Marmilla

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Il territorio della Marmilla è costituito da 43 Comuni contigui a cavallo tra le province di Oristano e del Medio Campidano.

E’ un territorio di area interna a prevalenti caratteristiche rurali, con un insediamento antropico a maglia larga, risorse ambientali di pregio, risorse culturali materiali (in prevalenza archeologiche di rilevanza internazionale) e immateriali, configurazione del paesaggio disegnato dalla pastorizia e dalle coltivazioni cerealicole.

L’Unione dei 43 Comuni raggruppa una subregione geografica della Sardegna, posta nella zona centro-meridionale della regione. È delimitata a ovest e a sud dal Campidano, a nord-ovest dal monte Arci, a nord dalla Giara di Gesturi e dalla Giara di Serri, a est dal Flumini Mannu.

Il territorio è disposto nell’area sud/sud-est della Provincia di Oristano, al centro della Sardegna, compreso fra il Monte Arci, il Grighine e la Giara. Fra le tre aree, Arci, Grighine e Giara, il paesaggio è caratterizzato perlopiù da dolci colline che cambiano colore nel corso delle stagioni, dal giallo paglierino dei mesi più caldi fino al verde più intenso della primavera.

I centri urbani dei venti paesi dell’Unione dell’Alta Marmilla sono ricchi di particolari architettonici di alto rilievo storico.

Il monte Arci[modifica | modifica sorgente]

Il Monte Arci, dal quale nasce l’omonimo Parco Naturale, è un massiccio di origine vulcanica che si eleva fino a quota 812 metri nel territorio del Comune di Morgongiori.

Il patrimonio ambientale, legato alla morfologia del territorio, è dovuto all’attività vulcanica caratteristica del sito. Le diverse eruzioni, apportando rocce di origine lavica, hanno generato altipiani interrotti da bastioni di basalto, “Trebine” falesie di “Conk’’e Mraxi “e “Mitza e Margiani “, che ne caratterizzano il paesaggio. In questo contesto grande importanza riveste la copertura vegetale caratterizzata da boschi che ricoprono come un manto migliaia di ettari a partire dalle quote più elevate dove sono presenti senza soluzione di continuità i boschi di leccio, tra i quali “Acquafrida”, “Beda Manca”, “S’arroxiu”, “Mitza e Margiani “caratterizzati dalla presenza di “patriarchi” secolari, per arrivare ai boschi di sughera e di roverella presenti alle quote più basse.

Da un punto di vista storico-culturale il Monte Arci ricopre un ruolo di elevata importanza dovuto alla sua storia millenaria che ha reso il suo territorio protagonista dal periodo preistorico per uno dei più importanti giacimenti di Ossidiana esportata in tutto il Mediterraneo per la produzione di utensili e altri m anufatti, denominata “oro nero” per il valore che rappresentava in quel tempo.

L'ossidiana è una roccia di origine vulcanica prodotta dell'effusione di lave. Il suo colore solitamente nero brillante con aspetto vetroso.

Nel Comune di Pau, sede del Museo dell’Ossidiana, è possibile ancora oggi visitare gli antichi giacimenti e fare delle passeggiate nei “percorsi dell’ossidiana”.

La Giara[modifica | modifica sorgente]

Fanno parte di quest’area i Comuni di Albagiara, Assolo, Gonnosnò, Senis e Sini, oltre a Nureci che risulta a cavallo fra il Grighine e la Giara e Usellus con un versante sul Monte Arci.

Con il termine “Giara” si indicano in Sardegna alcuni altopiani basaltici formati in seguito a fenomeni vulcanici.

L’altopiano è caratterizzato da fitti boschi di sughere e roverella dove è presente una ricca varietà di flora e di fauna.

Il monte Grighine

I l Monte Grighine è caratterizzato da una cresta di colline che raggiungono l’altezza massima di 673 metri. La sua vegetazione è costituita perlopiù da boschi di lecci e roverelle e da macchia mediterranea ma il paesaggio è caratterizzato da una delle più antiche rocce della Provincia di Oristano, emerse probabilmente da una lacerazione della crosta terreste avvenuta circa 300 milioni di anni fa, che ha fatto riemergere le rocce più antiche.

L’area del Grighine è posta a nord del territorio dell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla e ne fanno parte i Comuni di Asuni, Mogorella, Nureci, Ruinas e Villa Sant’Antonio.

Quest’area del territorio oltre che dal punto di vista naturalistico, è particolarmente importante per la ricchezza di siti archeologici.

Nell’area intorno al Comune di Villa Sant’Antonio è presente la Valle dei Menhir, una delle più importanti della Sardegna per la presenza di questi megaliti realizzati tra il 3300 ed il 2500 a.C.

Flumini Mannu

Nasce in agro di Laconi, subito dopo prosegue nel territorio di Nurallao dove in questi chilometri iniziali prende il nome di rio Sarcidano. Nel suo tragitto dà vita alle cascate di Su Craddascioleddu, immerse nei boschi di lecci nei pressi di Funtana Is Arinus a Nurallao.

Pochi chilometri dopo il fiume alimenta la Diga di Is Barrocus nel territorio di Isili, attraversata la diga, la sorgente e si dirige verso sud attraversando tutto i l territorio della Marmilla scorrendo nei pressi dei paesi di Barumini, Las Plassas, Villamar e Furtei.

