Neolitico

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La parola Neolitico significa “Età della pietra nuova” e deriva dal greco: “neos”, nuovo e “lithos”, pietra. Sta ad indicare il periodo in cui l'uomo utilizza la pietra levigata.

Periodo storico[modifica | modifica sorgente]

Il Neolitico[1] è il periodo della Preistoria che va da 8.000 a. C a 4000 a.C., cioè fino all’invenzione della scrittura. Questo periodo è caratterizzato da un cambiamento fondamentale nel modo di vita dell’uomo: da cacciatore e raccoglitore diventa produttore del proprio cibo con l'agricoltura[2] e l’allevamento del bestiame. Gli uomini trasformarono completamente il loro modo di vivere.

L’agricoltura[modifica | modifica sorgente]

LA MEZZALUNA FERTILE

Durante questo periodo gli uomini affrontarono cambiamenti importanti che vanno sotto il nome di “rivoluzione agricola”. Iniziarono a nutrirsi delle nuove piante che si erano diffuse grazie al clima mite e impararono a coltivare nei campi alcuni cereali, come ad esempio orzo e grano, e anche legumi, come ad esempio piselli fave e lenticchie. Le testimonianze più antiche dell’agricoltura sono state ritrovate nel Vicino Oriente, in una zona della Mesopotamia chiamata Mezzaluna fertile[3].

In quei luoghi il clima era favorevole e il suolo era adatto alle coltivazioni. Gli uomini impararono a costruire strumenti utili per svolgere le attività agricole.

Nuovi strumenti e nuove tecniche agricole[4][modifica | modifica sorgente]

Museo Archeologico Rambotti Desenzano del Garda (BS), Italia Aratro neolitico
  • L'aratro a punta serviva ad aprire il terreno e a creare solchi in cui inserire i semi.

Era in legno e aveva una punta levigata

  • La falce per mietere le spighe era un pezzo di legno semi-curvo nel quale erano inserite delle schegge taglienti di selce.
  • Con la rotazione delle colture[5] gli uomini alternavano nei terreni delle coltivazioni differenti, in modo da mantenere la fertilità del suolo.
    falcetto
    Natural History Museum, Vienna ( Austria ) Falce neolitica per il raccolto

L’allevamento[modifica | modifica sorgente]

Oltre a praticare l’agricoltura, gli uomini iniziarono ad allevare gli animali[3]: all’inizio pecore e capre, poi anche maiali, asini e buoi. Gli animali fornivano il latte per fare burro e formaggio, erano una riserva di carne e potevano essere utilizzati nei lavori pesanti. Inoltre, gli uomini impararono a lavorare il pelo delle pecore per fare abiti e tessuti.

L’allevamento incoraggiò la vita sedentaria e nacquero i primi villaggi.

I primi villaggi[modifica | modifica sorgente]

Durante il Neolitico, gli uomini incominciarono a vivere per lunghi periodi nello stesso luogo e costruirono vere e proprie abitazioni fatte di materiali diversi, come ad esempio pietra e legno. Queste prime abitazioni erano molti simili tra loro e raggruppate[6]. Gli uomini si occupavano principalmente della coltivazione dei campi e dell’allevamento degli animali. Le donne impararono a filare la lana per fare vestiti e tappeti.

La vita nel villaggio neolitico

Grandi invenzioni[4][modifica | modifica sorgente]

Con la vita sedentaria nacquero nuove esigenze, come ad esempio quella di conservare acqua, cibi, semi oppure di filare e intrecciare la lana degli animali per realizzare tessuti. Gli uomini del Neolitico trovarono delle soluzioni straordinarie: lavorare l’argilla con il tornio e tessere i tessuti con il telaio.

