Civiltà romana

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S.P.Q.R cioè Senatus Populus que Romanus

La civiltà romana è una civilizzazione fondata dal popolo indo-europeo dei Romani.

Storia[modifica | modifica sorgente]

La civiltà romana ebbe sviluppo alla seconda metà del I° secolo a.C. Da qui nasce la Repubblica Romana che la prima capitale dell'impero fu fondata dal Re Romolo, colui che fondò la città antica di Roma.

Monarchia[modifica | modifica sorgente]

Dalla sua nascita, avvenuta nel 753 a.C. fino al 509 a.C. Roma fu una monarchia governata da un re che deteneva tutti i poteri: guidava l'esercito, amministrava la giustizia, promulgava le leggi ed era il capo religioso della popolazione. I re di Roma non erano tali per nascita, ossia non c'era una famiglia reale e non c'erano diritti di ereditarietà del trono, alla morte di un Re il Senato ne nominava uno nuovo scegliendo tra i nobili e i patrizi che meglio potevano incarnare questo ruolo importante. Il periodo monarchico di Roma durò circa 250 anni, in questo arco di tempo fu governata da 7 re, diversi tra loro per approccio e proprietà ma tutti, in modo programmatico, contribuirono alla crescita della città e della popolazione.

Re di Roma[modifica | modifica sorgente]

  • Romolo

A lui si fa risalire la fondazione di Roma, attraverso la leggenda di Romolo e Remo, i due gemelli miracolosamente scampati dalla morte e allattati da una lupa per poter, da adulti, fondare la città "eterna". In realtà Romolo è ricordato soprattutto per avere intrapreso guerre con i popoli vicini e per avere conquistato le terre dei Sabini.

  • Numa Pompilio

Successore di Romolo e nipote di Tito Tazio, di origine sabina. Il suo governo è caratterizzato da un lungo periodo di pace volto a consolidare le conquiste annesse da Romolo e da riforme sociali e soprattutto spirituali. Numa Pompilio cercò di trasmettere al popolo i valori della religione e della virtù, che sentiva profondamente propri al punto che lui stesso accettò la sua carica di re solo dopo avere interpretato favorevolmente gli auspici divini. Tra religione e superstizione, dunque, in quel clima politeista che venerava molti dei, fece edificare molti templi e riformò il calendario indicando i giorni fausti e i giorni infausti, in cui non poteva essere presa nessuna decisione pubblica. A Numa Pompilio si attribuisce, tra l'altro, l'istituzione dei pontefici, di cui sarebbe stato il primo, e il controllo della condotta delle Vestali, stabilì in 10 mesi il periodo del lutto e della vedovanza per le donne e regolamentò i riti della sepoltura. Sempre a Numa Pompilio si attribuisce l'istituzione dei Feziali, sacerdoti con il compito di fare da pacieri in caso di controversie e di stabilire l'inizio delle azioni belliche solo dopo l'insuccesso delle trattative di mediazione pacifica.

  • Tullo Ostilio

La politica perseguita da Tullio Ostilio fu completamente diversa da quella del suo predecessore Numa Pompilio, già dal nome, derivante dal termine "hostis" si intuisce infatti che fu una persona "ostile" e portata alla guerra. A lui si deve la guerra contro Alba Longa, che si decise dovesse avvenire sotto forma di duello tra i massimi campioni di lotta per evitare un conflitto sanguinario che avrebbe devastato la popolazione. Fu così che si affrontarono gli Oriazi contro i Curiazi, battaglia che fu, infine, vinta dagli Oriazi romani. Stretta quindi la favorevole alleanza con Alba Longa Roma, governata da Tullio Ostilio, continua la sua opera di espansione conquistando le città etrusche di Veio e Fidene. Il re di Alba Longa, macchiandosi però di tradimento, cerca di sostenere le città etrusche e si avvera così quello spargimento di sangue prima scongiurato che vedrà la distruzione di Alba Longa, l'uccisione del re e la deportazione della popolazione, che però non sarà ridotta in stato di schiavitù perché Roma necessita di crescere e dunque di nuova popolazione, e per via degli antichi legami di sangue che avvicinano i due popoli. I territori di Alba Longa, però, non vengono occupati ma abbandonati. Tra le opere intraprese da Tullio Ostilio si ricorda la costruzione della prima sede del Senato, fino a quel momento le sedute avvenivano nell'area del Comizio tra il Palatino e il Campidoglio.

  • Anco Marzio

Nel 639 a.C. Anco Marzio è eletto nuovo re di Roma. È un discendente (nipote) di Numa Pompilio, un legame familiare che lo favorisce nel momento storico in cui Roma è alla ricerca di sacralità. La parentesi bellica di Tullo Ostilio aveva in gran parte cancellato ogni relazione tra potere e religione. Nonostante la sua indole mite ed il rispetto del culto, Anco Marzio affronta la guerra agli stessi Latini riprendendo la politica espansionistica verso sud iniziata da Tullo Ostilio. La vittoria finale di Roma segna l'ennesima deportazione delle popolazioni vinte. Molte comunità latine sono deportate a Roma e stanziate nella Valle Murcia e sull'Aventino. Dopo ogni guerra Roma accresce in tal modo sia il suo territorio sia l'entità demografica del suo popolo. Durante il suo regno sono realizzate numerose opere architettoniche:

  • fondazione della prima colonia romana ad Ostia e costruzione della via di collegamento, la via Ostiense.
  • costruzione dello scalo portuale sul Tevere, il porto Tiberino
  • costruzione del primo ponte romano sul Tevere, il ponte Sublicio (in legno).
  • Tarquinio Prisco

