Platino
Platino | |
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Dati fisico/chimici | |
Numero atomico | 78 |
Simbolo | Pt |
Temperatura di fusione | 1 768,2 °C |
Temperatura di ebollizione | 3 825 °C |
Anno della scoperta | 1735 |
Scopritore | Antonio de Ulloa |
Il platino è un metallo ed è l'elemento chimico di numero atomico 78, avente simbolo Pt.
Origini del nome[modifica | modifica sorgente]
Il nome platino deriva dallo spagnolo “platina” diminutivo di “plata” che significa argento. Gli spagnoli all’epoca erano alla ricerca dell’argento e disprezzavano il platino e per questo il diminutivo “platina” è usato in maniera dispregiativa e lo si può tradurre con “argentaccio”.
Diffusione in natura[modifica | modifica sorgente]
Il platino in natura è una miscela di cinque isotopi stabili e di uno radioattivo e lo si può trovare all'interno di rocce ignee anche se lo si rinviene più facilmente in depositi di tipo alluvionale dopo che la corrente ha spazzato via i corpi meno densi.
Caratteristiche fisiche[modifica | modifica sorgente]
Il platino puro si presenta simile all'argento con un colore bianco-grigio. È il metallo più duttile dopo oro e argento ed è molto malleabile. Inoltre è resistente alle alte temperature. In natura si presenta allo stato solido. Infine per la sua ottima conducibilità viene considerato uno dei migliori conduttori di elettricità.
Temperatura di ebollizione: 1 768,2 °C
Temperatura di fusione: 3 825 °C
Caratteristiche chimiche[modifica | modifica sorgente]
Il platino è molto resistente alla corrosione ed all’ossidazione (per questo è molto usato per la produzione di gioielleria) ed ha una buona capacità catalitica (una spugna di platino in presenza di una miscela di idrogeno e ossigeno gassosi, esplode) inoltre ha una buona resistenza agli acidi in quanto non si si scioglie in essi. Il platino a contatto con l’acqua ragia forma un acido chiamato “cloroplatino”.
Storia[modifica | modifica sorgente]
Il platino era noto e usato dalle popolazioni precolombiane del Sudamerica già dal 1557 ma la scoperta di esso viene attribuita all'astronomo Antonio de Ulloa e a Don Jorge Juan y Santacilia, entrambi incaricati dal re Filippo V di Spagna di unirsi ad una spedizione in Perù che durò dal 1735 al 1745. Saranno infatti proprio gli spagnoli che attribuiranno a questo metallo il nome di platino (piccolo argento), in quanto presentavano caratteristiche fisiche peculiari.
Attualmente il suo numero alchemico è dovuto proprio all’unione dei simboli dell’oro e dell’argento che sono i metalli che più gli assomigliano.
Usi[modifica | modifica sorgente]
Il platino è molto utilizzato nella produzione gioielliera per produrre principalmente attrezzi da laboratorio, contatti elettrici e connettori per cavi, termoresistenze e termocoppie per le misura di temperatura, nel campo dell’odontoiatria, nei dispositivi antinquinamento delle automobili, per la realizzazione di catalizzatori e nell'industria chimica.
Sicurezza[modifica | modifica sorgente]
Il platino puro non è da considerarsi pericoloso tuttavia i suoi composti come il rodio sono da considerarsi altamente tossici per cui bisogna evitare di inalarli, ingerirli o metterli a contatto con la pelle.
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]
Platino su it.wikipedia
- chimica-online.it