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Bella
comune


Map of comune of Bella (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
Localizzazione
Localizzazione
Stato Flag of Italy.svg Italia
Amministrazione
Territorio
Altitudine 662 m s.l.m.
Superficie 99,84 km2
Abitanti 4,995 (31-12-2018)
Densità 51,4 ab. km2
Provincia Potenza
Frazioni 3 frazioni
Confini Baragiano, Avigliano, Muro Lucano, Ruoti
Altre informazioni
Lingue italiano, dialetto
Cod. postale 85051
Prefisso 0976
Codice ISTAT 076012
Nome degli abitanti bellesi
Patrono San Giuseppe
 



BELLA[modifica | modifica sorgente]

Bella è un comune della provincia di Potenza,in Basilicata. E' medaglia d'oro al merito civile.

Geografia fisica[modifica | modifica sorgente]

Bella si trova a nord-ovest della provincia potentina e si erge su una collina posta a 662 metri sul livello del mare. Confina con i comuni di: Muro Lucano,San Fele,Baragiano,Avigliano,Ruoti. [1] Il territorio si estende per 99,60 chilometri quadrati e raggiunge la massima altitudine col Monte Santa Croce(1.407 m.s.l.m.). Del comune di Bella fanno parte anche le frazioni di Bagni San Cataldo (13,18 km), Bella Muro Scalo (2,91 km), Braida (1,20 km), Carlotta (3,64 km),Castelluccio (5,80 km), Martiniglio (5,49 km), Menza (13,78 km), Pietra Scritta (9,59 km), Poggiolungo (6,96 km), Re Pupillo (8,36 km), San Cataldo (14,12 km), San Cataldo Zippariello (13,87 km), Sant'Antonio Casalini (6,62 km),Terre Nuove Poggiolungo (6,51 km), Valle della Pietra (15,02 km).[2]

La Storia[modifica | modifica sorgente]

IL 900 E IL 1600 D.C.- LE INVASIONI BARBARICHE E I FEUDI[modifica | modifica sorgente]

'''Stele funeraria trovato in località Casale'''. Dal "Foto Album della Comunità bellese dal 1881 al 1980", di Mario Martone.

Bella è una cittadina che ha origine nel periodo medioevale. I ritrovamenti di reperti come sepolcri, monete e frammenti di vasi nelle contrade di Pietrascritta, Santa Sofia e Sant’Antonio dei Casilini testimoniano che Bella Tra il 900 e il 1000 D. C. fu dominata da diversi popoli straniere, come Arabi,Normanni e Svevi . Nel XII secolo il popolo bellese passò ad un sistema feudatario comprendendo il vasto feudo di Santa Sofia, quello più piccolo delle Caldane e altri 16 minuscoli feudi. "Il cuore del feudo divenne allora il Castello, quasi inaccessibile,costruito sul cucuzzolo di una collina" [3]. Dal 1462 fu feudo dei Caraccioli di Brienza, dei Castellaneta,dei Ferrante d’Alarcon, degli Alemode Mendoza, dei Carafa. Nel 1560 il popolo, oppresso dal regime feudale, chiese di passare sotto il diretto dominio del Re; nel 1562 il popolo riuscì ad ottenere l'assenso regio pagando 14.700 ducati L'accordo tra il nuovo regime e il popolo fu regolato da uno Statuto di 26 Capitoli . Nel 1564 il popolo mostrò nuovamente un certo malcontento e chiese di ritornare sotto il dominio feudale.Il popolo fu nuovamente costretto a pagare un riscatto: 14.700 ducati, prestati dal barone Agostino Rondone di Melfi . Nel 1591 la famiglia Rondone vendette Bella, insieme a Santa Sofia, Caldane, Platano e Baragiano, alla famiglia Caracciolo per 110.000 ducati. Bella restò feudo dei Caracciolo di Torella, che nel 1598 ottennero il titolo di Marchesi di Bella, fino alla fine della feudalità ,decretata nel 1806 da Giuseppe Bonaparte.Il XVII secolo visse un periodo di povertà dovuto alle carestie, alla peste e al disastroso terremoto del 1694. I secoli XV e XVI si sono succeduti a favore del bene sociale e del servizio ai cittadini. In quegli anni molte Cappelle comunali, ricche di animali da allevamento e di grano, garantivano coi lori Monti Frumentani il fabbisogno a molti cittadini mentre la Cassa Sacra del Clero locale offriva prestiti in denaro ad interesse legale a chiunque lo richiedesse. L'Amministrazione comunale garantiva efficienti servizi di scuola pubblica, di condotta medica e di esequie gratuite per tutti i cittadini, e, nei periodo allora più che ricorrenti di malannata, distribuiva gratuitamente pane ai poveri e controllava il prezzo del grano per tutti. Questa politica attirò molte persone dai paesi vicini e spronò alcuni privati a istituire Monti di prestiti per bisognosi, Monti di Maritaggio per fanciulle povere e una scuola di latino gratuita per tutti. Un altro privato, Bonaventura Cavallaro, aveva una biblioteca eccezionalmente fornita, rispetto ai tempi.

