Ilse Weber
Ilse Weber | |||
| |||
Nome Cognome Sesso Luogo di nascita Data di nascita Luogo di morte Data di morte Attività |
Ilse Weber F Ostrava 11 11 gennaio 1903 Auschwitz 6 ottobre 1944 scrittrice, poetessa, compositrice |
Ilse Weber, nata come Ilse Herlinger, è stata una scrittrice, poetessa e compositrice ebrea, conosciuta per aver scritto libri per bambini e per aver composto poesie e canzoni durante la prigionia in un campo di concentramento.
Scrisse in tedesco, in particolare favole, opere teatrali e poesie per bambini ebrei.[1][2][3] Il suo libro più popolare è stato "Mendel Rosenbusch: storie per bambini ebrei" (Mendel Rosenbusch. Geschichten für jüdische Kinder) del 1929.[4] È particolarmente nota per le canzoni scritte durante la prigionia nel ghetto di Terezín (Theresienstadt).[5] Fu deportata di sua volontà nel campo di concentramento di Auschwitz con i bambini di Terezín e uccisa nelle camere a gas, insieme a suo figlio Tommy.
Biografia[modifica | modifica sorgente]
Weber nacque a Witkowitz[4] (nell'attuale Ostrava in Repubblica Ceca[1][2]). Da bambina leggeva molto[6] e imparò a cantare e suonare la chitarra, il liuto, il mandolino e la balalaika, ma non pensò mai di fare la musicista da grande.[4][2]
Scrittura[modifica | modifica sorgente]
Raggiunse una certa notorietà con le sue opere per bambini.[1] I suoi primi romanzi, risalenti al 1925, furono raccolti in "La corsa dei monopattini e altre storie" (Das Trittrollerwettrennen und andere Erzählungen) nel 1930.[4]
Il suo libro più famoso fu "Mendel Rosenbusch: storie per bambini ebrei" del 1929.[4] Il personaggio del titolo, un uomo anziano e gentile, riceve misteriosamente una moneta magica che gli permette di diventare invisibile a suo piacimento. Usa questo potere per compiere buone azioni anonime per i suoi vicini.[4]
Nel 1930 sposò Willi Weber, ne prese il cognome[1] e si trasferì a Praga[2], dove scrisse per giornali per bambini e lavorò per la radio ceca[4], per la quale leggeva alcune sue opere.[1]
Olocausto e composizione musicale[modifica | modifica sorgente]
Dopo l'occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939, Weber raccontò nelle lettere con la sua amica di penna svedese Lilian[7] la situazione difficile della sua regione occupata dai nazisti, con la mancanza di solidarietà da parte della popolazione non-ebraica e i dubbi se scappare o meno dal Paese.[8] I Weber riuscirono a portare in salvo il loro figlio maggiore Hanuš in Svezia su un Kindertransport, prima di essere confinati nel ghetto di Terezín.[4][1][6][2] Il ragazzo fu affidato all'amica di sua madre che era la figlia di un diplomatico svedese.
I Weber arrivarono al campo di concentramento di Theresienstadt l'8 febbraio 1942.[9][4][2] I membri della famiglia furono presto divisi in tre diverse caserme per uomini, donne e bambini.[6] Ilse Weber fu impiegata come infermiera notturna nell'infermeria pediatrica del luogo[1][6][2], facendo tutto il possibile per i piccoli pazienti senza l'aiuto di medicine (che erano vietate ai prigionieri ebrei).[3][4] Scrisse circa 60 poesie durante la sua prigionia e ne mise in musica molte, utilizzando melodie e immagini apparentemente semplici per descrivere l'orrore di ciò che la circondava.[4][1][2] Le sue canzoni erano rivolte ai bambini (p.e. per farli addormentare), ma si diffusero anche tra gli adulti.[6] Nelle sue performance si accompagnava alla chitarra.[4][2]
Quando suo marito fu deportato al campo di concentramento di Auschwitz nell'ottobre del 1944, Ilse Weber si offrì volontaria per unirsi a lui con il figlio Tommy[2] perché non voleva che la famiglia si dividesse[4] e non voleva lasciare soli i bambini di Theresienstadt[1]. Fu deportata da Terezín ad Auschwitz il 4 ottobre.[9] Lei e il ragazzo furono uccisi nella camera a gas il 6 ottobre.[4][10][2] Si narra che il figlio e altri bambini intonarono la sua "Ninna nanna" prima di andare incontro alla morte.[1]
Eredità[modifica | modifica sorgente]
Willi Weber sopravvisse alla moglie e al figlio per 30 anni.[10] Fu in grado di salvare i testi dei suoi componimenti dopo averli nascosti in una buca a Terezín, prima di essere deportato verso Auschwitz.[3][1][2] Il figlio Hanuš, sopravvissuto in Svezia alla guerra, vive a Stoccolma in pensione. Suo figlio Tommy, nato nel 1977, prende il nome dal fratello minore, assassinato con la madre ad Auschwitz. È l'autore di un libro sulla sua vita, "Ilse: una storia d'amore senza un lieto fine".
