John Maynard Keynes

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John Maynard Keynes

John Maynard Keynes.jpg
Keynes nel marzo 1946, poco prima di morire

Nome
Cognome
Sesso
Luogo di nascita
Data di nascita
Luogo di morte
Data di morte
Attività
John Maynard
Keynes
M
Cambridge
5 giugno 1883
Firle
21 aprile 1946
economista

John Maynard Keynes, barone di Tilton è stato un economista inglese.

È ritenuto il più importante economista (cioè studioso di economia) del 1900.

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Studi e impieghi principali[modifica | modifica sorgente]

Alfred Marshall, professore di Keynes a Cambridge.

Figlio di un economista, studia matematica, ma poi decide di passare all'economia. Pur vedendosi rifiutare la tesi universitaria, ottiene un lavoro presso l' Economist Journal (la rivista di economia più famosa all'epoca) dove ottiene una buona reputazione come economista.
Ottiene poi un prestigioso impiego presso la Royal Commission on Indian Currency and Finance , dove dimostra tutta la sua abilità con le finanze estere.
Diventa così consulente finanziario del Ministero del Tesoro e, nel 1919, rappresentante finanziario del ministero nella Conferenza di Versailles (patto firmato subito dopo la Prima guerra mondiale).
Poco dopo scrive due importanti trattati: Le conseguenze economiche della pace e Per una revisione del Trattato, dove prevede,in seguito alle pesanti penalità subìte dalla Germania dopo la Prima guerra mondiale, il crollo economico dello stato tedesco, che effettivamente avvenne, favorendo la diffusione delle idee naziste di Adolf Hitler.

La Teoria generale[modifica | modifica sorgente]

Franklin Delano Roosvelt, che, attraverso il New Deal, applicò la teoria di Keynes negli Stati Uniti.

L'opera più importante di Keynes è la Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta , del 1936, fondamentale trattato che precede la macroeconomia. All'interno di esso, Keynes espone la teoria che se si vuole favorire il lavoro e far diminuire la disoccupazione, bisogna aumentare la spesa pubblica (il denaro che lo Stato utilizza per le opere pubbliche, destinate ai cittadini) con opere pubbliche e finanziamenti agli enti lavorativi (cioè che forniscono lavoro). La teoria di Keynes viene ampiamente utilizzata negli Stati Uniti d'America dal presidente Franklin Delano Roosvelt, con ottimi risultati, dando così inizio alla macroeconomia.

Anni quaranta[modifica | modifica sorgente]

Per il suo contributo al sollevamento economico degli Stati in crisi, ottenne nel 1942 il titolo di barone di Tilton.
Durante la Seconda guerra mondiale fu a capo della delegazione inglese chiamata a negoziare con gli Stati Uniti. La delegazione chiedeva al ricco stato americano dei finanziamenti per gli stati europei, ormai senza denaro a causa della guerra, e li ottenne anche grazie al negoziato dell'americano Harry Dexter White, che convinse lo scettico Stato americano a donare piccole somme di denaro all'Europa. Purtroppo i fondi americani erano troppo pochi e non riuscirono a far chiudere in positivo i bilanci dei paesi europei , dando così origine alla Crisi petrolifera del 1970.

Vita privata[modifica | modifica sorgente]

Sposò nel 1918 Lydia Lopokova, famosa ballerina russa.
Grazie al suo fiuto finanziario si arricchì con giusti investimenti, nonostante si fosse quasi rovinato in seguito alla crisi economica del 1929.
Fu grande amico e rivale in campo lavorativo di Arthur Pigou e grande estimatore di Isaac Newton.
Morì nell'aprile 1946 a causa di un infarto.

Autori che influenzarono Keynes[modifica | modifica sorgente]

Egli fu un grande estimatore di Thomas Malthus, il cui lavoro fu rivalutato da Keynes, e di Alfred Marshall e Arthur Pigou, con cui collaborò a Cambridge.
Fu molto critico però con Karl Marx: ritenne la sua teoria, esposta ne Il Capitale, "priva di una sola frase che abbia un qualche interesse per un essere umano dotato di ragione" [1].

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Lettera a Pietro Sraffa, 5 aprile 1932

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Enrico Mancuso, Politica Keynesiana. Il rilancio dell'economia tra libertà e benessere, Armando editore, Roma 2003
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Questa voce è stata eletta Articolo della settimana dal 18 gennaio al 25 gennaio 2014