Afnio
Afnio | |
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Dati fisico/chimici | |
Numero atomico | 72 |
Simbolo | Hf |
Temperatura di fusione | 2 233 °C |
Temperatura di ebollizione | 4 603 °C |
Anno della scoperta | 1923 |
Scopritore | George De Hevesy e Dirk Coster |
L'afnio è l' elemento chimico con numero atomico 72 e simbolo Hf.
Origini del nome[modifica | modifica sorgente]
Da Hafnia, nome latino di Copenaghen.
Diffusione in natura[modifica | modifica sorgente]
Si trova, in tracce, in minerali come lo zirconio [ Zr(SIO)4 ] e la baddeleyte ( ZrO2 ).
Caratteristiche fisiche[modifica | modifica sorgente]
È un metallo, lucido, di colore grigio-argento. A 25 °C si trova allo stato solido e si presenta con struttura cristallina ed esagonale. La densità a 293 K è pari a 13.2 g/cm³. La temperatura di fusione è pari a 2227 °C mentre la temperatura di ebollizione è circa~5300 °C.
Caratteristiche chimiche[modifica | modifica sorgente]
Si presenta duttile e resistente alla corrosione. È resistente agli alcali concentrati mentre reagisce con gli alogeni. Ad alta temperatura l'afnio reagisce con ossigeno, azoto, carbonio, boro, zolfo e silicio.
Storia[modifica | modifica sorgente]
L'afnio è stato scoperto da Dirk Coster e George Charles de Hevesy nel 1923 a Copenaghen, Danimarca. All'inizio del 1923 alcuni chimici e fisici, tra cui Niels Bohr e Charles R. Bury proposero che l'elemento 72 dovesse assomigliare allo zirconio e quindi non far parte delle terre rare. Dirk Coster e George Charles de Hevesy cominciarono a cercare l'elemento 72 nei minerali di zirconio fino a scoprire l’afnio. Nel sigillo della Facoltà di scienze dell'Università di Copenaghen compare un'immagine stilizzata dell'afnio.
Usi[modifica | modifica sorgente]
Utilizzato nella costruzione di reattori nucleari, per la sua capacità di assorbire elettroni. Durante la reazione di assorbimento non produce elio. Ha buona stabilità e mantenimento delle proprietà meccaniche sotto radiazione. Il periodo di utilizzo delle barre in afnio può superare i 10 anni.
Sicurezza[modifica | modifica sorgente]
L'afnio va trattato con attenzione perché quando è in polvere è piroforico, cioè si accende spontaneamente a contatto con l'aria.
Tutti i suoi composti dovrebbero essere trattati come sostanze tossiche.
Fonti[modifica | modifica sorgente]
Note[modifica | modifica sorgente]
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]