I MOTI RIVOLUZIONARI E IL BRIGANTAGGIO[modifica | modifica sorgente]

Alla fine del XVIII Bella non solo fu attaccata dalle popolazioni confinanti ma fu anche teatro di feroci lotte tra famiglie e gruppi sociali che culminarono con i moti del 1799 in cui morirono 28 cittadini. La seconda metà dell’Ottocento fu caratterizzata dall’invasione dei briganti e dal fenomeno dell’emigrazione che continuò anche nella prima metà del Novecento. Il 22 novembre del 1861 il paese fu invaso da una banda di 700 briganti circa, capeggiati da Carmine Crocco.Dopo un lungo combattimento in cui i bellesi riuscirono a difendersi arroccati nel castello, saccheggiato tutto il possibile la banda di Crocco si ritirò. Il Consiglio Provinciale della Basilicata considerò la resistenza opposta dai bellesi un atto eroico e l'11 Gennaio 1862, dichiarò "Benemeriti della Patria …ancei cittadini di Bella… che con tanto coraggio e tanto patriottismo seppero difendere le mura dei padroni".Il terremoto del 1980 recò molti danni, ma attualmente il paese è quasi completamente ricostruito.

Leggende[modifica | modifica sorgente]

LA LEGGENDA DI ISABELLA[modifica | modifica sorgente]

Si narra che molto tempo fa l'attuale territorio bellese, fosse suddiviso nel villaggio di Sant'Antonio Casalini e nel villaggio di San Lorenzo. Il villaggio di San Lorenzo era governato da una giovane e bella fanciulla dal nome ISABELLA. Un giorno gli abitanti del villaggio di San Lorenzo furono attaccati dai Normanni, popolo di guerrieri che nel XI secolo cominciarono a saccheggiare il sud Italia. La regina dal suo castello vide cosa stava succedendo e, indossato l’abito bianco, infilò nella cintura del vestito il braccio più lungo di un piccolo crocifisso, che nascondeva un pugnale per correre incontro agli invasori e cercare di salvare i suoi sudditi. Arrivata sul campo di battaglia si chinò davanti al capo dei normanni chiedendogli di fare la pace con il suo popolo. Il capo normanno appena la vide si innamorò di lei; le prese la mano, la baciò, le pose sulle spalle la sciarpa rossa che portava al collo, le cinse il fianco con la spada e la nominò capitano del paese. Il capo dei Normanni e la regina Isabella si sposarono e gli abitanti fecero una grande festa. Dopo la sua morte, con unanime plebiscito fu stabilito che il villaggio di San Lorenzo si chiamasse Bella, comprendendo adesso anche il territorio di Sant’Antonio Casalini.

Patrimonio Culturale[modifica | modifica sorgente]

Un evento di straordinario interesse culturale è riconosciuto ormai nel “Bella Basilicata Film Festival” che ogni anno propone un tema diverso trattato in convegni, mostre, concerti e dibattiti sul cinema, con il coinvolgimento di volti noti dello spettacolo e del giornalismo nazionale e internazionale.

EMEROTECA[modifica | modifica sorgente]

LA CASA DELLE FIABE[modifica | modifica sorgente]

Un posto immerso nella natura che attrae i turisti nel nostro territorio. Laboratori, racconti, fantasia e spontaneità si mescolano per offrire ai visitatori scoperte meravigliose. La casa delle fiabe è un progetto promosso dal Comune di Bella situata in località Acqua del Faggio in una ex casetta cantoniera, capace di creare un’attrattiva diversa in cui l'elemento principale è la fiaba. La struttura è dotata di 2 sale multimediali. Una delle sale è dedicata alla "quercia parlante" che racconta la transumanza. Nella seconda stanza troviamo il teatro ottico in cui 2 folletti raccontano delle piante officinali. Il contesto territoriale permette ai visitatori di stare a stretto contatto con la natura, aumentando soprattutto nei bambini la curiosità, il senso di meraviglia per far sì che i bambini, la natura e gli adulti per una giornata ritornino ad essere un tutt’uno perché, in fondo, come dice la quercia parlante, abbiamo tutti le stesse radici.

Patrimonio artistico[modifica | modifica sorgente]

I diversi ritrovamenti di insediamenti molto antichi, come stele funerarie, resti di vasi e tracce di mura romane, rendono il territorio bellese un centro di notevole interesse artistico. Diversi edifici del centro abitato sono impreziositi da portali databili tra ‘600 e ‘700.

IL CASTELLO ARAGONESE[modifica | modifica sorgente]

Portale del Castello aragonese di Bella. Ingresso sud del castello.
Stemma sul Portale del Castello aragonese di Bella(PZ)
Stemma sul portale del Castello aragonese di Bella(PZ)

Il castello che fu costruito intorno all'anno 1000 a torre trapezoidale,è stato ampliato e trasformato in un castello a pianta quadrata con 4 torrette angolari nel 1567,sotto il barone AGOSTINO RONDONE di Melfi. Nel 1925,il castello fu venduto al comune di BELLA che lo ha ricostruito dandogli un'aspetto più moderno: la parte superiore dell edificio e stata trasformata in grandi locali e in una vasta terrazza. Il cortile interno,sagomato con un grande arco a struttura federiciana in pietre arenarie a sagoma poligonale,si apre fino al tetto che ,prima scoperto, è ora protetto da una grande cupola in materiale plastico. Nella parte sottostante del castello e stata costruita con in stile moderno una vasta sala consiliare la cui parte occidentale è retta su una struttura in travi di acciaio. Nel 1930, alle Suore di Maria Ausiliatrice per farne un asilo e "una scuola del lavoro per le signorine del paese". Successivamente la struttura venne adibita prima, nel 1958 a Scuola di Avviamento Professionale e poi, nel 1962 a sede di Scuola Media Inferiore. Il 23 novembre 1980, una forte scossa di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, della durata di circa 90 secondi, mise a rischio di crollo l'intero castello.Dell' antico maniero sono ancora visibili due delle tre torri originarie, oltre al portale e a un arco in stile romanico. La torre visibile dal "borgo" è l’ingresso nord del castello.Sul portale, che rappresenta l'ingresso sud , c’è uno stemma su cui è raffigurata la Regina Isabella, non in un abito regale, ma con una divisa da soldato per ricordare che Isabella sfidò i Normanni e salvò Bella da una grande invasione.