Le poesie di Weber composte a Theresienstadt sarebbero state raccolte solo nel 1991.[1][4] Nel 2008 è stata pubblicata una raccolta di sue lettere e poesie intitolata Quando finirà la sofferenza? (Wann wohl das Leid ein Ende hat). Le sue canzoni sono state registrate di frequente[1], in particolare la "Ninna nanna" (Wiegala).[4]
Grazie al lavoro di Francesco Lotoro, una paziente di Theresienstadt, Aviva Bar-On, ha permesso di ricostruire la musica di alcuni componimenti di Weber.[2] Il 15 aprile 2018, la donna cantò, senza partitura scritta, solo a memoria, una delle canzoni di Ilse Weber durante un concerto a Gerusalemme. L'intero evento fu un omaggio alle vittime dei campi di concentramento nazisti che avevano composto musica.[3]
Note[modifica | modifica sorgente]
- ↑ 1,00 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,09 1,10 1,11 1,12 Roberto Franchini, L'ultima nota: Musica e musicisti nei lager nazisti, Marietti 1820, 2022, pp. 88-89.
- ↑ 2,00 2,01 2,02 2,03 2,04 2,05 2,06 2,07 2,08 2,09 2,10 2,11 2,12 Francesco Lotoro, Un canto salverà il mondo - 1933-1953: le partiture ritrovate nei campi di prigionia, Feltrinelli Editore, 2022.
- ↑ 3,0 3,1 3,2 3,3 Meagan Flynn, How thousands of songs composed in concentration camps are finding new life, The Washington Post, 17 aprile 2018.
- ↑ 4,00 4,01 4,02 4,03 4,04 4,05 4,06 4,07 4,08 4,09 4,10 4,11 4,12 4,13 4,14 4,15 Bobb Edwards, Ilse Weber, su Find a Grave, 29 novembre 2007.
- ↑ Gila Flam, Music and the Holocaust su The Yivo Encyclopedia of Jews in Eastern Europe.
- ↑ 6,0 6,1 6,2 6,3 6,4 Matteo Corradini, Luci nella Shoah - Le cose che mi hanno tenuto in vita nel buio, De Agostini, 2021, p. 130.
- ↑ A cura di Andrea Löw, German Reich and Protectorate of Bohemia and Moravia September 1939–September 1941, De Gruyter, 2020, p. 1962.
- ↑ A cura di Hillel J. Kieval e Kateřina Čapková, Prague and and Beyond - Jews in the Bohemian Lands, University of Pennsylvania Press, Incorporated, 2021.
- ↑ 9,0 9,1 ILSE WEBEROVÁ su holocaust.cz, Institut Terezìnské iniciativy.
- ↑ 10,0 10,1 George E. Berkley, Hitler's Gift: The Story of Theresienstadt, Branden Books, 2002, p. 203, ISBN:978-0-8283-2064-1.
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
- A cura di Rita Baldoni, Ilse Weber, l'ultimo Lied. Lettere e poesie da Theresienstadt, Belforte Salomone, 2017, ISBN:978-8874671229.
- Ilse Herlinger Weber, L'ora blu delle fiabe. Nel ghetto di Theresienstadt, Paoline Editoriale Libri, 2014, ISBN:978-8831544696.
- Ilse Weber, Quando finirà la sofferenza? Lettere e poesie da Theresienstadt, Lindau, 2016, ISBN:978-8867084463.
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]
Ilse Weber su it.wikipedia