Leno (torrente)

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Il Leno è un torrente che scorre nella provincia di Trento, nella regione Trentino-Alto Adige nel Nord Italia. Nasce sulle Piccole Dolomiti, tra le province di Trento e Vicenza e sfocia nel fiume Adige.

Presentazione[modifica | modifica sorgente]

La Vallarsa[modifica | modifica sorgente]

Il Leno scorre nella Vallarsa, una valle alpina di origine fluviale che mette in collegamento la provincia di Trento con quella di Vicenza. Salendo da Rovereto la valle è molto stretta e poi si apre all'altezza di Valmorbia e Anghebeni. Lungo i versanti della valle si allungano e si possono ammirare due importanti catene montuose:

  • sulla sinistra la catena dei Coni Zugna
  • sulla destra il massiccio del Pasubio.

La catena delle Piccole Dolomiti,che chiude la Vallarsa, è la catena più alta di tutta la Valle. I collegamenti fra le due sponde della valle sono possibili perché l'uomo ha costruito alcuni ponti:

  • Il ponte di Arlanch tra le frazioni di S. Anna e Anghebeni
  • Ponte della Val de Restel che collega Matassone con Foppiano.

Queste sono le frazioni della Vallarsa:

  • Pian delle Fugazze
  • Camposilvano
  • Piano Martini
  • Speccheri Bastianello Pezzati
  • Costa Raossi
  • Foxi
  • Anghebeni
  • Arlanch
  • Dosso
  • Ometto
  • Obra
  • Riva
  • Matassone
  • Aste
  • Staineri.

Descrizione del torrente Leno[modifica | modifica sorgente]

Come quasi tutti i torrenti, il Leno nasce su una montagna, sul versante nord del Baffelan. Il Leno sfocia nel fiume Adige, il secondo fiume più lungo d’Italia, e attraversa la Vallarsa. Il Leno è lungo 18 km e la sua altitudine è di 1300 m s.l.m. La portata media è di 5 m³/s.

Le dighe[modifica | modifica sorgente]

Lungo il corso del Leno sono state costruite delle dighe che hanno creato dei bacini artificiali:

  • la diga che crea il lago di Speccheri, alta 103,85 metri, crea un bacino di 10,17 milioni di m³ di acqua
  • la diga crea il lago di San Colombano con una capacità di 2 milioni di m³ di acqua. Questa diga alimenta una centrale idroelettrica utile alla città di Rovereto.

Il Leno fu molto importante per i commerci; la merce veniva trasportata dalla corrente su piccole imbarcazioni o zattere. Veniva anche usato per avere acqua e per lavorare la seta e il tabacco.

I ponti[modifica | modifica sorgente]

Nel corso degli anni il torrente Leno ha visto cambiare molte volte il suo aspetto a causa delle attività dell’ uomo. Lungo il corso del Leno esistono quattro ponti:

  • il ponte Forbato, nel quartiere di Santa Maria vicino al Castello di Rovereto, fu costruito nel 1840 e progettato dall'architetto bresciano Antonio Gilisenti, in sostituzione di un altro ponte costruito nel 1797, nei pressi del castello di Rovereto.
  • il ponte delle Zigherane, nel quartiere di Borgo Sacco, vicino alla ex-Manifattura Tabacchi e nei pressi del luogo dove il Leno sfocia nell’Adige; fu costruito nel 1877 per consentire alle operaie provenienti da Marco, Ala e Avio di attraversare il torrente per andare a lavorare alla manifattura del tabacco.
  • il ponte Arlanch è situato ad un chilometro da Anghebeni in Vallarsa, è importante perché collega le due sponde della valle, una volta era di legno mentre adesso è di cemento armato.
  • il ponte Val de Restel si trova nel versante sinistro della Vallarsa ed unisce la frazione di Matassone a quella di Foppiano. Fu costruito negli anni ‘70 su un progetto tedesco, il ponte è speciale perché si dilata a seconda della temperatura, fu costruito con una nuova tecnica infatti le parti del ponte furono costruite a terra e pian piano trasportato nel vuoto, nel punto attuale del ponte.

Corso del fiume[modifica | modifica sorgente]

Il torrente Leno si trova a sud-est del Trentino nella Valle di Terragnolo tra il monte Pasubio,l’Altopiano di Serrada e il monte Finonchio.Il Leno nasce da una sorgente nel versante nord del monte Baffelan a 1300 metri di altezza ed è lungo 18 chilometri.Attraversa i comuni di Vallarsa,Terragnolo,Trambileno e Rovereto,dove sfocia nel fiume Adige nella zona delle Zigherane di Borgo Sacco.