Successivamente il Flumini Mannu scorre in seguito nel Campidano scorrendo fra Serrenti e Sanluri, Samassi, Serramanna, Villasor, Decimoputzu e Decimomannu; in questo tratto riceve numerosi corsi d'acqua minori provenienti dalle montagne dell'Iglesiente e dalle colline della Trexenta.

Sfocia infine nello stagno di Cagliari, al confine fra i comuni di Elmas, Assemini e .

La superficie drenata dal fiume è di 593,3 km2 e l'estensione (compresi gli affluenti ed i bacini) è di 1710,25 km².

Gli affluenti principali sono il Riu Mannu di San Sperate, il Riu Mannu di Villaspeciosa, il rio Santu Teru, il Riu Malu e il Riu Malossi e il Rio Lenidi Villacidro in territorio di Serramanna.

Il trenino verde

Un viaggio col Trenino Verde è senza dubbio una delle esperienze più indimenticabili che la Sardegna possa offrire, non solo ai turisti di passaggio ma anche ai suoi stessi abitanti. Questo pittoresco treno racchiude nel suo nome, coniato nel 1984, le caratteristiche che lo rende unico nel suo genere: trenino perché a scartamento ridotto (è la linea più lunga d’Europa!), verde perché i territori che attraversa.

L’anacronistico trenino attraversa paesaggi selvaggi e inalterati trasportando i passeggeri in un mondo a sé stante lontano dal tempo, dando la possibilità di raggiungere il cuore della Sardegna, quella reale e più autentica, altrimenti irraggiungibile. Il trenino verde è quindi uno dei modi migliori per conoscere i diversi aspetti del paesaggio dell'isola, su un percorso difficoltoso ma capace di regalare immagini uniche di una Sardegna nascosta. Il trenino verde attraversa un territorio ricco di vegetazione dove la presenza della strada ferrata ha reso possibile attraversare il centro della Sardegna percorrendo un itinerario avventuroso, tra rupi a strapiombo, vallate selvagge, ricche foreste che nascondono mufloni, cinghiali, volpi e altri esemplari autoctoni, profonde gole e superbi ponti, un paesaggio rimasto quasi immutato negli anni.

Trenino Verde: un viaggio nell'anima della Sardegna!

L a gastronomia della Marmilla

Faa e lardu, minestra di finocchi selvatici e formaggio fresco, agnello con carciofi, piedini d’agnello, agnello con finocchietti selvatici, su trigu cottu, torta di ricotta, su civraxiu, su framentu…

L’agricoltura e l’allevamento della Marmilla

L’agricoltura rappresenta ancora un settore rilevante nell’economia del territorio. Le produzioni prevalenti sono cerealicole, olivicole, ovicaprine. Si evidenziano filiere agro alimentari a forte potenzialità di sviluppo, ma il loro livello di organizzazione è insufficiente. Prodotti di pregio sono nei settori dell’agro alimentare, dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale, del tessile, e della lavorazione del ferro e del legno.

Castelli della Marmilla

In Marmilla abbiamo tre castelli quello di Las Plassas e quello di Sanluri.

Tutti e due hanno una storia importantissima risultano circa del 1200

Furtei

Si distende sul versante occidentale di un colle tra Medio Campidano e Marmilla. Furtei è un piccolo centro di mille e 600 abitanti a circa 40 chilometri da Cagliari, che basa l’economia sulle attività agricole. Fu un importante centro medioevale. Nel suo territorio c’è un’alta concentrazione di testimonianze nuragiche con i ruderi di ben cinque nuraghi. A breve distanza dal centro abitato c’è il villaggio di Nuraxi, attestato dal XVII secolo, oggi quasi disabitato, dove un tempo sorgeva l’antica parrocchiale, la chiesa campestre di san Biagio, risalente al XIII secolo

Gonnosnò

Il paese sorge ai piedi dell'altopiano della Giara a 175 m sul livello del mare. L'origine del toponimo indicherebbe la presenza di un'altura, quasi certamente l'altipiano della Giara e la zona collinare che circonda l'abitato.

Secondo alcuni studiosi il nome del paese ha origine dall'unione dalla radice "gonnos", collina, con il termine "nò" genitivo di "nèos", che significa "del tempio". Altri ipotizzano che il nome Gonnosnò deriverebbe da "colle nuovo".

Villanovaforru

Villanovaforru Biddanoa 'e Forru in sardo è un comune italiano di 636 abitanti della provincia del Sud Sardegna

Situato tra le dolci colline della Marmilla, a circa 50 km da Cagliari, il paese appartiene al Consorzio Turistico Sa Corona Arrubia. Sino alla metà del Novecento era un piccolo centro agricolo quasi totalmente sconosciuto; in seguito alla scoperta del nuraghe Genna Maria e all'apertura del museo archeologico è diventato un centro legato anche all'ambito archeologico e culturale.

Pau

Pau è un comune italiano di 286 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna. È situato nell'area geografica denominata Alta Marmilla, sul versante occidentale del massiccio vulcanico del Monte Arci.

Museo ornitologico di Siddi

l Museo Ornitologico della Sardegna si trova a Siddi, piccolo borgo rurale situato fra morbide colline nel cuore della Marmilla.

Affacciato sulla piazza principale del paese, il museo è custodito in una parte dell’edificio che ha ospitato l’ospedale Managu, raro ed importante esempio di struttura ospedaliera funzionante nella Sardegna rurale della seconda metà dell’800.

