Utente:Luisa Pesce

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E TU RINUNCERESTI A QUALCOSA DI TUO PER IL BENE DI UN ALTRO BAMBINO?[modifica | modifica sorgente]

Attraverso questa interpretazione del film “il buco”, trasformato in favola, proveremo ad illustrare il pensiero e le teorie di un grande filosofo politico del 600, Hobbes. Cercando di far riflettere il più possibile sul tema dell'individualismo e del comunitarismo. Quindi, farvi capire l’importanza della condivisione e comprendere i concetti di egoismo e altruismo.

INTRODUZIONE HOBBES.[modifica | modifica sorgente]

Hobbes è un filosofo politico del ‘600. È un esponente della concezione politica del potere sovrano, insieme a Spinoza e Rousseau. Il potere sovrano pensa che lo stato debba garantire la sicurezza collettiva della comunità, non soffermandosi sui singoli individui. Hobbes, è inglese e vive durante la rivoluzione inglese, che segna molto la sua vita e il suo pensiero. Lui scrive più libri, tra i quali i più importanti sono il "Leviatano" e il "Behemoth". Questi due titoli hanno in realtà un significato profondo, corrispondono a due demoni. Il Leviatano è simbolo dello stato, ed è descritto come l’essere più grande anche di Dio stesso. Il Behemoth è simbolo del caos, creato dalla collettività senza sovrano. Questi due demoni sono in lotta continua, ma per fortuna c’è il Leviatano, il sovrano che riporta l’ordine.

FAVOLA:[modifica | modifica sorgente]

C’era una volta in un paese lontano una grande prigione verticale, formata da più di 200 piani ed in ognuno di questi convivevano 2 persone. Al centro di ogni stanza vi era un buco da cui per ogni pasto arriva una piattaforma rettangolare piena di cibo e bevande. Questa piattaforma arrivava dal piano zero, che si trovava in cima alla prigione, dove c’era una cucina con dei cuochi che ogni giorno preparavano i pasti per i carcerati. Il problema principale di questo meccanismo era che la maggior parte delle volte le persone che si trovavano ai piani inferiori non ricevevano nulla. Per “garantire” la sopravvivenza ogni mese tutte le coppie di persone cambiavano livello. Inoltre non si poteva trattenere cibo sul proprio piano per i giorni seguenti poiché così facendo entro pochi minuti si moriva congelati a causa del sistema. Nella prigione non c’erano solo criminali, ma anche persone che decidevano di entrare volontariamente per svariati motivi. Ad esempio, il protagonista di questa storia, Goreng, ha deciso di entrare lì dentro per togliersi la dipendenza dal fumo e dedicarsi alla lettura. Un’altra cosa importante da sapere è che ogni detenuto poteva scegliere un solo oggetto da portarsi dietro, goreng decide di portarsi il libro “Don Quijote” di letteratura spagnola perché si era ripromesso di leggerlo in questa occasione. Goreng appena arrivato si trova in un mondo totalmente diverso da quanto immaginato, poiché non aveva mai visto prigioni di questo genere. Si sveglia ad un livello piuttosto alto, questo è per lui una fortuna perché gli permette di sfamarsi e non soffrire la fame. Incontra il suo compagno di cella, Trimagasi, che è lì da molto più tempo di lui, ed inizia a fargli domande sul sistema della prigione, chiedendosi a cosa servisse il buco al centro della stanza. Quando comprende che non tutte le persone all’interno della prigione attraverso questo meccanismo riescono a sfamarsi, resta sconvolto e pensa che si debba agire per cambiare le cose. La prima volta che arriva la piattaforma con il cibo e le bevande Goreng rifiuta di mangiare come protesta scandalizzato dalla quantità di cibo mangiata dalle persone dei piani sopra di lui, a differenza sua il sua compagno è molto più egoista e pensa unicamente alla sua sopravvivenza cercando di mangiare tutto il cibo possibile. Questo è un segnale di disprezzo per tutte le persone che si trovano al di sotto. Il mese successivo i due si trovano invece in uno dei livelli più bassi, dove probabilmente il cibo non sarebbe mai arrivato. Per questo Trimagasi nella notte decide di legare Goreng per poi successivamente mangiarselo, così facendo sarebbe riuscito a sopravvivere per un mese a quel livello. Per fortuna il protagonista viene salvato da una donna che da mesi, attraverso la piattaforma, girovagava per tutti i piani in cerca di sua figlia. Goreng riesce a sopravvivere, nonostante gli arrivi pochissimo cibo, ed il mese dopo si trova in uno dei piani più alti insieme ad un nuovo compagno che ha il suo stesso pensiero. Anche lui come Goreng voleva far arrivare il cibo a tutti i prigionieri, perché se diviso equamente ce ne sarebbe stato a sufficienza. Per questo insieme provano a fare delle razioni di cibo ma non ricevono ascolto dalle altre persone, che pensano solo ai loro stessi e alla loro sopravvivenza. Se ognuno avesse mangiato solamente il cibo di cui aveva bisogno tutti sarebbero ancora vivi e questo problema non sarebbe esistito. Ma la realtà è un'altra, alla fine l’individualismo e l’egoismo delle persone hanno vinto sulla collaborazione, ma è importante ricordare che senza una condivisione la sopravvivenza non sarà mai garantita per tutti.