Piene e alluvioni[modifica | modifica sorgente]

Le piene sono create dalla tanta pioggia e dalle alluvioni (molta pioggia che cade spesso e in poco tempo). In passato ci sono già state delle piene: sia il Leno ma anche l’Adige hanno straripato, allagando alcune case. In particolare le alluvioni ci sono state nel:

  • 1474
  • 1731
  • 26 gennaio 1883
  • 3-4 novembre 1966
  • 1-2-3 ottobre 1993
  • 3 ottobre 2016.
  • 28 ottobre 2018.
  • 29 ottobre 2018.
  • 17 novembre 2019.
  • 24 novembre 2019

Affluenti[modifica | modifica sorgente]

Gli affluenti da destra sono i torrenti:

  • Borcola
  • Giordano
  • Ertile
  • Wasserthal
  • Valle dei Ponti
  • Val Calchere
  • Acqua Negra
  • Valgrand

Gli affluenti di sinistra sono:

  • Praghim
  • Sarta
  • Pazaul

Portata media mensile[modifica | modifica sorgente]

La portata media mensile del torrente Leno è di 5 metri cubi al secondo.

I comuni che si affacciano sul torrente Leno[modifica | modifica sorgente]

La Vallarsa, dove scorre il Leno, è una valle selvaggia (“arsa”, appunto) e solitaria che collega Rovereto alla provincia di Vicenza. Per gli appassionati di storia della prima guerra mondiale molto interessanti sono il Sentiero della Pace, dal trincerone del Monte Zugna fino alle Piccole Dolomiti, e La Strada delle 52 Gallerie. Un vero capolavoro di ingegneria militare, mai ultimato e mai utilizzato come forte vero e proprio, è il Forte Pozzacchio. Si trova tra i paesi di Pozzacchio e Valmorbia, è interamente scavato nella roccia e avrebbe dovuto proteggere la linea del fronte austriaco lungo la Vallarsa. A Riva di Vallarsa si trova il Museo della civiltà contadina.

Rovereto[modifica | modifica sorgente]

Seconda città del Trentino dopo Trento per numero di abitanti, Rovereto è immersa tra colline e vigneti al centro della Vallagarina. La storia della città è stata profondamente influenzata dalla vicinanza del Leno come si può vedere dalle rogge e dagli edifici un tempo adibiti a filande e filatoi. Rovereto vanta diversi musei (Mart, Casa d’arte futurista Depero, Museo Storico italiano della guerra, Museo di scienze e archeologia). Lungo le strade di Rovereto passeggiando per il centro storico si possono ammirare splendidi palazzi del settecento. Resti medievali sono invece presenti nelle mura di Castelbarco mentre il Palazzo del Podestà racconta della dominazione della repubblica di Venezia. Degna di nota, infine è la Campana dei Caduti, fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni che sono state coinvolte nella prima guerra mondiale, e che è legata alla denominazione di Rovereto come “Città della Pace”.

Terragnolo[modifica | modifica sorgente]

A pochi chilometri da Rovereto sorge Terragnolo dove si trovano il cimitero militare di Geroli e l’Antica Segheria Veneziana. Nelle sue montagne, in particolare sul monte Pasubio sono segnalati vari sentieri escursionistici e naturalistici. Nei pressi di Terragnolo il Leno forma dei “laghetti” dove in estate è gradevole fare una pausa rinfrescante.

Trambilneo[modifica | modifica sorgente]

Il comune di Trambileno deve il suo nome proprio alla circostanza di sorgere alla congiunzione dei due rami del fiume Leno. Particolarmente impressionante è l’Eremo di S. Colombano, arroccato su una parete rocciosa a strapiombo sul Leno e dove un tempo risiedevano alcuni religiosi devoti a S. Colombano.