Quello di Siddi costituisce l’unico museo in Sardegna che ha focalizzato la sua attenzione esclusivamente sulle collezioni ornitologiche, fornendo ai suoi visitatori una esposizione di circa 300 esemplari (rappresentati in 19 ordini e 51 famiglie), tutti riscontrabili nell’isola per lo più regolarmente.

Al piano terra è posta la sezione espositiva e quella informativa.

Subito dopo la biglietteria, che ha pure funzioni di accoglienza, una prima sezione introduce alla storia dell’edificio che ospita la collezione e poi, attraverso un percorso visivo e tattile, alla storia evolutiva degli uccelli, dal “dinosauro con le ali” Archaeopteryx lithographica, ai becchi di varie specie odierne.

Seguono una serie di vetrine, grandi e piccole, dove i visitatori hanno la possibilità di contemplare, in un percorso rigorosamente scientifico, numerosi esemplari di uccelli.

Completano questa sezione cartellini e schede informative su ogni esemplare esposto, ed una serie di pannelli didascalici sugli aspetti più rilevanti della biologia degli uccelli e sui principali tipi di habitat da loro frequentati.

Al primo piano, passando attraverso un grande e simbolico uovo, si sviluppa un’altra parte della sezione espositiva - più legata agli ambienti e ai territori, degli uccelli e non solo - e poi la sezione ludico-didattica, quella multimediale e la sala convegni.

Qui trovano spazio un “eco-ambiente attivo” per una full immersion visiva, sonora, tattile ed olfattiva all’interno degli habitat più significativi dell’isola e in ambito mediterraneo frequentati dagli uccelli: Lagune e stagni costieri salmastri, Canneti e stagni d’acqua dolce, Pascoli ed ambienti agricoli, Macchia e bosco, Creste e dirupi, Ambiente urbano.

Il percorso prosegue con l’osservazione di una vetrina dove sono esposti diversi nidi di uccelli.

Aiutano la visita schermi giganti, PC, videoproiettori e “collegamenti” unici. Fra questi, telecamere che riprendono 24 ore su 24, senza disturbare e a scopo scientifico, divulgativo e di studio, alcuni nidi di rondini costruiti all’interno di una casa tradizionale posta nel centro storico di Siddi.

È inoltre presente una sezione didattico-espositiva finalizzata alla fruizione da parte di persone portatrici di disabilità, che attraverso un percorso sensoriale e con l’utilizzo di strumenti multimediali, possono svolgere delle attività in modo attivo, vivo e dinamico.

Gli ambienti museali si concludono con uno shop fornito di libri, dvd, gadget e oggettistica varia sugli uccelli e sulla natura, insieme alle produzioni più rilevanti degli artigiani e dei produttori di Siddi.

Sa Corona Arrubia

La ‘Corona rossa’ è un altopiano basaltico, nelle campagne di Collinas e Lunamatrona, ricoperto di licheni rossi che accentuano la loro colorazione al tramonto. Qui, sorge un museo sui generis, che è insieme polo scientifico e centro culturale, capace di ricevere dalla sua nascita centinaia di migliaia di visitatori con le esposizioni permanenti, articolate in tre padiglioni - faunistico, botanico e antropico - e le mostre temporanee di livello internazionale, tra cui ‘i dinosauri’, ‘i Grandi di Spagna’, ‘Leonardo da Vinci’ e ‘l’antico Egitto’.

Nella sezione faunistica ammirerai la più ampia e completa esposizione di diorami della Sardegna: otto ricostruzioni tridimensionali a grandezza naturale di ambienti del territorio popolati da flora e fauna locale. Osserverai gli ecosistemi delle giare, boschi di leccio, ambienti ripariali e pascoli aridi. La sezione botanica a sua volta si suddivide in micoteca, xiloteca ed erbario: esplorerai il mondo vegetale a 360. Un fascino particolare emanano le vetrine con la descrizione dell’uso delle piante officinali nel corso dei secoli e i pannelli con le accurate descrizioni dei funghi.

Il padiglione antropico contiene una sezione archeologica e una antropologica. All’ingresso osserverai la ricostruzione di una capanna prenuragica a grandezza naturale. Proseguendo nella visita ammirerai ricostruzioni in pietra di monumenti nuragici: fortezze polilobate, tombe di Giganti, pozzi sacri. Nell’excursus sarai aiutato da una tavola comparativa del tempo, che confronta le epoche generali preistoriche e protostoriche alle epoche sarde, con evidenza degli eventi principali. Le sale ‘antropologiche’, invece, mostrano uno ‘spaccato’ di vita contadina della Marmilla nella prima metà del XX secolo, attraverso gli occhi degli abitanti di allora.

Di proprietà de sa Corona Arrubia, attualmente organizzata in mostra itinerante, è anche una collezione di 200 giocattoli tradizionali realizzati a mano. Il museo, inoltre, ospita periodicamente conferenze su temi scientifici e culturali, presentazioni, mostre d’arte ed eventi musicali. All’esterno potrai seguire percorsi didattici nel parco geobotanico, in cui sono coltivate specie vegetali mediterranee.

Sa Corona Arrubia, oltre a indicare l’altopiano su cui sorge il museo, dà nome del consorzio di 18 Comuni della Marmilla, formatosi per favorire la valorizzazione del patrimonio culturale territoriale. La struttura è dedicata a Giovanni Pusceddu, storico sindaco di Villanovaforru, tra i maggiori promotori dell'iniziativa.

