Storia di Malala

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Storia di Malala

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Genere
Lingua originale
Autore
Editore
Anno di pubblicazione
ISBN
Biografia
Italiano
Viviana Mazza
Mondadori
2013


Storia di Malala è un libro che racconta la vita di Malala Yousafzai, scritto da Viviana Mazza.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Viviana Mazza scrive "Storia di Malala", la biografia di Malala Yousafzai destinata ai ragazzi; il libro viene pubblicato da Mondadori nel 2013. Nel 2014, in onore del premio Nobel vinto da Malala, viene pubblicata una seconda versione con un nuovo capitolo.

Trama[modifica | modifica sorgente]

Malala è nata a Mingora una cittadina nella valle di Swat, in Pakistan; qui vive con il padre, che insegna nella scuola femminile del posto, la madre e i due fratellini Khushal e Atal.

La ragazza ama il luogo dov’è nata, come ama andare a scuola; ha le idee molto chiare sul suo futuro: vuole fare il medico.

Un giorno i talebani, un gruppo di uomini armati legati al Fondamentalismo Islamico, prende il controllo della valle, capitanati da Maulana Fazlullah. La popolazione è impaurita perché questi uomini sono aggressivi e impongono le loro regole con la violenza.

Cominciano a vietare di ascoltare la musica, alle donne di andare al mercato e alle bambine e alle ragazze di andare a scuola; le donne vengono obbligate ad indossare il burqa. I talebani uccidono tutti gli oppositori ed espongono i loro corpi in piazza.

Con l’arrivo dei talebani i diritti delle donne sono completamente scomparsi. Malala non accetta queste ingiustizie e decide di denunciare la situazione del suo paese, lo scrive sul proprio blog su cui si firma con lo pseudonimo di Gul Makai.

Gli uomini di Fazlullah comunicano ai cittadini che dal 15 gennaio del 2009 le ragazze non potranno istruirsi. L’ultimo giorno di scuola di Malala viene ripreso dalle telecamere di un giornalista, Jawad, che vuole comunicare al mondo ciò che succede in Pakistan. La tristezza della ragazza in questo giorno è infinita.

Dopo l’arrivo dei talebani nella valle di Swat, molti cittadini se ne sono andati per paura di essere uccisi.

A causa dei combattimenti nella valle, anche Malala e la sua famiglia sono costretti a scappare ed a lasciare Mingora, dove abitavano. Con la mamma e i fratelli, Malala è ospitata da una zia a Haripur, mentre il papà si stabilisce a Peshawar.

Il giorno del suo dodicesimo compleanno,12 luglio 2009, Malala viene a sapere che i talebani sono stati cacciati dalla valle e che presto lei e la sua famiglia potranno tornare a casa. Poco dopo torna anche a scuola.

Malala è felice per sé, per la propria famiglia e per tutti gli abitanti di Mingora che finalmente tornano alla libertà. La ragazza viene intervistata in tv, racconta di tutto quello che è accaduto a lei e al suo Paese.

“Gul Makai sono io.” Malala decide di svelare la sua vera identità nel suo blog.

La ragazza ora è più convinta sul suo futuro: vuole continuare a studiare per poi diventare un politico, vuole usare il Corano per sconfiggere i talebani, vuole parlare al mondo e fare giustizia, vuole aiutare i bambini a non mollare davanti agli ostacoli.

I talebani non accettano una dichiarazione del genere e due di loro il 9 ottobre 2012, mentre Malala si trova sullo scuolabus come tutte le mattine per andare a scuola insieme alle amiche, le sparano alla testa.

Malala è immediatamente ricoverata in un ospedale militare in gravi condizioni; viene poi trasferita in un ospedale di Birmingham nel Regno Unito, per garantire la sua sicurezza, dato che i talebani avevano fatto sapere che nel caso fosse sopravvissuta ci avrebbero riprovato.

In ospedale a Malala sono arrivate molte lettere e disegni da bambini e adulti da tutto il mondo con frasi di supporto e di ammirazione, che l’hanno aiutata a riprendersi.

Dopo la guarigione, Malala ha cominciato una nuova vita nel Regno Unito.

Citazioni[modifica | modifica sorgente]

"Grazie a questa lotta, un giorno, tutte le ragazze saranno forti e rispettate."

"Che senso ha rispondere sempre alla violenza con la violenza, alla morte con la morte?"

"Mostrerò ai talebani il Corano, lo stesso libro che usano per giustificare le loro azioni. Da nessuna parte, nel Corano, c'è scritto che le ragazze non possono andare a scuola."

Tematiche[modifica | modifica sorgente]

Diritto allo studio

Diritti delle donne

Biblioteca della legalità BILL

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]