Idealismo

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L'idealismo è quella corrente filosofica affermatasi tra il XVIII e il XIX secolo nel più ampio contesto del romanticismo. Questa filosofia nega valore indipendente alla realtà, che considera un riflesso o prodotto dell'attività razionale del soggetto (cioè l'uomo). Così, la realtà non esiste indipendentemente e al di là dal soggetto che la pensa, ma anzi essa stessa è prodotta dalla mente del soggetto. In altre parole, la realtà esiste in quanto esiste un soggetto che la pensa.

Dal criticismo all'idealismo[modifica | modifica sorgente]

Il criticismo kantiano aveva posto dei limiti definiti alla validità della conoscenza umana e ai campi in cui può essere considerata scientifica. Il criticismo aveva infatti distinto la nozione di fenomeno, che è l'oggetto reale quale noi lo conosciamo per mezzo delle forme a priori della ragione teoretica (cioè impegnata nell'attività di conoscenza, vedi Critica della ragion pura), da quello di noumeno, cioè l'oggetto reale in sè, che l'uomo non è in grado di conoscere, almeno non in modo scientifico. Il noumeno in Kant ha la valenza di un concetto limite che l'uomo, nella sua attività conoscitiva, non poteva oltrepassare, pena cadere in errore e contraddizione. Gli idealisti, da una errata interpretazione di questi concetti, credono che il noumeno non solo possa essere conosciuto, ma che la sua esistenza sia dovuta all'attività razionale del soggetto, che quindi è il centro originario e produttivo della realtà. Infatti, se il noumeno esiste ma non possiamo conoscerlo, allora la sua esistenza (di cui siamo certi) non deriva dal fatto che l'abbiamo conosciuto empiricamente (cioè nell'esperienza sensibile) ma solo dal fatto che lo pensiamo. Quindi per gli idealisti vale l'uguaglianza: "Essere è (equivale ad) essere pensato".