, Pianezza, Alpignano, Cuorgnè, Bussoleno, Nichelino, Echirolles (Francia) e Kimberley (Gran Bretagna). Lo stesso corteo, dopo aver attraversato parte di Grugliasco, giunge nella piazza dove ci sarà la tenzone; sfilano, inoltre, i tamburini che annunciano l’arrivo del corteo, i borghigiani, gli armigeri che scortano i nobili, il carro che parteciperà alla corsa, i monatti ed infine i contadini.

Ciascun borgo rappresenta nella propria sfilata alcuni “nobili” o personaggi considerati tali, che erano presenti a Grugliasco nelle poche ville signorili o che transitavano nella città, ancorchè talvolta, in licenza alla storia, costoro fossero vissuti in epoca successiva al 1559. Tra i più noti si ricordano il conte di Provana di Collegno, i signori Borigione, i signori Gastaldi del Turc’d Galgher, i nobili Negri di Lamporo, i signori Quaglia. Nel corteo, sempre a titolo esemplificativo, si trova inoltre Claudio Lo Speciaro, autore di un poemetto sulla peste 1599; la Confraternita di Santa Croce, fondata a Grugliasco nel 1597 con Bolla Papale di Sisto V; i monatti e la popolazione della comunità grugliaschese che rappresenta le attività del tempo. Il corteo parte del viale Gramsci di Grugliasco e, dopo una sfilata lunga un’ora e mezza, termina in piazza del comune per ulteriori momenti di spettacolo e lettura delle formule di rito; a quel punto, si può dare il via alla tenzone. A far da cornice alla manifestazione c'è la sagra paesana, con hobbisti, antichi mestieri, artigiani, giochi adulti e per bambini, come la “Pompieropoli” , una dimostrazione didattica di falconeria, esposizioni di modellismo e intrattenimenti musicali.

La tenzone del palio[modifica | modifica sorgente]

La corsa, che prevede quattro monatti per ogni borgo, impegnati nel trainare un carro di circa 60 chili con sopra l’effigie della Gru, è preceduta da alcuni momenti simbolici di rito. Il borgo detentore del palio vinto l’anno precedente consegna il drappo alle autorità civili e religiose pronunciando la frase di rito.

E’ importante ricordare che, prima della tenzone, i carri vengono pesati dai giudici (devono pesare tra i 55 e 65 kg) e ne viene verificato il rispetto degli standard previsti dal regolamento. La corsa prevede 5 giri trainando il carro preceduti da un giro eseguito solo da un ”velocista” per ciascun borgo estratto a sorte tra i monatti, per un totale di circa 1.900 metri. Quando il velocista, a fine percorso, tocca il carro, questo può partire per i successivi 5 giri. Salvo irregolarità ravvisate dai giudici di gara presenti lungo tutto il percorso, il primo che taglia il traguardo si aggiudica il Palio.[2][4][5]

PARTECIPANTI E PREMIAZIONE[modifica | modifica sorgente]

Partecipanti[modifica | modifica sorgente]

I partecipanti alla tenzone rappresentano i borghi della città di Grugliasco, così suddivisi

BORGATA STEMMA/ COLORI
Centro (S.Cassiano- Ressia-S.Sebastiano) La borgata Centro comprende 3 zone della cittadina:

-S. Cassiano è la chiesa centrale di Grugliasco.

-Ressia è il nome della fabbrica dove si lavora il legno.

-S. Sebastiano è una zona vicina al centro.

rosso-blu + immagine di una gru.
Borgata S. Maria -Maria è il nome di un'antica cappella. Oggi è il nome della chiesa della borgata. azzurro-bianco + immagine della Madonna.
Borgata S.

Francesco-Fornaci

In passato ha avuto altri due nomi:

-Fornaci per l'esistenza di una grande fornace costruita nel 1925

-Borgo Sanremo

perché le acque della bealera erano fresche e limpide e ricordavano il mare di Sanremo.

verde-arancione + immagine di S. Francesco.
  Borgata Lesna Lesna è il nome dei nobili che possedevano quel territorio.

-Qui si trovano la parrocchia di Nostra Signora della Guardia e la chiesa dedicata a S. Antonio.

-La borgata ospita lo stabilimento Pininfarina e il Centro Commerciale “Le Gru”.

giallo – rosso + immagine di S. Antonio
Borgata Paradiso Quaglia -Quaglia è il nome della famiglia Quaglia che abitava in questa zona .

-“Paradiso” potrebbe riferirsi al nome di un'antica locanda oppure di una cascina.

-La chiesa presente qui è dedicata a Massimiliano Kolbe .

giallo – blu + una gru + il Torrione e la Porta del Paradiso
Borgata S. Giacomo-

Fabbrichetta

-Il nome Fabbrichetta deriva dalla presenza di una fabbrica di Juta e S. -Giacomo è il nome della chiesa parrocchiale. rosso-verde + Signori Boriglione.
Borgata Gerbido -Gerbido deriva da “gerbo”   che significa brullo e incolto.

-La cappella, poi diventata Parrocchia, è dedicata alla Spirito Santo.

azzurro-nero + colomba (simbolo dello Spirito Santo), la facciata della Parrocchia e i “ravanin”

Premiazione[modifica | modifica sorgente]

Al canton vincitore viene assegnato un premio: un drappo (Palio) da custodire fino alla stagione successiva; a ciò si aggiunge anche un cesto di prodotti alimentari, la c.d. “abbondanza contadina” (vino, formaggi, salumi e pane)  da condividere nei festeggiamenti conclusivi e, per finire, un palietto (un’opera d’arte/quadro appositamente creato) che resterà di proprietà della borgata vincitrice.[6][7][2]

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