COLLEGAMENTO FAVOLA/HOBBES.[modifica | modifica sorgente]

Nella favola appena raccontata ci sono molti aspetti che fanno pensare alle teorie di Hobbes. Per questo filosofo lo stato nasce sempre per garantire che la collettività si salvi, questo perché secondo lui quando nasciamo ci troviamo nello “stato di natura”, dove tutti gli uomini sono uguali. Secondo Hobbes questo stato di uguaglianza crea il caos perché tutti hanno diritto ad ogni cosa e quindi tutti sono contro tutti. Nella nostra favola appunto gli uomini è come se fossero nello stato di natura, combattendo per la propria vita, questo perché non c’è un sovrano che li indirizza e gli da delle regole. Per Hobbes appunto la figura del sovrano era fondamentale in una comunità, perché lui doveva avere tutto il potere e comandare i cittadini così da impedire situazioni di caos. Inoltre nella favola, abbiamo due tipi di personaggi, il primo che pensa al bene comune, ed è un comunitarista. Il secondo che pensa solo a se stesso, ed è un individualista. Purtroppo, sono poche le persone che di loro volontà pensano al bene comune, per questo ci deve essere uno stato. Se tutti fossimo come Goreng, non ci sarebbe problema ma il mondo non funziona così. Lo abbiamo anche testato grazie ad un esperimento fatto con il nostro prof di filosofia che testa l’equilibrio di Nash.


DILEMMA DEL PRIGIONIERO/NASH.[modifica | modifica sorgente]

Il dilemma del prigioniero è un teorema matematico che spiega che nonostante le persone sappiano che è meglio seguire le regole, molte volte non lo fanno e quindi ricadono nello stato naturale iniziale. Questo accade secondo il principio che se non ci sono forti legami tra le persone non si riesce a fidarsi degli altri perciò si tende ad agire per i propri interessi. C’è da dire che però nella comunità è impossibile conoscere tutti quindi per Hobbes la figura del sovrano è comunque fondamentale per guidare le persone ad agire nel modo giusto. Inoltre secondo l’equilibrio di Nash quello che porta vantaggio a livello individuale non coincide con ciò che lo porta a livello di gruppo. Quindi come dice Hobbes noi agiamo individualmente, per noi stessi e di seguito non riusciamo ad applicare le leggi etiche, che sono le leggi che presenti in noi dalla nascita che dovrebbero guidarci nelle giuste azioni, perché non possiamo avere la certezza che anche l’altra persona lo farà, fondamentalmente siamo tutti egoisti. Per Hobbes c’è bisogno del sovrano per uscire dall’equilibrio di Nash.


COMUNITARISMO/INDIVIDUALISMO.[modifica | modifica sorgente]

A questo punto è importante fare una distinzione tra due termini, comunitarismo ed individualismo. Secondo i comunitaristi le regole e i vincoli permettono che le cose funzionino al meglio, all’interno di una comunità, dove ci sono progetti in comune è l’esperienza migliore, le scelte del singolo inoltre aiutano la crescita del benessere della comunità, perché non è una scelta egoista. Secondo gli individualisti, invece, le cose vanno meglio se mantenute sul piano privato. Poiché i vincoli comunitari sono spesso pericolosi e si agisce semplicemente per paura delle conseguenze. Per gli individualisti la cosa importante é il bene personale, senza preoccuparsi dei problemi e gli interessi della collettività.

ESPERIMENTO.[modifica | modifica sorgente]

Concludiamo il nostro lavoro con questo piccolo esperimento mettendo in atto tutto ciò che abbiamo appreso, facendovi riflettere sul tema. Vi invitiamo a pensare molto bene alla domanda posta qua sotto perché dalla vostra risposta dipende la felicità di qualcuno.

Immaginati che babbo natale finalmente ti porti il regalo dei tuoi sogni, quello che hai sempre voluto. Adesso pensa, se ti venisse chiesto di rendere felice un bambino della tua stessa età, che non ha mai avuto giocattoli con cui giocare in tutta la sua vita, e l’unica maniera che hai per farlo è dargli il giocattolo che hai appena ricevuto. Cosa faresti?