Monachesimo
Il monachesimo consiste nella scelta di abbandonare la vita comune per dedicarsi totalmente alla vita religiosa.
Storia[modifica | modifica sorgente]
Le origini[modifica | modifica sorgente]
Inizia a partire alla fine III secolo quando, abitanti del Medio Oriente e dell'Egitto decisero di allontanarsi dalle città e dai luoghi abitati, per appunto, dedicarsi totalmente alla vita religiosa. Fuggivano perché la giustizia e le tasse erano mal amministrate e perché la società era corrotta e loro non potevano svolgere una vita religiosa.
Le persone che praticano in monachesimo sono dette eremiti (dalla lingua greca eremos, cioè deserto) o anacoreti (dal verbo ellenico anachorein, significa ritirarsi).
Gli eremiti vivevano una vita religiosa e rinunciavano a tutte le comodità: allevavano, coltivavano, facevano gli erboristi, gli artigiani. C'erano anche altre persone dette cenobiti (da koinos, comune e bios, vita), che svolgevano una vita religiosa, ma in compagni di altre persone e andando al monastero, il luogo di culto.
San Benedetto da Norcia[modifica | modifica sorgente]
San Benedetto da Norcia è il suo principale fondatore. È nato a Norcia in Umbria nel 480. Lui ha fondato un monastero a Montecassino a sud del Lazio.
Ha fondato una regola (in lingua latina ORA ET LABORA che in italiano si dice PREGA E LAVORA) che divideva il giorno in lavoro, preghiera, riposo. A capo del monastero vi era l'abate (ed è per questo che i monasteri benedettini venivano dette anche abbazie).