Il castello come centro culturale[modifica | modifica sorgente]

Quella che un tempo fu la residenza di Guglielmo II, oggi assolve ad una serie di nuove funzioni che si possono sintetizzare come "Centro Culturale" Il castello di Bella viene spesso utilizzato per ospitare manifestazioni e mostre di rilievo culturale e sociale e in queste occasioni appare illuminato da un fascio di luce che lo rende visibile da quasi tutto il paese , poiché si trova nel punto più alto del territorio. Anche se illuminato con il tricolore, i colori della bandiera italiana, il castello di Bella nel periodo del Coronavirus è stato chiuso ad ogni tipo di visita . Normalmente in tutti i giorni dell’anno è possibile visitarlo insieme ad una guida garantita dall’associazione Pro Loco. Molte coppie di giovani, affascinati dal suo aspetto caratteristico, un pò moderno e un pò antico,scelgono il castello per celebrare il loro matrimonio. Oltre che per mostre di libri e di quadri, per matrimoni civili, per concerti di musica classica e per festeaggreganti come il Carnevale, il castello viene utilizzato anche per allestire i mercatini di natale.

I MURALES[modifica | modifica sorgente]

Passannante Murales.jpg

Camminando per le vie del centro storico del paese si possono ammirare diversi MURALES realizzati dal pittore figurativo postmoderno Mario Glorioso nell'ambito del progetto "BellARte" ideato dall'Amministrazione Comunale e cooprodotto con la Fondazione Matera Basilicata 2019 per Capitale per un Giorno in "Matera Capitale della Cultura 2019". I MURALES bellesi omaggiano la cinematografia lucana: "Cristo si e fermato a Eboli" di Francesco Rosi,"Passante" di Sergio Colabona,"L'uomo delle stelle" di Giuseppe Tornatore,"Io non ho paura" di Gabriele Salvatores,"Mineurs" di Fluvio Wetzl,"Basilicata caost to caost" di Rocco Papaleo.

CHIESE[modifica | modifica sorgente]

Oltre alla cinquecentesca chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, dagli splendidi affreschi, meritevole di essere visitata c’è anche la chiesa Madre di Santa Maria Assunta. Entrambe risalgono al '500 e al loro interno si possono ammirare opere anche firmate di Giovanni Todisco,grande pittore italiano.

Chiesa Madre di Santa Maria Assunta[modifica | modifica sorgente]

Situata a Piazza dei Martiri(chiamata così perché in antichità vi seppellivano i defunti), la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, è la più grande del paese. Costruita nel 1200 con uno stile arabo-normanno, fu bruciata dai turchi e distrutta dal sisma del 1561. Le autorità del paese, decisero di farla ricostruire, ma con misure molto più estese. Essa è anche dimora di San Pio Martire.

Chiesa della Madonna delle Grazie[modifica | modifica sorgente]

La Chiesa della Madonna delle Grazie, danneggiata più volte dai terremoti, è dotata di 5 altari, dove il maggiore è di marmo. Al suo interno, si trova un quadro ottocentesco di Cristiano Danona. In antichità, un altare era dedicato alla Madonna della Neve, protettrice contro i terremoti.

Chiesa della Madonna del Carmine[modifica | modifica sorgente]

La Chiesa della Madonna del Carmine, situata in una zona soggetta a frane, fu fatta ricostruire in una zona più vicina all’abitato. Questa nuova chiesa, è dotata di un solo altare. La notte del 23 novembre del 1898, fu svaligiata da ladri che spogliarono la statua dell’oro. Nel 1980 l’edificio fu ricostruito con i fondi messi a disposizione per effetto della legge.

Chiesa di San Vincenzo Ferreri[modifica | modifica sorgente]

La Chiesa di San Vincenzo Ferreri, costruita nel 1756 e donata alla comunità bellese dalla famiglia Ferrone , presenta un campanile a vela e al suo interno un solo altare. Inoltre, l’edificio si trova alla fine delle scalinate della piazza Monsignor Gagliardi.


Il castello aragonese ospita l'esposizione delle opere di pittura"Anima e natura" di Domenico Conforte,inaugurato lo scorso 9 agosto.

Artisti[modifica | modifica sorgente]

Accanto all'arte bellese vi sono diversi talenti come musicisti,ballerini,cantautori,attori e aspiranti attori,purtroppo costretti ad abbandonare le proprie radici ma sempre pronti a ritornare per confrontarsi e condividere le propri idee.