Storia dei territori intorno al torrente Leno[modifica | modifica sorgente]

Età medievale e moderna[modifica | modifica sorgente]

Nel 758 da Re Longobardo Desiderio fu fondato un antico complesso monastico benedettino l’abbazia di Leno nel territorio dell’attuale comune di Leno. È stata abbattuta per volere della Repubblica di Venezia nel 1783.A pochi passi dal Maso San Giuseppe c’è un bellissimo panorama dalla antica chiesa medievale di Santa Maria Maddalena. Vicino c’è anche l'Antica segheria Veneziana a Sega di Terragnolo. La segheria risale al 700 :questa segheria utilizzava una ruota per tagliare il legno e la ruota del mulino veniva messa in funzione dall'acqua del torrente Leno. All'interno della segheria c’è un museo etnografico dove si possono scoprire gli strumenti utilizzati dai boscaioli e capire le fasi del lavoro dal taglio dei alberi alla lavorazione del legno. Sempre all’interno della segheria si trova anche la scuola della Pietra a Secco dell'Accademia della montagna del Trentino.

Età contemporanea[modifica | modifica sorgente]

Sui monti del Pasubio e nella Vallarsa ci sono tante testimonianze dei combattimenti della 1° Guerra mondiale; a Terragnolo sorsero 8 cimiteri militari in tempo di guerra:

  • cimiteri militari austro-ungarici, uno dei più importanti era Geroli costruito 1916-1918
  • sacrario monumentale di Castel Dante
  • 8 cimiteri: Borcola, Zoreri, Piazza, Busa Bisorte, Valduga, Baisi e Sega
  • le trincee del Monte Zugna.

Forte Pozzacchio è una grandissima fortificazione, totalmente scavata nella roccia. All’interno su tre piani si possono trovare stanze, ricoveri sotterranei, locali di servizio, scale di collegamento, postazioni di artiglieria. Forte Pozzacchio fu realizzato dagli austriaci nel 1909, quando scoppiò la guerra fu abbandonato ancora incompleto. Realizzato con tecniche di costruzione che erano molto simili a quelle usate per costruire i bunker.

Ecosistema[modifica | modifica sorgente]

L'ecosistema è un ambiente dove le varie popolazione di animali interagiscono tra di loro e con l'ambiente. I fattori abiotici del Leno sono :

  • luce
  • temperatura dell'acqua
  • quantità di ossigeno nell'acqua
  • quantità di nutrimento.

I fattori biotici sono le specie animali e vegetali che vivono nel torrente. In un ecosistema ogni specie vivente svolge un ruolo importante e particolare:

  • i vegetali sono i PRODUTTORI (con la fotosintesi clorofillana producono glucosio)
  • gli animali sono i CONSUMATORI ( con la respirazione cellulare, consumano il glucosio). I consumatori si dividono in consumatori primari (consumano i vegetali) e consumatori secondari (consumano animali).

Piramide alimentare[modifica | modifica sorgente]

Nella piramide alimentare del torrente i produttori autotrofi (vegetali) sono pochi perché la forza della corrente non permette loro lo sviluppo. Quindi la base della piramide è più piccola rispetto alle piramidi alimentari dei laghi. I consumatori primari si nutrono anche di detriti trasportate dall'acqua del torrente. I consumatori primari sono i microinvertebrati, i consumatori secondari sono i macroinvertebrati, i consumatori terziari sono i pesci e i consumatori quaternari sono gli uccelli.

Catena alimentare[modifica | modifica sorgente]

Se il lago costituisce un "ecosistema chiuso", i torrenti e i fiumi alpine e prealpini, sono invece ecosistemi aperti. Il torrente è molto differente dal lago, perché il nutrimento all'origine della catena alimentare non viene prodotto dentro l'ambiente acquatico, ma proviene da fuori. Nel torrente manca il plancton e il primo anello della catena alimentare: il primo anello della catena alimentare (produttori) è quindi all’esterno del torrente. La sostanza organica che nel lago viene prodotta dal fitoplancton, nel torrente invece viene accumulata dalle acque delle piogge che trasportano foglie, rami e organismi animali morti : tutto questo è materia organica. Questa sostanza organica morta di origine esterna all'ambiente acquatico è il cibo principale di quel numerosissimo gruppo di animali invertebrati che vivono sul fondo e che hanno dimensioni generalmente visibili (maggiori di 0,5 cm): sono i macroinvertebrati bentonici e sono larve di insetti, crostacei, molluschi, anellidi e rappresentano i consumatori primari. I consumatori secondari sono invertebrati macroscopici che si cibano dei consumatori primari. I consumatori terziari sono i pesci predatori come le trote. In qualche caso ci sono anche gli uccelli ittiofagi.