Oltre che vedere le riproduzioni nuragiche in scala uno a uno nel museo, nei suoi dintorni potrai ammirare ‘autentiche’ testimonianze archeologiche: a Lunamatrona, su Cuaddu de Nixias, la più antica tomba di Giganti rinvenuta, e il protonuraghe Trobas; a Villanovaforru, il nuraghe Genna Maria e il civico museo archeologico; a Collinas,il nuraghe Concali e la tomba sa Sedda de sa Caudela.

Su Nuraxi Barumini

Attorno al nuraghe, dal periodo del Bronzo tardo, venne edificato un villaggio nuragico destinato a ospitare la popolazione circostante. Il villaggio è composto da una cinquantina di capanne, edificate a pianta circolare tramite grossi massi murati a secco e ricoperte con tetti di forma conica in legno e frasche. Secondo Giovanni Lilliu le ristrutturazioni successive non consentono di individuare il numero di case, il cui numero nella definitiva stesura edilizia varia da 40 a 200, ciò fa ipotizzare una popolazione tra 100 e 1000 abitanti Se nella fase antica le capa nne furono strutturate ad un unico ambiente, in una fase più recente prevalse la tendenza della settorizzazione dell'abitazione. Tra le capanne rinvenute, le più significative sono apparse quella riservata agli incontri del capo, più grande e più articolata nella struttura, e la capanna riservata alle assemblee degli abitanti.

Le tombe dei giganti

La tomba ha una struttura quasi completamente intatta e ben conservata. I blocchi di basalto sono finemente scolpiti e lavorati lungo tutta la struttura, formando un corpo tombale della lunghezza di 15,20 metri disposto lungo l'asse sud-est nord-ovest. L’esedra, area antistante la tomba nella quale presumibilmente si svolgevano rituali legati al culto dei morti, ha un'ampiezza di 18 metri.

La sepoltura ha la classica forma di protome taurina (tipica del periodo preistorico sardo) chiusa a semicerchio nella parte posteriore. La camera funeraria di pianta rettangolare ha una lunghezza di circa 10 metri; sul lato sinistro è presente una nicchia forse utilizzata per contenere le offerte funerarie e/o votive. La coperture è caratterizzata da lastre piatte di granito di grandi dimensioni poggiate alla struttura mentre il pavimento era cosparso di ciottoli di fiume nella quale veniva adagiati i de funti. All'interno sono stati rinvenuti frammenti di ceramica dell'età del Bronzo medio e dell’Età del rame.

Domus de Janas

A Furtei troviamo 1 domus de janas distribuita sul territorio comunale.

Il comune di Furtei si estende per 26 kmq di superficie e troviamo una domus de janas ogni 26 kmq .

Analizzando i dati della popolazione del comune di Furtei pari a 1593 abitanti, troviamo una domus de janas ogni 1593 abitanti.

Nel territorio comunale di Guasila (SU), circa 400 metri ad ovest della strada sterrata che collega il paese a Samatzai, nei pressi della sorgente Sa mitza de is concas si trovan odue domus de janas chiamate Is Concas

Cantina Su Entu

La storia della cantina Su’entu racconta di un ritorno alla terra e alle antiche origini contadine. La famiglia Pilloni, infatti, agli inizi degli anni 50 già possedeva terreni e si dedicava all’agricoltura. Poi, dopo un progressivo distacco dall’attività in campagna per dedicarsi al commercio, il forte richiamo della terra riportò le nuove generazioni a occuparsi della vigna. In particolare fu Salvatore a fondare la nuova cantina. I terreni calcarei argillosi della Marmilla, su cui sorgono le vigne, hanno richiesto circa un decennio di tempo per dare frutti di qualità eccellente. Complice un clima mite e il caratteristico vento che accarezza i filari ogni giorno. Non a caso Su’entu significa “il vento”. Oggi la cantina è guidata da Valeria, Roberta e Nicola Pilloni, affiancati da un giovane team di viticoltori e cantinieri che è stato formato sotto la guida esperta di un agronomo e di un enologo. Grazie all’amore e alla professionalità di tutti, oggi Su’entu esporta i suoi vini in tutto il mondo.

Sardegna In Miniatura

Nelle campagne di Tuili a 2 Km da nuraghe di Barumini e a 7 dalla Giara, è presente la Sardegna in Miniatura, una delle attrazioni più visitate del territorio, soprattutto da scolaresche e corregionali. All’interno del parco “Sardegna in Miniatura”, esteso su una superficie di 50.000 mq, sono presenti diverse sezioni, una delle quali è proprio quella dedicata alle miniature, dove sono presenti circa 50 miniature realizzate con vera maestria in scala ridotta, rappresentanti alcuni tra i monumenti più importanti della nostra Isola. Un’altra sezione è quella del padiglione “nuragico”, una ricostruzione in dimensioni reali di un villaggio nuragico, con capanne arredate con oggetti e manichini.

Interessantissima la visita a "MusA il Museo dell'Astronomia", un padiglione interamente dedicato all'affascinante mostra "viaggio nello Spazio", dove si potrà, per la prima volta in Sardegna, osservare le meraviglie dell'universo e quanto l'uomo è stato in grado di fare nel campo della conquista dello spazio. Questo progetto, intende far vivere al visitatore un'esperienza unica e suggestiva, con riferimenti scientifici. Alla fine del percorso espositivo, si vivrà un'esperienza indimenticabile immergendosi nell'immensità dello spazio grazie al maestoso "planetario", unico in Sardegna a poter proporre in full dome a tutta cupola ed in alta risoluzione, con la sua imponente cupola di quasi metri.