Terremoto[modifica | modifica sorgente]

Terremoto del 1694[modifica | modifica sorgente]

"Il terremoto causò danni devastanti: 200 case furono distrutte e le rimanenti furono gravemente lesionate e rese inabitabili; crollarono la chiesa madre e il palazzo baronale; ci furono moltissime vittime: le relazioni coeve riportano dati contrastanti che variano dai 250 morti e 150 feriti alla cifra inverosimile di 1300 morti".

Terremoto del 1857[modifica | modifica sorgente]

Il terremoto che travolse la Basilicata il 16 dicembre del 1857 alle ore ore 22:15, considerato per molto tempo non solo il terzo più grave d’Europa,ma anche il più forte d’Italia, investì anche il territorio di Bella.Ciò viene confermato da una lettera inviata all'Intendente della Basilicata(il responsabile dell'amministrazione civile e finanziaria nel tempo del Regno delle due Sicilie) dall'allora Sindaco di Bella, soltanto nove giorni dopo l'evento sismico (25 dicembre 1857). In questo documento, si legge che due giorni dopo la scossa(18 dicembre) in Contrada Carlotta, ad ovest di Bella i terreni franarono e tutta la superficie si riempi di fenditure profonde. Questo evento catastrofico provoco gravi danni e numerose vittime :in base ai dati ufficiali pubblicati in una relazione del Ministero dell’Interno, solo nelle province morirono 9.732 persone.(il 2.6% della popolazione).Dal Catalogo dei Forti Terremoti in Italia risulta che "crollò parzialmente il campanile che danneggiò il tetto della chiesa; anche la chiesa e numerosi edifici furono fessurati. Estesi smottamenti interessarono i dintorni del paese".

Terremoto del 1980[modifica | modifica sorgente]

Case distrutte dal sisma del 1980 nel centro storico di Bella.

Nel Novembre del 1980 alle 19.34 una forte scossa di terremoto della durata di circa 90 secondi colpì la zona che si estendeva dall’Irpinia al Vulture(un’area di 17.000 km ). Il terremoto provocò diverse migliaia di vittime:nella provincia di Potenza, persero la vita 146 persone.Tutti i 131 comuni della Basilicata furono gravemente danneggiati. Fra questi 9 furono inseriti negli elenchi dei comuni disastrati: Balvano, 'Bella', Brienza, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano, Potenza, Ruvo del Monte e Vietri di Potenza.Il terremoto causò danni gravi: in tutto il territorio comunale le unità edilizie distrutte o danneggiate più o meno gravemente furono 2836; le persone rimaste senzatetto furono 665 (11,5%) su un totale di 5882 abitanti; ci furono 2 feriti. Dal Catalogo dei Forti Terremoti in Italia risulta che :"crollò in gran parte la chiesa madre; nella chiesa del Carmine, già in notevole stato di degrado a causa delle scadenti tecniche costruttive e della scarsa qualità dei materiali utilizzati, furono riscontrati crolli parziali degli archi, delle volte e delle coperture; la chiesa di S.Vincenzo fu gravemente lesionata su entrambi i lati della facciata, con distacco dal muro laterale destro, e al centro nella zona del rosone. Notevoli danni furono rilevati anche nelle chiese di S.Cataldo e S.Maria delle Grazie"

Patrimonio naturalistico[modifica | modifica sorgente]

Il bosco di Santa Croce[modifica | modifica sorgente]

Bella resta impressa nella mente e nel cuore del visitatore anche per il suo meraviglioso bosco Santa Croce, in località “Acqua di Faggio”, patrimonio ambientale, naturalistico e storico. Il 15 agosto molti abitanti di bella si riuniscono nel bosco per vivere momenti rilassanti e conviviali. Solitamente viene anche montato un grande palco su si esibiscono gli artisti.C'è un'area picnic ma anche un’area ristorativa dotata di bar e cucina. I bambini possono divertirsi nell'area giochi, ben attrezzata.Il bosco di Santa Croce ha anche un valore evocativo, dal momento che proprio qui, un tempo, si sono mossi i briganti guidati dal lucano Carmine Crocco.

L' acqua del faggio[modifica | modifica sorgente]

La Grotta dell'Eremita[modifica | modifica sorgente]