  • Il tornio è uno strumento inventato intorno al 5000 a.C., molto utile per realizzare vasi d’argilla. All’inizio l’uomo lavorava l’argilla con le mani per dare la forma desiderata. Poi, costruì il tornio, formato da due ruote orizzontali, collegate da un’asta verticale. Spingendo la ruota in basso con il piede, anche quella in alto girava e l’uomo poteva modellare e dare la forma desiderata all’argilla con le mani bagnate. Inizialmente, gli uomini essiccavano i vasi e le ciotole di argilla al sole. Successivamente, costruirono dei forni per cuocerli: con la cottura l’argilla si trasforma in ceramica e i vasi diventano impermeabili e molto più resistenti.
  • Il telaio è costituito da una struttura in legno, fissata in modo verticale. Fu inventato circa 8000 anni fa e consentiva di realizzare i tessuti. Prima di tutto, occorreva fissare al telaio i fili verticali che andavano a formare l’ordito. Poi, con una spoletta, bisognava intrecciare pian piano i fili orizzontali, che andavano a formare la trama. Infine, con un pettine, si assestava il tessuto. La tessitura era un’attività riservata alle donne e i pezzi di tessuto ottenuti erano poi cuciti tra loro con aghi di osso.

La divisione del lavoro[modifica | modifica sorgente]

Nei primi villaggi del Neolitico, ogni famiglia produceva tutto ciò che serviva per vivere. Ben presto, però, le persone iniziarono a specializzarsi in una sola attività[7]: c’era il contadino, l’allevatore, il vasaio, il tessitore e gli uomini iniziarono a scambiarsi i prodotti in eccedenza con quelli che non possedevano. Ad esempio, gli agricoltori, che avevano cibo in abbondanza, scambiavano i loro prodotti con i vasai o con i tessitori. Nacque così il baratto[4], che è la prima forma di commercio: non si usavano le monete, perché ancora non esistevano e le persone si scambiavano le merci.

Le grandi invenzioni portarono un periodo di grande benessere e un aumento della popolazione.

Vaso neolitico
Vaso in ceramica del Neolitico

L’arte nel Neolitico[modifica | modifica sorgente]

Fin dall’antichità l’uomo ha espresso attraverso l’arte un profondo sentimento del sacro e il suo bisogno di comunicare[1].

  • Con la pittura rupestre[8] degli uomini ci raccontano la loro vita e la realtà che percepiscono come soprannaturale. Le scene di caccia hanno una funzione propiziatoria.
  • Gli oggetti in argilla di uso quotidiano, come ad esempio vasi e ciotole, sono decorati e ciò testimonia come l’uomo sia sempre stato attratto dalla bellezza.
Menhir situato nei pressi di Carnac, in Francia

I megaliti del Neolitico[modifica | modifica sorgente]

I monumenti megalitici sono le prime costruzioni durature. Sono costituite da enormi blocchi di pietra e disposti in vari modi[9].

  • Il menhir è un grosso masso isolato, messo verticalmente nel terreno. Poteva raggiungere anche i 20 metri di altezza.
  • Il dolmen è costituito da due menhir messi verticalmente nel terreno e sormontati da una lastra orizzontale. Si pensa che fosse utilizzato per il culto dei morti.
  • Il cromlech è l’insieme di menhir disposti in modo circolare. Il più famoso è quello di Stonehenge, in Inghilterra[1]. Si pensa che fosse un tempio oppure un osservatorio astronomico.
Dolmen di Sa Coveccada, in Sardegna, Italia
Il cromlech di Stonehenge, in Inghilterra


Voci correlate[modifica | modifica sorgente]


Riferimenti[modifica | modifica sorgente]

  1. 1,0 1,1 1,2 Giuseppe Nifosì, Viaggio nell’arte dall’antichità ad oggi, Editori Laterza, 2017, ISBN 9788842115502
  2.  https://www.treccani.it/enciclopedia/neolitico/
  3. 3,0 3,1 Cantarella, Guidorizzi, Materia storia 1, Einaudi Scuola, 2014, ISBN 9788828615385
  4. 4,0 4,1 4,2 Cappelletti, De Gianni, Il filo delle idee 3 Storia e geografia, Edizioni La Spiga, 2015, ISBN 9788846834041
  5. De Corradi, Giardina, Gregori, Il mosaico e gli specchi 1A, Edizioni Laterza, 2003, ISBN 978-8842107422
  6. Giardina, De Corradi, Gregori, Inchieste sulla storia, Editori Laterza, 2011, ISBN 978-8842109549
  7. Gruppo ricerca didattica, Giro Giro Mondo 3 Le discipline, Elmedi, 2008, ISBN 978-8882538668
  8. Lucia Lazzotti, ImmaginArte, Editore Bulgarini Firenze, 2006, ISBN 8823423465
  9. Omar Calabrese, Comunicarte, Le Monnier, 2006, ISBN 97888004801007