Fauna[modifica | modifica sorgente]

La fauna è l'insieme di specie e di popolazioni animali, vertebrati ed invertebrati, che vivono in un ecosistema. Può comprendere le specie autoctone e le specie immigrate divenute ormai indigene. Non fanno parte della fauna gli animali domestici e di allevamento. In questo caso noi stiamo parlando la fauna acquatica. Gli animali che vivono a diretto contatto con l'acqua sono sia vertebrati che invertebrati. Ecco alcuni esempi :

Classe di appartenenza Gruppo di appartenenza Habitat
larve di insetti (zooplancton) invertebrati (zooplancton) sotto i sassi nell'acqua
pesci (trota) vertebrati nell'acqua controcorrente
bisce tassellate vertebrati dentro l’acqua e anche all'esterno
larve di insetti (larva di damigella) invertebrate (zooplancton) sotto i sassi nell'acqua

Fauna ittica[modifica | modifica sorgente]

La fauna si divide in fauna ittica, avicola, macroinvertebrati e microinvertebrati. I pesci che vivono nel torrente Leno cercano di nuotare il più veloce possibile per salire controcorrente verso le montagne e cercare di non essere trascinati a valle dalla corrente. Hanno per questo una forma idrodinamica e affusolata per scivolare e resistere alla corrente. Hanno la vescica natatoria, che è un palloncino che si gonfia o che si sgonfia di aria e serve a salire in superficie o a scendere in profondità. I pesci sono una componente importante e, per certi, indispensabile di molti ecosistemi acquatici della Vallagarina. Per il loro ciclo biologico sono elementi indispensabili al normale funzionamento del torrente, fiume, lago, stagno. Lo sfruttamento delle risorse naturali di questo grande patrimonio alimentare rappresenta una vera e propria forma di inquinamento biologico, causata dall’introduzione dei pesci esotici.

Ora vediamo alcuni tipi di pesci che si trovano nel torrente Leno:

  • TEMOLO: può essere di varie dimensioni ma nel torrente Leno la grandezza specifica è “media”
  • ALBORELLA: pesce più piccolo di una mano
  • SCAZZONE: un pesce di media taglia che si mimetizza molto facilmente
  • CARPA: pesce molto, molto grande che vive nelle acque in profondità
  • BARBO COMUNE : pesce che che vive in acqua dolce appartiene alla famiglia dei Crimini
  • CAVEDANO : pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Ciprinidi
  • SANGUINEROLA: pesce d'acqua dolce, veramente piccolo
  • PERSICO SOLE: pesce dai colori bellissimi conosciuto anche come pesce sole, gobbetto o gobbo, è un pesce d'acqua dolce.

La varietà dei pesci dei corsi d'acqua è decisamente minore rispetto a quella dei laghi. Il pesce più conosciuto è la trota fario, ma quando il torrente è più ampio non c’è la trota fario a dominare ma la trota marmorata come anche lo Scazzone, la Sanguinerola, il Barbo canino.

Fauna avicola[modifica | modifica sorgente]

Sul contorno del torrente si trovano animali come :

  • merlo acquaiolo
  • diverse specie di anatra
  • la Gallinella d'acqua
  • uccelli svernanti, come il Cormorano.

Fauna dei macroinvertebrati[modifica | modifica sorgente]

I macroinvertebrati bentonici sono un grande gruppo di invertebrati, anche molto diversi tra loro, ma hanno una caratteristica in comune: la capacità ad adattarsi alla vita a contatto con i fondali dei fiumi e dei torrenti e hanno dimensioni generalmente superiori a 1 mm. Come abbiamo visto prima nel torrente esistono:

  • INSETTI
  • CROSTACEI
  • MOLLUSCHI
  • ANELLIDI (vermi)
  • PLATELMINTI(vermi)
  • NEMATODI (vermi)

La fauna macrobentonica si nutre di detrito organico presente nel corso d'acqua. Se non ci fossero questi animali che consumano e "riciclano" i detriti raccolti dalle acque e trasportati a valle dalla corrente, la grande quantità di sostanza organica presente andrebbe incontro alla decomposizione, quindi ad inquinamento organico delle acque. Grazie alla continua attività biologica di questa varia e diversificata categoria di organismi di fondo, si compie la autodepurazione organica ovvero la scomparsa di detriti organici. I Macrozoobenthos sono i veri protagonisti del torrente, ma la parte maggiore è rappresentata dalle larve acquatiche di insetti, che da adulti per un periodo si trasformano in insetti terrestri o ancor meglio in aerei. Le loro larve vivono anche per molti mesi sul fondale del torrente attaccati alle rocce. Tra gli invertebrati bentonici, però, ci sono anche molti altri animali:

  • crostacei di piccole dimensioni come i gammaridi
  • grandi crostacei dell'ordine dei decapodi (il Gambero d'acqua dolce)
  • anellidi come le sanguisughe e i lombrichi d'acqua
  • molluschi (soprattutto gasteropodi)
  • vermi piatti come le planarie e numerosi altri gruppi minori.