La “Grotta dell’Eremita” si trova nell’area del Monte Santa Croce ad oltre 1.400 metri di altezza. E' un richiamo per turisti ed appassionati del naturalismo. E'stata inaugurata a Bella per iniziativa dall’Amministrazione Comunale. Un attrattrice per bambini e famiglie che è in linea con la “Casa delle Fiabe” già da tempo in funzione nell’area del Monte Santa Croce per invitare piccoli e grandi a compiere un appassionante viaggio visivo e sonoro alla scoperta dei segreti del bosco. Gli obiettivi sono la valorizzazione del territorio e della montagna aggiungendo un nuovo attrattore a quello esistente. Il nuovo richiamo per turisti ed appassionati bambini, giovani, persone di tutte le età del naturalismo ed è stato presentato oggi dagli amministratori comunali presso la “Casa delle Fiabe”. Da qui sono partiti a bordo di una navetta i primi gruppi di visitatori diretti alla Grotta. Tra le attività previste “caccia alla preistoria”, attività di archeologia e iniziative sperimentali. Da luogo dove è possibile viaggiare con la fantasia particolarmente apprezzato dai bambini come testimonia il crescente numero di presenze nel corso degli anni si amplia dunque l’offerta di trascorrere giornate a Bella e nell’area montana con la possibilità di assistere ad uno spettacolo. Sono tanti i significati affidati non solo simbolicamente alla Grotta. Innanzitutto il bosco e le risorse naturalistiche sono un patrimonio da utilizzare a 360 gradi. Il turismo potrà crescere ancora se saprà lavorare su più livelli, affiancando alla proposta classica quella delle eccellenze territoriali, valorizzando e mettendo a sistema i tanti piccoli “tesori” di cui è dotato il territorio bellese. I dati ci raccontano che una fetta sempre più significativa di turisti sta seguendo strade meno battute, lontano dalle grandi folle, alla ricerca di un turismo autentico e genuino. Per un territorio come quello del Marmo-Platano, e per i territori montani in generale, questo rappresenta una grande opportunità. Per questo i territori minori possono svelare grandi potenzialità attrattive, capaci di attrarre presenze turistiche importanti specie se il target di riferimento è quello delle famiglie con bambini. Il turista di oggi è un soggetto attento e curioso, che cerca di vivere esperienza autentiche, a contatto con la natura. Chi fugge dalla frenesia delle città cerca, almeno per qualche giorno, un contesto assolutamente diverso e perché no di vivere una “favola”. I territori di montagna sono i luoghi naturalmente vocati a questa diversità ed è per l’Amministrazione di Bella un nuovo tassello di impegno per far diventare il turismo rurale un autentico strumento di sviluppo dell’economia locale e di occupazione.

Gli Alberi Monumentali[modifica | modifica sorgente]

Nel territorio del Comune di Bella ci sono cinque alberi monumentali inseriti nell'"Elenco degli Alberi Monumentali della Basilicata (aggiornato al 19 aprile 2019)". Un albero monumentale è un albero particolarmente bello e con caratteri di monumentalità.</ref> . Alla località "Valle dei tassi", a 1095 mt s.l.m., c'è un Pero selvatico (Pyrus pyraster L.) che ha una circonferenza del fusto di 245 cm ed un'altezza di 25 m. il punto esatto dove si trova questo albero è alle seguenti coordinate: 40°46'20,06 latitudine 15°36'06,70' longitudine. Un altro monumentale si trova alla località "Acqua del Conte" si tratta di un Cerro (Quercus cerris L.) con circonferenza del fusto di 400 cm ed un'altezza di 32 m., il punto esatto dove si trova è alle seguenti coordinate: latitudine 40°46'16,00 15°35'10,00 longitudine. Alla località "Acqua del Mulinello", a 870 m.s.l.m., si trova un Faggio (Fagus sylvatica L.) con circonferenza del fusto di 390 cm ed un'altezza di 35 m., le coordinate sono: latitudine 40°46'05,00 15°35'22,00' longitudine. Gli altri due alberi monumentali sono Roverelle (Quercus pubescens Willd.) e si trovano in due località diverse:"Rocca" e "Casale". Entrambe hanno una circonferenza di 425 cm.


https://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/department.jsp?dep=100050&area=3066767&level=1 http://rsdi.regione.basilicata.it/viewGis/?project=5FCEE499-0BEB-FA86-7561-43913D3D1B65

Cultura[modifica | modifica sorgente]

ASSOCIAZIONI CULTURALI[modifica | modifica sorgente]

Io Isabella[modifica | modifica sorgente]

Logo dell'Associazione Culturale " IO ISABELLA"

L' Associazione "Io Isabella" è un'associazione culturale costituita nel 2013 senza scopo di lucro. Non dipende da nessuna organizzazione politica. Ha come fine principale quello di [4] del territorio bellese. I membri dell'associazione, operando in modo volontario, svolgono attività per organizzare e divulgare le manifestazioni culturali che si svolgono nei vari periodi dell'anno.Prestigiosa è la manifestazione "La Leggenda di Isabella", per cui i membri dell'Associazione "Io Isabella", da anni nel mese di agosto riescono a coinvolgere centinaia di figuranti, che con abiti d'epoca fanno rivivere un pezzo della fantastica narrazione legata alla regina Isabella.

Tradizioni[modifica | modifica sorgente]

Le tradizioni di Bella sono legate al culto del fuoco:i fuochi di San Giuseppe e quelli della Madonna,che si svolgono la sera del 18 marzo (San Giuseppe)e il 25 marzo ( Madonna) di ogni anno,rappresentano una tradizione secolare.Si tratta di un antico rito (il fuoco rappresenta l'elemento di buon auspicio per la raccolta nei campi).A causa del ricambio generazionale queste tradizioni sono a rischio di sparizione.

Stemma[modifica | modifica sorgente]

Stemma del Comune di Bella (Potenza)

Il Comune di Bella ha un proprio Stemma adottato dal Consiglio Comunale. Lo stemma del Comune è quello tramandato dalla tradizione cinquecentesca e già adottato e descritto dalla Giunta Municipale di Bella in una sua relazione del 1889.Esso raffigura un castello con tre torri, con su quella mediana un Genio armato d'asta e di scudo con intorno tre lettere iniziali: P.F.C., cioè Prudentia, Fidelitas, Concordia.Viene impresso, unitamente a quello della Repubblica Italiana, sulla fascia tricolore che il Sindaco o suo delegato indossa nelle occasioni ufficiali ed in quelle ritenute di rilevanza particolare per la comunità.

