Colonna di Vigo

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Colonna di Vigo

La colonna di Vigo è uno degli elementi architettonici più rappresentativi della città di Chioggia e si erge nella piazzetta omonima, affacciata sulla laguna veneta.

La colonna rappresenta il fulcro della vita cittadina chioggiotta, attorniata da negozi, da palazzi storici con porticati che percorrono interamente un lato del Corso del Popolo.

Rappresenta anche un punto di ritrovo per i giovani del territorio.

Colonna di Vigo

Descrizione[modifica | modifica sorgente]

La colonna di Vigo è fatta di marmo greco di colore bianco, massiccio, ma dotato di una fine eleganza naturale.

Poggia su due gradini e sostiene un capitello bizantino su cui sembra riposare, a guardia della città, un leone alato chiamato «gatto» per le sue ridotte dimensioni.

Alla base una iscrizione latina ricorda che è stata posta nella piazzetta dal podestà Giulio Antonio Mussato, nel 1786.

Storia[modifica | modifica sorgente]

La colonna si colloca nella Piazzetta di Vigo (45°13`23.6496``N, 12°16`50.9772``E, IT) ed è un simbolo della città di Chioggia. È stata ritrovata nel 1763, durante alcuni scavi fatti per la ricostruzione della torre dell'orologio di Sant'Andrea e del palazzo di Città. Potrebbe avere origini bizantine e quindi risalire al XII secolo. Una volta restaurata venne collocata al centro di Piazzetta Vigo nel 1786 da Giulio Antonio Mussato.

Il leone soprastante alla colonna ha subito un danno a causa delle vibrazioni dovute dal passaggio di mezzi pesanti che hanno costruito il baby Mose, ma nell’Aprile del 2018 il comune ha completato il restauro della colonna di Vigo, riparando per primo l’ala caduta.

Leggende[modifica | modifica sorgente]

Sulla colonna di Vigo esistono diverse leggende.

La principale narra che un gatto chioggiotto era inseguito da quattro imponenti leoni alati veneziani, il gatto si rifugiò in cima alla colonna.

I leoni si sedettero nell'attesa che il gatto scendesse ed aspettarono così a lungo che persero le ali e divennero di pietra.

Un’altra leggenda narra che i Chioggiotti volessero un simbolo per lo Stato. Chiamarono uno scultore economico che non riuscì però a riprodurre il leone desiderato. Con lo stesso blocco di pietra d’Istria, egli non mollò e riprovó varie volte, fin quando riuscì a produrre il leone voluto, ma con dimensioni molto più ridotte rispetto a come lo desideravano i cittadini.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Pierluigi Rizziato, Storia di Chioggia. Dalle origini ai giorni nostri, Edizioni Biblioteca dell'immagine, Pordenone 2019

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]