Dal 2016 è presente uno straordinario percorso con i Dinosauri che grazie a sofisticate tecniche animatroniche sono in grado di muoversi, respirare, osservare, ruggire… insomma vivere! L’occasione dunque per poter ripercorrere gli scenari di 250 milioni di anni fa

giganti preistorici. Per la stagione 2017 il Parco dei Dinosauri si è arricchito di altre specie preistoriche con l'affascinante mostra sull'Era Glaciale

Un’oasi nell’oasi, all’interno del parco Sardegna in miniatura, all’interno di una struttura in lamellare con ampie superfici vetrate di quasi 1.000 metri quadrati , sarà possibile condurre un viaggio in una vera foresta tropicale, alla scoperta di specie animali e vegetali dalle forme e dai colori inaspettati. Il "PARCO NATURA" permetterà di vivere un’esperienza unica di educazione alla sostenibilità ambientale, accompagnando il fascino della natura all’apprendimento diretto dei delicati equilibri che regolano la convivenza nel nostro pianeta. Il percorso, dopo una breve introduzione al tema, modulata in base all'età dei ragazzi, entrerà subito nel vivo con la sezione dei grandi acquari dove potremmo letteralmente immergerci in un fiume della foresta pluviale attraverso un tunnel subacqueo, unico in Sardegna, posizione privilegiata per l'osservazione del comportamento della fauna che popolano questi corsi d'acqua...proseguiremmo con la grande vasca dei piranha lunga ben 7 metri caratterizzata da una foresta di mangrovie..per poi ritrovarci nella nuova grande biosfera, dove Camaleonti, Iguane, tartarughe, ran e dai colori vivaci, insetti giganti dalle forme inaspettate, faranno da cornice ad un percorso che aiuterà a risvegliare la nostra coscienza ecologica e la consapevolezza.

Il parco dei dinosauri robotici più grande d’Italia

Si trova con la collezione dei cuccioli di dinosauri il Parco, già considerato il più grande d’Italia nel suo genere, si rivolge a nuovi aspetti che riguardano la vita degli esseri che hanno vissuto incontrastati durante la preistoria. Questo argomento entra quindi nella narrazione didattica e apre nuove riflessioni sul rapporto di queste specie con quelle che sono arrivate sino ai giorni nostri. Il Parco dei Dinosauri è stato il primo in Sardegna a proporre un percorso popolato da riproduzioni che, grazie a sofisticate tecniche animatroniche sono in grado di muoversi, respirare, osservare, ruggire… insomma vivere! L’occasione dunque per poter ripercorrere gli scenari di 250 milioni di anni fa alla scoperta di questi incredibili giganti preistorici, gli animali più misteriosi e affascinanti della storia dell’evoluzione riprodotti in scala naturale e con rigore scientifico grazie alla consulenza di illustri paleontologi. In una cornice ricca di suggestioni potremo ammirare da vicino la possente mole dell’Apatosauro con i suoi 18 metri di lunghezza e via via lungo tutto un’arco evolutivo di 250 milioni di anni, le specie c he hanno catturato la nostra curiosità fino ad arrivare al possente e feroce Tirannosaurus-rex riprodotto anch’esso con tecniche animatroniche a grandezza naturale, più grande di un autobus di linea con i suoi 14 metri di lunghezza e le 7 tonnellate di perche lo trasformava in assoluto nel cacciatore più temibile del giurassico.

Venite a trovarci in questo magnifico territorio.Museo ornitologico di Siddi

l Museo Ornitologico della Sardegna si trova a Siddi, piccolo borgo rurale situato fra morbide colline nel cuore della Marmilla.

Affacciato sulla piazza principale del paese, il museo è custodito in una parte dell’edificio che ha ospitato l’ospedale Managu, raro ed importante esempio di struttura ospedaliera funzionante nella Sardegna rurale della seconda metà dell’800.

Quello di Siddi costituisce l’unico museo in Sardegna che ha focalizzato la sua attenzione esclusivamente sulle collezioni ornitologiche, fornendo ai suoi visitatori una esposizione di circa 300 esemplari (rappresentati in 19 ordini e 51 famiglie), tutti riscontrabili nell’isola per lo più regolarmente.

Al piano terra è posta la sezione espositiva e quella informativa.

Subito dopo la biglietteria, che ha pure funzioni di accoglienza, una prima sezione introduce alla storia dell’edificio che ospita la collezione e poi, attraverso un percorso visivo e tattile, alla storia evolutiva degli uccelli, dal “dinosauro con le ali” Archaeopteryx lithographica, ai becchi di varie specie odierne.

Seguono una serie di vetrine, grandi e piccole, dove i visitatori hanno la possibilità di contemplare, in un percorso rigorosamente scientifico, numerosi esemplari di uccelli.

Completano questa sezione cartellini e schede informative su ogni esemplare esposto, ed una serie di pannelli didascalici sugli aspetti più rilevanti della biologia degli uccelli e sui principali tipi di habitat da loro frequentati.