Musei[modifica | modifica sorgente]

Piatti Tipici[modifica | modifica sorgente]

Piatto tipico lucano
  • Piatti tipici del paese di Bella sono:
  • Brodo alla Santè che si fa con diversi tipi di verdure, con le uova, il formaggio e delle palline di carne, col brodo di pollo
  • Cavatelli fatti in casa al pomodoro, o con i peperoni cruschi, oppure con la mollica fritta
  • Fusilli con la salsiccia
  • Farro e salsiccia
  • Spezzatino di maiale con peperoni sott'aceto
  • Baccalà con i peperonoi cruschi
  • Strozzapreti al ragù lucano
  • Bollito dei monaci o dei pastori
  • Graffaiuolo bellese
  • Frittelle di riso
  • Zuppa di cernie
  • Lagane e ceci
  • Involtini col pesce spada
  • Ciambotta
  • Agnello alla contadina
  • Uova con i cardi
  • Carchiola
  • Paparotta

Monumenti[modifica | modifica sorgente]

Sport[modifica | modifica sorgente]

Lingue[modifica | modifica sorgente]

Sport[modifica | modifica sorgente]

Calcio[modifica | modifica sorgente]

Frazioni[modifica | modifica sorgente]

Il territorio di Bella comprende due frazioni: San Cataldo e Sant'Antonio Casalini.

SAN CATALDO[modifica | modifica sorgente]

Patrimonio artistico e culturale[modifica | modifica sorgente]

San cataldo è una piccola frazione in provincia di Potenza . Un pilastro molto importante per la storia e la cultura di San Cataldo sono i forni, negli anni 50 l'Ente Riforma Fondiaria oltre a dare una serie di terreni ai cittadini sancataldesi costruì un forno per ogni quartiere. Essi venivano utilizzati da più famiglie e ancora oggi questi forni vengono utilizzati per fare il pane,per poterlo fare serviva il grano,infatti il popolo sancataldese, di origini contadine, per anni ha versato sudore nei campi per la semina, mietitura e la lavorazione .

I forni comuni rappresentato per San Cataldo anche adesso un punto di ritrovo tra le varie famiglie che si cimentano nella realizzazione del pane e derivati. Una tradizione che va avanti da più di mezzo secolo. Il Sentiero del Pane è un evento culturale che si teneva intorno alla meta di Agosto ed era caratterizzato da un percorso attraverso i forni principali della frazione, e da vari punti, dove si potevano degustare i prodotti tipici, in più sono presenti varie mostre legate al ciclo del grano, agli antichi attrezzi e strumenti di cui si servivano i contadini nella vita quotidiana, e alla realizzazione del pane; lungo il percorso si esibivano artisti e musicisti.

A San Cataldo sono presenti anche le terme le cui acque sono conosciute fin dall'inizio del 1800. Esse per molti anni sono state frequentate solo dalle persone del luogo che avevano scoperto le importanti proprietà benefiche delle acque solfuree minerali . Il paesaggio naturale che caratterizza le Terme permette a chi visita il posto, di godere dell'energia di una natura ben conservata e di ritrovare facilmente il benessere psicofisico. Le capacità terapeutiche delle acque delle terme di San Cataldo emergono soprattutto nella cura di patologie come: artrosi, reumatismi malattie della pelle e malattie del fegato e vie biliari.

La geografia e il lavoro[modifica | modifica sorgente]

San Cataldo è una frazione di Bella in provincia di Potenza, che sorge a 912 metri di altezza sul livello del mare. La frazione conta ad oggi circa 1100 abitanti. Il clima di San Cataldo è di tipo continentale, caratterizzato da inverni lunghi e rigidi ed estati brevi, calde e secche. La frazione sorge nella parte nord-occidentale della provincia, sul versante orientale dell'Appennino Lucano. Confina con i comuni di Muro Lucano ,San Fele ,Baragiano ,Balvano ,Ruoti ,Avigliano e la frazione di Sant'Ilario. A San Cataldo sono 25 le aziende, 15 gli artigiani, 10 le attività commerciali e zero i disoccupati. Questi sono fantastici numeri diversi, rispetto a tutta la Basilicata, ma anche alla media nazionale. La capacità imprenditoriale della frazione è sicuramente indiscutibile dato le aziende da anni lavorano nel settore della progettazione e installazione di sistemi di isolamento delle celle frigorifere e di terre armate, hanno creduto nel proprio lavoro tanto da diventare un punto di riferimento nella popolazione dando lavoro a molti compaesani. Inoltre ci sono anche imprese tra artigiane ed edili che continuano a lavorare bene. Grazie alle nuove esigenze la popolazione San Cataldo ha visto fiorire negli ultimi decenni numerose attività commerciali proprio a dimostrazione l’economia fiorente.