Invertebrati bentonici e autodepurazione[modifica | modifica sorgente]

Gli esseri viventi che vivono nel fondo del torrente non sono proprio microscopici ma generalmente sono superiori a 1 mm. Come abbiamo visto prima nel torrente esistono INSETTI, CROSTACEI, MOLLUSCHI, ANELLIDI ( simili a dei vermi ) PLATELMINTI, NEMATODI. La fauna macrobentonica attinge per il proprio nutrimento all’abbondante detrito organico proveniente dall'intero bacino imbrifero e trasportato verso valle dal corso d’acqua, provocandone il progressivo disfacimento. La grande diversità biologica delle comunità macrozoobentoniche naturali, è resa possibile dalla grande diversità microambientale tipica dei corsi d’acqua alpini. Se non ci fossero questi animali che consumano e "riciclano" i detriti raccolti dalle acque e trasportati a valle dalla corrente, la grande quantità di sostanza organica presente andrebbe incontro alla decomposizione, con conseguente inquinamento organico delle acque. Grazie alla continua attività biologica di questa varia e diversificata categoria di organismi di fondo, si compie la autodepurazione organica.

Anfibi e rettili[modifica | modifica sorgente]

Gli anfibi scendono dalle acque più lente o nei piccoli ruscelli delle vallate laterali, per la deposizione delle uova (rane, rospi e salamandre). Si sviluppano fino alla metamorfosi che li farà tornare alla vita terrestre. Nel torrente Leno sono presenti bisce d'acqua.

Indice Biotico Esteso[modifica | modifica sorgente]

L’Indice Biotico Esteso (IBE) è utilizzato per verificare lo stato di qualità di ecosistemi fluviali misurando un parametro: la presenza dei macroinvertebrati. Rivela lo stato di salute dell’acqua dal punto di vista biologico, che insieme ai parametri chimici (fattori di inquinamento) e e a quelli fisici (alterazioni dell’alveo) danno un quadro complessivo. I fattori che rivelano la qualità biologica nel monitoraggio dei fiumi alpini sono la fauna ittica, i macroinvertebrati e le diatome. Il risultato peggiore ottenuto da questi rilevamenti determina lo stato biologico del fiume. Accanto a questa valutazione i parametri chimici-fisici che vengono misurati sono: ossigeno in percentuale di saturazione, azoto ammoniacale, azoto nitrico e fosforo totale.


Stato di salute biologica secondo IBE[modifica | modifica sorgente]

I macroinvertebrati vengono utilizzati come indicatori d'inquinamento perchè i differenti gruppi sistematici (insetti acquatici, molluschi, sanguisughe,vermi e crostacei) hanno una diversa sensibilità ai cambiamenti dell'ambiente (inquinamento chimico, sbalzi di temperatura o di portata). I plecotteri ad esempio vivono in ambienti non inquinati : la loro presenza indica uno stato di salute buono.

Torrente Leno di Terragnolo[modifica | modifica sorgente]

Il campionamento è stato fatto nella località Geroli.

  • Stato chimico in corso
  • Stato ecologico buono
  • Elementi di qualità idromorfologica buoni
  • Il corpo idrico attualmente ha raggiunto gli obiettivi di qualità ambientale.

Torrente Leno di Vallarsa[modifica | modifica sorgente]

Il campionamento è stato fatto nella località Spino.

  • STATO CHIMICO: Buono
  • STATO ECOLOGICO: Buono
  • Parametri chimico fisici: Elevati
  • Altri inquinanti: Elevato
  • Elementi di qualità biologica: Elevati, Buoni
  • Il corpo idrico attualmente ha raggiunto gli obiettivi di qualità ambientale.