Al primo piano, passando attraverso un grande e simbolico uovo, si sviluppa un’altra parte della sezione espositiva - più legata agli ambienti e ai territori, degli uccelli e non solo - e poi la sezione ludico-didattica, quella multimediale e la sala convegni.

Qui trovano spazio un “eco-ambiente attivo” per una full immersion visiva, sonora, tattile ed olfattiva all’interno degli habitat più significativi dell’isola e in ambito mediterraneo frequentati dagli uccelli: Lagune e stagni costieri salmastri, Canneti e stagni d’acqua dolce, Pascoli ed ambienti agricoli, Macchia e bosco, Creste e dirupi, Ambiente urbano.

Il percorso prosegue con l’osservazione di una vetrina dove sono esposti diversi nidi di uccelli.

Aiutano la visita schermi giganti, PC, videoproiettori e “collegamenti” unici. Fra questi, telecamere che riprendono 24 ore su 24, senza disturbare e a scopo scientifico, divulgativo e di studio, alcuni nidi di rondini costruiti all’interno di una casa tradizionale posta nel centro storico di Siddi.

È inoltre presente una sezione didattico-espositiva finalizzata alla fruizione da parte di persone portatrici di disabilità, che attraverso un percorso sensoriale e con l’utilizzo di strumenti multimediali, possono svolgere delle attività in modo attivo, vivo e dinamico.

Gli ambienti museali si concludono con uno shop fornito di libri, dvd, gadget e oggettistica varia sugli uccelli e sulla natura, insieme alle produzioni più rilevanti degli artigiani e dei produttori di Siddi.

Sa Corona Arrubia

La ‘Corona rossa’ è un altopiano basaltico, nelle campagne di Collinas e Lunamatrona, ricoperto di licheni rossi che accentuano la loro colorazione al tramonto. Qui, sorge un museo sui generis, che è insieme polo scientifico e centro culturale, capace di ricevere dalla sua nascita centinaia di migliaia di visitatori con le esposizioni permanenti, articolate in tre padiglioni - faunistico, botanico e antropico - e le mostre temporanee di livello internazionale, tra cui ‘i dinosauri’, ‘i Grandi di Spagna’, ‘Leonardo da Vinci’ e ‘l’antico Egitto’.

Nella sezione faunistica ammirerai la più ampia e completa esposizione di diorami della Sardegna: otto ricostruzioni tridimensionali a grandezza naturale di ambienti del territorio popolati da flora e fauna locale. Osserverai gli ecosistemi delle giare, boschi di leccio, ambienti ripariali e pascoli aridi. La sezione botanica a sua volta si suddivide in micoteca, xiloteca ed erbario: esplorerai il mondo vegetale a 360. Un fascino particolare emanano le vetrine con la descrizione dell’uso delle piante officinali nel corso dei secoli e i pannelli con le accurate descrizioni dei funghi.

Il padiglione antropico contiene una sezione archeologica e una antropologica. All’ingresso osserverai la ricostruzione di una capanna prenuragica a grandezza naturale. Proseguendo nella visita ammirerai ricostruzioni in pietra di monumenti nuragici: fortezze polilobate, tombe di Giganti, pozzi sacri. Nell’excursus sarai aiutato da una tavola comparativa del tempo, che confronta le epoche generali preistoriche e protostoriche alle epoche sarde, con evidenza degli eventi principali. Le sale ‘antropologiche’, invece, mostrano uno ‘spaccato’ di vita contadina della Marmilla nella prima metà del XX secolo, attraverso gli occhi degli abitanti di allora.

Di proprietà de sa Corona Arrubia, attualmente organizzata in mostra itinerante, è anche una collezione di 200 giocattoli tradizionali realizzati a mano. Il museo, inoltre, ospita periodicamente conferenze su temi scientifici e culturali, presentazioni, mostre d’arte ed eventi musicali. All’esterno potrai seguire percorsi didattici nel parco geobotanico, in cui sono coltivate specie vegetali mediterranee.

Sa Corona Arrubia, oltre a indicare l’altopiano su cui sorge il museo, dà nome del consorzio di 18 Comuni della Marmilla, formatosi per favorire la valorizzazione del patrimonio culturale territoriale. La struttura è dedicata a Giovanni Pusceddu, storico sindaco di Villanovaforru, tra i maggiori promotori dell'iniziativa.

Oltre che vedere le riproduzioni nuragiche in scala uno a uno nel museo, nei suoi dintorni potrai ammirare ‘autentiche’ testimonianze archeologiche: a Lunamatrona, su Cuaddu de Nixias, la più antica tomba di Giganti rinvenuta, e il protonuraghe Trobas; a Villanovaforru, il nuraghe Genna Maria e il civico museo archeologico; a Collinas,il nuraghe Concali e la tomba sa Sedda de sa Caudela.

Su Nuraxi Barumini

Attorno al nuraghe, dal periodo del Bronzo tardo, venne edificato un villaggio nuragico destinato a ospitare la popolazione circostante. Il villaggio è composto da una cinquantina di capanne, edificate a pianta circolare tramite grossi massi murati a secco e ricoperte con tetti di forma conica in legno e frasche. Secondo Giovanni Lilliu le ristrutturazioni successive non consentono di individuare il numero di case, il cui numero nella definitiva stesura edilizia varia da 40 a 200, ciò fa ipotizzare una popolazione tra 100 e 1000 abitanti Se nella fase antica le capa nne furono strutturate ad un unico ambiente, in una fase più recente prevalse la tendenza della settorizzazione dell'abitazione. Tra le capanne rinvenute, le più significative sono apparse quella riservata agli incontri del capo, più grande e più articolata nella struttura, e la capanna riservata alle assemblee degli abitanti.