Tradizioni[modifica | modifica sorgente]

Gli abitanti sono 1.091, 25 le aziende, 15 gli artigiani, 10 le attività commerciali e zero i disoccupati. Sono questi i fantastici numeri - di questa virtuosissima località del potentino, San Cataldo, frazione di Bella negli ultimi cinque anni, non si è registrato alcun calo demografico e dai dati del censimento acquisiti, nel 2012 gli abitanti residenti erano 1.104 scesi nel 2017 a 1.091.La comunità sancataldese è una comunità giovane, e la sua capacità imprenditoriale è sicuramente indiscutibile perché vanta aziende che da anni lavorano nel settore della progettazione e installazione di sistemi di isolamento delle celle frigorifere, che hanno scommesso e hanno creduto nel proprio lavoro tanto da diventare punto di riferimento nella popopolazione dando pertanto lavoro a molti compaesani. Inoltre ci sono anche imprese tra artigiane ed edili che continuano a lavorare bene. Grazie a questi numeri e alle nuove esigenze della popolazione San Cataldo ha visto fiorire negli ultimi decenni numerose attività commerciali proprio a dimostrazione dell’economia fiorente.«San Cataldo - ha tenuto ad evidenziare il sindaco - è migliorata tantissimo negli ultimi anni e questo si può valutare in base al numero di servizi erogati alla comunità, come quello di metanizzazione assente fino ad un decennio fa, ad esempio, oppure il ripristino dell’area cimiteriale, necessaria per una popolazione con questi numeri. Per l’anno scolastico 2018/2019, poi, è prevista per la prima volta l’istituzione della prima sezione della scuola media. Si mettono al passo i servizi con le esigenze della popolazione. Si considera così San Cataldo, non più come borgo rurale, bensì - ha concluso - come una cittadina urbana».I forni comuni rappresentano per la comunità di San Cataldo un vero e proprio pezzo di storia. Infatti negli anni 50 l'Ente Riforma Fondiaria oltre a donare una serie di terreni ai cittadini sancataldesi costruì per essi un forno per ogni quartiere. Essi venivano utilizzati da più famiglie e ancora oggi questi forni vengono utilizzati in primis per fare il pane (alimento primo della nostra dieta). A monte di tutto questo, per la realizzazione del pane era necessario l'ingrediente principale: il grano. Il popolo sancataldese, di origini puramente contadine, per anni ha versato sudore nei campi per la semina, mietitura e la lavorazione di quest'ultimo. Tali fasi racchiudono un vero e proprio ciclo, che rappresenta una vita basata sul duro lavoro, ma che lasciava grande spazio ai sinceri valori della vita. I forni comuni rappresentato per San Cataldo tutt'ora un punto di ritrovo tra le varie famiglie che si cimentano nella realizzazione del pane e derivati. Una vera e propria tradizione che è viva da oltre mezzo secolo.Il Sentiero del Pane che si tiene intorno al 13 di Agosto è caratterizzato da un percorso congiungente i forni principali della frazione, vari punti gastronomici in cui i visitatori possono degustare i prodotti tipici proposti. Inoltre sono proposte varie mostre legate al ciclo del grano, agli antichi attrezzi e strumenti di cui si servivano i contadini nella vita quotidiana, e alla realizzazione del pane. Lungo il percorso artisti e musicisti allietano la serata con musica popolare e spettacoli.Il Sentiero del Pane è una manifestazione gastronomica/culturale, realizzata a San Cataldo di Bella, finalizzata ad evidenziare una delle peculiarità del nostro territorio: la produzione artigianale dell'alimento primo della nostra dieta, il pane. I "Forni comuni", sorti negli anni '50 anche grazie all'intervento dell'Ente Riforma Fondiaria, hanno contribuito ad ampliare e tenere viva tale tradizione fino ai giorni nostri; per questa ragione l'evento è strutturato come un percorso congiungente i principali forni della frazione. All'interno del "Sentiero del pane" trovano spazio diversi punti gastronomici, dove poter degustare i prodotti legati al rito del pane; essi sono preparati secondo le antiche consuetudini, sfruttando le ricchezze dell'agricoltura locale. Particolare rilevanza è data anche agli aspetti culturali e folclorici insiti nella storia di tale alimento; infatti, è allestito un piccolo museo all'interno di un forno dove, oltre a poter ammirare gli strumenti utili alla produzione del pane, sono esposte una serie di didascalie aventi a oggetto la storia dei forni e le superstizioni magiche a essi correlate. E', inoltre, predisposta una mostra tematica sul ciclo del pane (aratura, semina, mietitura, pesatura, cernita e macinazione) secondo le antiche modalità produttive; sono, quindi, inseriti nel percorso una serie di stands in cui trovare esposti gli utensili e i macchinari di un tempo, essenziali per il suddetto ciclo, corredate di didascalie utili a illustrare il processo di produzione della materia prima del pane: la farina. Inoltre all'interno della manifestazione troverà luogo una piccola area dedicata ai vari attrezzi antichi di un tempo che venivano utilizzati quotidianamente. Allo scopo di sostenere le attività artistico/artigianali svolte sul nostro territorio, infine, sono presenti diverse esposizioni di lavori compiuti dagli artisti e artigiani della zona: i lavori consisteranno in sculture in pietra e legno, produzioni di antichi attrezzi utilizzati in agricoltura e ulteriori manufatti di vario genere

Calcio[modifica | modifica sorgente]