Il ramo di Vallarsa del torrente Leno risente, oltre che della presenza della conceria presso Sant’Anna, anche e soprattutto del notevole prelievo idrico prodotto da tre sbarramenti posti lungo il suo corso. Gli effetti negativi maggiori sono rilevabili soprattutto nel tratto a valle della diga della Busa a Raossi di Vallarsa, circa 2 km a monte dello scarico della conceria. La notevole riduzione di portata determina una minore capacità autodepurativa del fiume con conseguente peggioramento della qualità dell’acqua, soprattutto in estate, quando maggiore è la presenza turistica e quindi l'immissione di inquinanti di tipo organico. Invece in estate si ha però una riduzione dell'attività produttiva della conceria con conseguenze benefiche a valle.

Torrente Leno[modifica | modifica sorgente]

Il campionamento è stato fatto nel ponte delle Zigherane nel comune di Rovereto.

  • STATO CHIMICO: Buono
  • STATO ECOLOGICO: Sufficiente
  • Parametri chimico fisici: Elevati
  • Altri inquinanti: Elevati
  • Elementi di qualità biologica: Elevati (per la presenza delle diatomee), Sufficienti.

Flora[modifica | modifica sorgente]

Il fiume e il torrente sono ecosistemi complessi. Sono i sistemi dinamici, che cambiano continuamente per effetto dei processi fisici e biologici che lo coinvolgono.

Vegetazione riparia[modifica | modifica sorgente]

Le sponde sono importanti per il territorio: tra l’ambiente terrestre e quello acquatico c’è la fascia di passaggio. Le rive sono piene di vegetazione riparia, cioè fatta di alberi e arbusti come i salici, ontàni e pioppi. Questi alberi vivono in ambienti umidi. La vegetazione riparia rappresenta un ambiente in cui le specie animali possono rifugiarsi, alimentarsi, nidificare e riprodursi. La vegetazione riparia ha anche la funzione di fascia filtro, cioè che riesce ad assorbire gran parte delle sostanze inquinanti che dall’ambiente terrestre arrivano nel fiume. Le sostanze inquinanti sono i fertilizzanti che gli agricoltori usano per coltivare e sono soprattutto composti chimici a base di sali di azoto (N). Arrivando nel fiume lo inquinano e possono danneggiare la fauna del fiume. La vegetazione riparia assorbe con le radici degli alberi questi composti chimici e li elimina nell’aria sotto forma di azoto gassoso che non inquina.

Perifiton[modifica | modifica sorgente]

Nel fiume il plancton è molto raro come le alghe planctoniche. Osservando noteremo anche una presenza di patina dove è spessa e addirittura filamentosa, ma questo tipo di alghe vivono attaccate ai substrati duri ovvero: roccia, rami ecc. e per questo motivo vengono chiamate perifiton: principalmente sono costituite da diatomee e alghe verdi filamentose. Nelle acque di risorgiva noteremo anche delle altre piante sommerse.

L'uomo e il torrente[modifica | modifica sorgente]

Luoghi storici[modifica | modifica sorgente]

Segheria veneziana[modifica | modifica sorgente]

Vicino al Leno sorgono numerose antiche segherie veneziane. La più famosa si trova a pochi passi di Terragnolo. La segheria risale al ‘700 ed è stata restaurata per valorizzare l'identità locale culturale. In questa segheria si trova uno strumento per tagliare il legno ormai dimenticato: la ruota ad acqua. Dentro si trova una immensa rondella di abete bianco, nella stanza accanto si può ammirare il luogo dove veniva effettuata la dendrocronologia( modo per contare l'età degli alberi utilizzando gli anelli interni). All’interno si trova anche un museo etnografico dove puoi osservare gli strumenti usati dai boscaioli e dai falegnami. Sui muri si possono vedere delle fotografie dell’epoca dove si possono vedere i falegnami e boscaioli al lavoro mentre tagliano il legno e successivamente lo trasformano in travi. Nella segheria veneziana di Terragnolo ha sede la Scuola della pietra a secco dell’Accademia della montagna del Trentino. Un modo per conoscere le caratteristiche storiche e culturali delle valli trentine.

Cimiteri militari[modifica | modifica sorgente]

Lungo il corso del Leno un secolo fa si è combattuta la prima guerra mondiale e vicino al torrente si possono vedere vari cimiteri austro-ungarici. Un esempio è quello di Geroli ai piedi del Pasubio. A fine guerra nel comune di Terragnolo vi erano otto cimiteri. Fra questi il più grande era quello di Geroli dove gli austriaci avevano sepolto 734 salme di cui 381 sconosciuti. Nel 1919 vennero cercate tutte le salme nei cimiteri più piccoli, parte dei corpi furono trasportati a Geroli ma la maggior parte al sacrario di Castel Dante a Rovereto. Nel 1929 il Commissario Onoranze restituì al comune di Terragnolo l’elenco delle persone cadute e la pianta del cimitero di Geroli, risultavano sepolte 470 tombe.