Le tombe dei giganti

La tomba ha una struttura quasi completamente intatta e ben conservata. I blocchi di basalto sono finemente scolpiti e lavorati lungo tutta la struttura, formando un corpo tombale della lunghezza di 15,20 metri disposto lungo l'asse sud-est nord-ovest. L’esedra, area antistante la tomba nella quale presumibilmente si svolgevano rituali legati al culto dei morti, ha un'ampiezza di 18 metri.

La sepoltura ha la classica forma di protome taurina (tipica del periodo preistorico sardo) chiusa a semicerchio nella parte posteriore. La camera funeraria di pianta rettangolare ha una lunghezza di circa 10 metri; sul lato sinistro è presente una nicchia forse utilizzata per contenere le offerte funerarie e/o votive. La coperture è caratterizzata da lastre piatte di granito di grandi dimensioni poggiate alla struttura mentre il pavimento era cosparso di ciottoli di fiume nella quale veniva adagiati i de funti. All'interno sono stati rinvenuti frammenti di ceramica dell'età del Bronzo medio e dell’Età del rame.

Domus de Janas

A Furtei troviamo 1 domus de janas distribuita sul territorio comunale.

Il comune di Furtei si estende per 26 kmq di superficie e troviamo una domus de janas ogni 26 kmq .

Analizzando i dati della popolazione del comune di Furtei pari a 1593 abitanti, troviamo una domus de janas ogni 1593 abitanti.

Nel territorio comunale di Guasila (SU), circa 400 metri ad ovest della strada sterrata che collega il paese a Samatzai, nei pressi della sorgente Sa mitza de is concas si trovan odue domus de janas chiamate Is Concas

Cantina Su Entu

La storia della cantina Su’entu racconta di un ritorno alla terra e alle antiche origini contadine. La famiglia Pilloni, infatti, agli inizi degli anni 50 già possedeva terreni e si dedicava all’agricoltura. Poi, dopo un progressivo distacco dall’attività in campagna per dedicarsi al commercio, il forte richiamo della terra riportò le nuove generazioni a occuparsi della vigna. In particolare fu Salvatore a fondare la nuova cantina. I terreni calcarei argillosi della Marmilla, su cui sorgono le vigne, hanno richiesto circa un decennio di tempo per dare frutti di qualità eccellente. Complice un clima mite e il caratteristico vento che accarezza i filari ogni giorno. Non a caso Su’entu significa “il vento”. Oggi la cantina è guidata da Valeria, Roberta e Nicola Pilloni, affiancati da un giovane team di viticoltori e cantinieri che è stato formato sotto la guida esperta di un agronomo e di un enologo. Grazie all’amore e alla professionalità di tutti, oggi Su’entu esporta i suoi vini in tutto il mondo.

Sardegna In Miniatura

Nelle campagne di Tuili a 2 Km da nuraghe di Barumini e a 7 dalla Giara, è presente la Sardegna in Miniatura, una delle attrazioni più visitate del territorio, soprattutto da scolaresche e corregionali. All’interno del parco “Sardegna in Miniatura”, esteso su una superficie di 50.000 mq, sono presenti diverse sezioni, una delle quali è proprio quella dedicata alle miniature, dove sono presenti circa 50 miniature realizzate con vera maestria in scala ridotta, rappresentanti alcuni tra i monumenti più importanti della nostra Isola. Un’altra sezione è quella del padiglione “nuragico”, una ricostruzione in dimensioni reali di un villaggio nuragico, con capanne arredate con oggetti e manichini.

Interessantissima la visita a "MusA il Museo dell'Astronomia", un padiglione interamente dedicato all'affascinante mostra "viaggio nello Spazio", dove si potrà, per la prima volta in Sardegna, osservare le meraviglie dell'universo e quanto l'uomo è stato in grado di fare nel campo della conquista dello spazio. Questo progetto, intende far vivere al visitatore un'esperienza unica e suggestiva, con riferimenti scientifici. Alla fine del percorso espositivo, si vivrà un'esperienza indimenticabile immergendosi nell'immensità dello spazio grazie al maestoso "planetario", unico in Sardegna a poter proporre in full dome a tutta cupola ed in alta risoluzione, con la sua imponente cupola di quasi metri.

Dal 2016 è presente uno straordinario percorso con i Dinosauri che grazie a sofisticate tecniche animatroniche sono in grado di muoversi, respirare, osservare, ruggire… insomma vivere! L’occasione dunque per poter ripercorrere gli scenari di 250 milioni di anni fa

giganti preistorici. Per la stagione 2017 il Parco dei Dinosauri si è arricchito di altre specie preistoriche con l'affascinante mostra sull'Era Glaciale