A San Cataldo si pratica soprattutto il calcio che nasce negli anni '80, precisamente nel 1983 grazie alla passione di diversi cittadini e soprattutto di Sordetti Gennaro. Su iniziativa di quest'ultimo viene fondata l'U.S. San Cataldo. Per diversi anni si giocò su campi di paesi limitrofi poi, nel 1984 iniziarono i lavori di costruzione del campo fortemente voluto proprio da Gennaro Sordetti, all'epoca Assessore allo Sport dell'amministrazione comunale di Bella e da Colangelo Rocco, detto ZI ROCC, altro esponente importante della politica locale. Il campo venne inaugurato nel 1999 quando venne disputata la prima partita contro il Sant’Angelo di Avigliano e nel 2001 venne intitolato “ZI ROCC E GENNARO” in onore dei due. Nel 1986, per divergenze tra i soci nacque un'altra squadra: il C.S. Terme San Cataldo con a capo Sabato Francesco. Nel 1989 nasce, finalmente, l'Associazione Sportiva San Cataldo data dalla fusione dell'U.S. San Cataldo e del C.S. Terme San Cataldo. A partire da allora si sono alternate diverse società, tra cui la più duratura ad oggi è stata quella che ha visto presidente Domenico Ciaglia e sponsor ufficiale la Frigo Sud di Carlucci Leonardo subentrato nel 1999 fino al 2008. Sono gli anni migliori della squadra che, entusiasta e supportata dalla comunità, raggiunge il secondo POSTO IN SECONDA CATEGORIA aprendo così le porte ai PLAY OFF PER L’ACCESSO IN PRIMA CONTRO IL ROTONDELLA. Nonostante la sconfitta viene ripescata e fa il salto di categoria. Seguono due ANNI in prima categoria e un terzo più sofferto, in cui la squadra si gioca la salvezza nello SPAREGGIO VINCENDO LA FINALE 5 A 1. Dal 2001 al 2007 nasce una seconda squadra, la Sancataldese, con presidente Ciaglia Rocco. La Sancataldese milita nei campionati di 2° e 3° categoria e nella stagione 2003/2004 disputa anche il derby con l’A.S. San Cataldo vinto però da quest’ultimo. Dal 2009 ha inizio una nuova era per il calcio sancataldese. Nasce una nuova società con una matricola completamente nuova: l’A.S.D. Calcio San Cataldo con Sabato Cataldo presidente. Nel 2012 vince il campionato di terza categoria. A far parte della squadra sono quasi tutti ragazzi del posto con lo stesso cognome,SABATO, incuriosendo così la rete nazionale SKY che nel 2015, trasmette un servizio in tv. NEL 2015 subentrano altri soci con obiettivi più ambiziosi e, dopo due anni di prima categoria con risultati eccellenti (15 vittorie su 15 in casa, mai successo nella storia del San Cataldo), arriva un meritatissimo secondo posto che porterà la squadra in promozione.

SANT'ANTONIO CASALINI[modifica | modifica sorgente]

La cittadina di Sant'Antonio Casalini dista 6,32 chilometri dal comune di Bella di cui essa fa parte. Sorge a 760 metri sul livello del mare.

Dati popolazione residente a Sant'Antonio Casalini Nella frazione di Sant'Antonio Casalini Vecchio risiedono centoquarantasei abitanti, dei quali settanta sono maschi e i restanti settantasei femmine. Vi sono sessantuno persone celibi o nubili (trentatre celibi e ventotto nubili) , cinquantotto individui coniugati o separati di fatto, e quattro individui separati legalmente, oltre a due divorziati e ventuno vedovi.

Dati popolazione straniera residente a Sant'Antonio Casalini. A Sant'Antonio Casalini vivono sette cittadini stranieri o cittadini senza la cittadinanza italiana, cinque dei quali sono maschi e due sono femmine. Sul totale di sette stranieri 5 sono nati in Europa, 1 dall'Africa, 0 dall'America, 1 dall'Asia e 0 dall'Oceania.

Famiglie e loro numerosità di componenti Vi sono a Sant'Antonio Casalini complessivamente 63 famiglie residenti, per un numero complessivo di 146 componenti familiari.

Esistono a Sant'Antonio Casalini varie aziende e servizi pubblici come: Scuola Dell'Infanzia e Primaria s. Antonio Casalini; Pool Pool; Agriturismo i Cinque Venti; Professional Service S.a.s; Term S.r.l.; Silvano Santa; Scuola Elementare; Verdi Colli; Azienda Agricola Ricciardella Pierina; La Fenice Societa' Cooperativa Agricola; Valle Dell'Oro; Messina Vincenzo; Gallo Antonio; Domenico Mancino S.r.l.s; Margiotta Alessandro e molte altre.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Confina con Avigliano e Ruoti tramite la frazione di San Cataldo
  2. Il numero in parentesi indicato dopo ciascuna frazione indica la distanza in chilometri tra la stessa frazione e il comune di Bella.
  3. (da Bella, città lucana, di Vito Amoroso)
  4. "promuovere memoria storica, identità culturale, risorse e tradizioni"

Fonti[modifica | modifica sorgente]

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Giuseppe Gattini, Delle armi de' comuni della provincia di Basilicata, Matera, Arnaldo Forni,1910.
  • Vito Leone e Antonio Tarantino, Gli specchi del Tempo, Bella, Arti Grafiche Finiguerra ,2000.
  • Vito Amoroso, Bella, città lucana, Società di cultura per la Lucani

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

==Storia Sant'Antonio==il nucleo abitato -villaggio costruito dall'Ente Riforma Fondiaria-è centro di vita di varie zone rurali:Re Pupillo,Martiniglio,Valle dell'Oro,Parasacco,.....Anche questa località è dotata di ogni serviziosociale. Storicamente l'intera contrada e le altre circonvicine hanno particolarmente riievo. Facevano parte,infatti,dell'importante feudo di Santa Sofia,centro di antiche iniziative storiche di rilievo e di conseguenti devastazioni,ripetute e totali.

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]