Manifattura tabacchi[modifica | modifica sorgente]

La manifattura Tabacchi fu un edificio dove veniva realizzato il tabacco. Quest’edificio fu attivo per più di 150 anni, Inaugurata nel 1854. La manifattura era situata a borgo sacco vicino al torrente Leno. Grazie alla valle che la circondava c’era spazio per una grande piantagione di tabacco. Principalmente nella manifattura lavoravano solo le donne perché avevano le mani più piccole rispetto all’uomo quindi riuscivano a lavorare meglio il tabacco. Verso la metà del 1851 iniziarono a demolire i vecchi edifici che si trovavano in quella zona, nello stesso anno decisero, quindi, di costruire la manifattura sul quel terreno libero. La manifattura tabacchi ora rappresenta l’industria con maggiori capacità del trentino. Durante la guerra, la manifattura si trovò a mandare molti dei suoi operai alle industrie austriache di Linz o della Boemia; i tre anni e mezzo di guerra provocarono grossi danni alla manifattura come la distruzione di tanti impianti elettrici oppure di altre funzioni. Dopo il primo conflitto mondiale, il secondo fu diverso perché la manifattura venne solo rallentata ma non fermata o distrutta, ma quando cominciarono i bombardamenti anche in trentino per non fermare l’attività si trasferirono negli scantinati continuando a produrre tabacco. Diversi anni dopo il secondo conflitto mondiale, parte dei prodotti della manifattura vennero trasferiti in altre manifatture a livello internazionale. Verso gli anni sessanta cominciò una crisi che rallentò pesantemente la produzione di tabacco. Nel 1965 la manifattura incominciò a diventare una struttura totalmente autonoma: vi erano uffici di riparazione, falegnameria e altri laboratori che contribuirono ad una produzione di tabacco più rapida. La manifattura venne chiusa definitivamente nel 2008.

Bachicoltura[modifica | modifica sorgente]

Pochi decenni dopo la cacciata dei veneziani da Rovereto (1509) inizia in Vallagarina la coltivazione del gelso e la coltivazione della seta. Dopo allora la seta divenne la chiave della vita economica,culturale e sociale nella comunità roveretana. Per ottenere la seta greggia innanzitutto veniva coltivato il gelso e allevato il baco da seta.Nelle case agricole i bozzoli nati da 40-45 giorni venivano trasportati al magazzino per il loro soffocamento e stufatura e per ultimo venivano trattati nelle filande gli stabilimenti di lavorazione e filatura dapprima della seta e poi anche del cotone.Erano grandi edifici, generalmente a più piani, dai soffitti alti e dotati di grandi finestre per garantire l'illuminazione. Costruiti vicino a corsi d'acqua, la utilizzavano sia per la forza motrice che per le vasche di trattura.

Attività dilettantistica: la pesca[modifica | modifica sorgente]

Uno dei tanti sport praticati sul Leno è la pesca. L’area utilizzata nel torrente Leno per la pesca è 3500 mq. L’attuale area era una volta la vecchia zona di piscicoltura. La zona è stata ristrutturata nel 1999 e finita nel 2009. I pesci che vivono nel Leno solitamente sono le trote marmorate e le trote fario. Esistono 12 vasche, 9 per le giovani trote fino ai tre anni e altre 3 più grandi per i riproduttori. L'obiettivo è quello di coltivare cibo di grande qualità e di cercare di non fare estinguere le trote marmorate un tempo considerate in via di estinzione. Oggi sono presenti 5 generazioni di trota marmorata dalla prima alla quinta vengono utilizzate per ripopolare le acque del Leno come una volta. Anche la trota fario è a fine ripopolamento. L’impianto è alimentato da un tubo dell'acqua del Leno con 4 sonde perimetriche, situate nella vasche di carico, che monitorano l’ossigeno, la temperatura e la conducibilità dell’acqua che entra nelle vasche per nutrire i pesci. In caso di rottura dei parametri delle vasche vengono attivati i pozzi di emergenza. Sopra le vasche sono posizionate delle reti antiuccelli.

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]