Un’oasi nell’oasi, all’interno del parco Sardegna in miniatura, all’interno di una struttura in lamellare con ampie superfici vetrate di quasi 1.000 metri quadrati , sarà possibile condurre un viaggio in una vera foresta tropicale, alla scoperta di specie animali e vegetali dalle forme e dai colori inaspettati. Il "PARCO NATURA" permetterà di vivere un’esperienza unica di educazione alla sostenibilità ambientale, accompagnando il fascino della natura all’apprendimento diretto dei delicati equilibri che regolano la convivenza nel nostro pianeta. Il percorso, dopo una breve introduzione al tema, modulata in base all'età dei ragazzi, entrerà subito nel vivo con la sezione dei grandi acquari dove potremmo letteralmente immergerci in un fiume della foresta pluviale attraverso un tunnel subacqueo, unico in Sardegna, posizione privilegiata per l'osservazione del comportamento della fauna che popolano questi corsi d'acqua...proseguiremmo con la grande vasca dei piranha lunga ben 7 metri caratterizzata da una foresta di mangrovie..per poi ritrovarci nella nuova grande biosfera, dove Camaleonti, Iguane, tartarughe, ran e dai colori vivaci, insetti giganti dalle forme inaspettate, faranno da cornice ad un percorso che aiuterà a risvegliare la nostra coscienza ecologica e la consapevolezza.

Il parco dei dinosauri robotici più grande d’Italia

Si trova con la collezione dei cuccioli di dinosauri il Parco, già considerato il più grande d’Italia nel suo genere, si rivolge a nuovi aspetti che riguardano la vita degli esseri che hanno vissuto incontrastati durante la preistoria. Questo argomento entra quindi nella narrazione didattica e apre nuove riflessioni sul rapporto di queste specie con quelle che sono arrivate sino ai giorni nostri. Il Parco dei Dinosauri è stato il primo in Sardegna a proporre un percorso popolato da riproduzioni che, grazie a sofisticate tecniche animatroniche sono in grado di muoversi, respirare, osservare, ruggire… insomma vivere! L’occasione dunque per poter ripercorrere gli scenari di 250 milioni di anni fa alla scoperta di questi incredibili giganti preistorici, gli animali più misteriosi e affascinanti della storia dell’evoluzione riprodotti in scala naturale e con rigore scientifico grazie alla consulenza di illustri paleontologi. In una cornice ricca di suggestioni potremo ammirare da vicino la possente mole dell’Apatosauro con i suoi 18 metri di lunghezza e via via lungo tutto un’arco evolutivo di 250 milioni di anni, le specie c he hanno catturato la nostra curiosità fino ad arrivare al possente e feroce Tirannosaurus-rex riprodotto anch’esso con tecniche animatroniche a grandezza naturale, più grande di un autobus di linea con i suoi 14 metri di lunghezza e le 7 tonnellate di perche lo trasformava in assoluto nel cacciatore più temibile del giurassico.

Venite a trovarci in questo magnifico territorio.

Il patrimonio ambientale, legato alla morfologia del territorio, è dovuto all’attività vulcanica caratteristica del sito. Le diverse eruzioni, apportando rocce di origine lavica, hanno generato altipiani interrotti da bastioni di basalto, “Trebine” falesie di “Conk’’e Mraxi “e “Mitza e Margiani “, che ne caratterizzano il paesaggio. In questo contesto grande importanza riveste la copertura vegetale caratterizzata da boschi che ricoprono come un manto migliaia di ettari a partire dalle quote più elevate dove sono presenti senza soluzione di continuità i boschi di leccio, tra i quali “Acquafrida”, “Beda Manca”, “S’arroxiu”, “Mitza e Margiani “caratterizzati dalla presenza di “patriarchi” secolari, per arrivare ai boschi di sughera e di roverella presenti alle quote più basse.

Da un punto di vista storico-culturale il Monte Arci ricopre un ruolo di elevata importanza dovuto alla sua storia millenaria che ha reso il suo territorio protagonista dal periodo preistorico per uno dei più importanti giacimenti di Ossidiana esportata in tutto il Mediterraneo per la produzione di utensili e altri m anufatti, denominata “oro nero” per il valore che rappresentava in quel tempo.

L'ossidiana è una roccia di origine vulcanica prodotta dell'effusione di lave. Il suo colore solitamente nero brillante con aspetto vetroso.

Il monte Arci

Nel Comune di Pau, sede del Museo dell’Ossidiana, è possibile ancora oggi visitare gli antichi giacimenti e fare delle passeggiate nei “percorsi dell’ossidiana”.Il territorio della Marmilla è costituito da 43 Comuni contigui a cavallo tra le province di Oristano e del Medio Campidano. E’ un territorio di area interna a prevalenti caratteristiche rurali, con un insediamento antropico a maglia larga, risorse ambientali di pregio, risorse culturali materiali (in prevalenza archeologiche di rilevanza internazionale) e immateriali, configurazione del paesaggio disegnato dalla pastorizia e dalle coltivazioni cerealicole. L’Unione dei 43 Comuni raggruppa una subregione geografica della Sardegna, posta nella zona centro-meridionale della regione. È delimitata a ovest e a sud dal Campidano, a nord-ovest dal monte Arci, a nord dalla Giara di Gesturi e dalla Giara di Serri, a est dal Flumini Mannu. Il territorio è disposto nell’area sud/sud-est della Provincia di Oristano, al centro della Sardegna, compreso fra il Monte Arci, il Grighine e la Giara. Fra le tre aree, Arci, Grighine e Giara, il paesaggio è caratterizzato perlopiù da dolci colline che cambiano colore nel corso delle stagioni, dal giallo paglierino dei mesi più caldi fino al verde più intenso della primavera. I centri urbani dei venti paesi dell’Unione dell’Alta Marmilla sono ricchi di particolari architettonici di alto rilievo storico.