Nel 616 a.C. sale al trono di Roma il primo re etrusco, Tarquinio Prisco. La sua storia rende evidente come l'attività politica di Roma non sia più una disputa tra pastori come ai tempi di Romolo. Alla morte del re, Lucio Tarquinio allontana i figli di Anco Marzio da Roma e si autocandita alla guida di Roma La sua abilità di oratore e di politico fa breccia tra i cittadini romani. Il popolo lo acclama come nuovo re di Roma. Le prime azioni del suo governo rendono chiara l'intenzione di estendere il proprio dominio a sud contro la Lega Latina ed a est contro i Sabini stanziati fra Tevere e Aniene, per ottenere il pieno controllo delle vie commerciali. Molte città si arrendono senza opporre resistenza mentre altre scatenano sanguinose battaglie prima di cedere all'invasione romana. Cadono le città di Nomento, di Fidene, di Apiolae, di Collazia, di Corniculo ed altre ancora. Le popolazioni dei territori conquistati senza spargimenti di sangue ottengono, generalmente, il diritto di cittadinanza romana, quelle che invece hanno opposto una dura resistenza sono ridotte alla schiavitù. In entrambi i casi, le popolazioni sono deportate a Roma per popolare i colli disabitati. Il dominio etrusco di Tarquinio Prisco trasforma Roma in una vera potenza del centro Italia. Le vittorie militari su alcune città della Lega Latina impone la cultura etrusco-romana su un vasto territorio nella valle del Tevere. La stessa Roma comincia a cambiare volto. Dal punto di vista commerciale il nuovo re decide di appoggiare le minores gentes, ovvero mercanti, artigiani, allevatori e agricoltori. Queste classi emergenti e produttive hanno la peculiarità di essere di origine etrusca. Tarquinio Prisco contribuisce alla rinascita architettonica di Roma realizzando grandiose opere. Il dominio etrusco influenza la cultura romana. Il re è ben consapevole del legame tra potere e religione e in particolare elimina i riti religiosi praticati nelle case gentilizie per trasferirli in templi pubblici. Allo stesso tempo sono distrutti i luoghi di culto delle civiltà latine conquistate, ma alle divinità straniere è dedicato un tempio pubblico in Roma. Questa integrazione religiosa mira a far assumere alla città di Roma una posizione di leadership nella Lega Latina. Alcuni aspetti della cultura etrusca diverranno veri e propri simboli della romanità nei secoli successivi:

  • il fascio e le asce rappresentano il simbolo del potere del re di punire e giustiziare.
  • l'abbigliamento etrusco segue il flusso migratorio verso la città capitolina: la toga, le calzature quadrate, i tessuti pesanti e l'amore per il lusso e le mode. Questo tipico abbigliamento del 7° secolo a.C. diviene il simbolo di sacerdoti e senatori, restando inalterato per oltre un millennio.
  • lo stesso "trionfo" del vincitore è di origine etrusca. Il conquistatore riceve gli omaggi e la festa della popolazione girando nelle strade della città su di un cocchio. Il primo trionfo è celebrato a Roma durante il regno di Tarquinio Prisco, ne seguiranno molti altri.
  • i contatti commerciali-culturali degli etruschi spaziano in ogni porto del Mar Mediterraneo. L'influenza della cultura etrusca alla comunità romana permette ai romani di effettuare un enorme balzo culturale.

La "conquista" etrusca di Roma diventa quindi fondamentale per lo slancio culturale e commerciale della città. Si potrebbe tranquillamente affermare che, senza Tarquinio Prisco e la cultura etrusca, Roma non sarebbe mai divenuta "Caput Mundi.".

  • Servio Tullio

Servio Tullio fu insidiato al potere dalla moglie di Tarquinio Prisco, che ne voleva fare il successore, nascondendo per qualche giorno l'avvenuta morte del marito. Figlio di una nobildonna etrusca deportata a Roma, già dal nome mostra le sue origine umili di "servo" in casa di Tarquinio Prisco. Ottenne facilmente il consenso del popolo a cui riconobbe diritti e a cui concesse la possibilità di costruirsi una vita dignitosa, altrimenti non possibile secondo lo schema ancorato a leggi che favorivano solo i nobili, e fu proprio il popolo ad acclamarlo al potere durante un comizio in cui Servio Tullio dichiarava di voler abbandonare il suo ruolo per le pressioni dei patrizi che reclamavano il trono. La sua posizione scomoda, però, non fu mai completamente sanata e tutta la sua politica espansionistica e le riforme sociali furono sempre volte alla ricerca del consenso. Viene ricordato per avere eliminato la schiavitù contratta per debiti, per avere allargato l'esercito anche ai nullatenenti, istituendo la figura del soldato-contadino che combatteva per ottenere della terra di proprietà da coltivare e migliorare quindi la propria condizione sociale e per avere censito la popolazione in modo da rendere le tasse eque rispetto alle ricchezze. Istituisce poi le circoscrizioni territoriali e i comizi centurati, Roma è oramai una grande città e con l'istituzione delle circoscrizioni viene allargato il diritto di voto anche a quello strato di popolazione rappresentato dalle classe emergenti di artigiani e commercianti che sono il vero motore propulsivo della città e che meritano quindi maggiore attenzione e il riconoscimento della partecipazione alla vita pubblica. Riesce ad accattivarsi anche il favore delle popolazioni deportate, facendo costruire sul colle Aventino, dove vivono, un tempio dedicato al culto di Diana Nemorensis e ingraziandosi quindi la simpatia delle popolazioni latine. Tra le opere architettoniche realizzate per suo volere si annovera il proseguimento delle mura a difesa della città, ancora visibili in alcuni tratti del centro della capitale. Le sue riforme sono di stampo democratico, pur se dettate dal bisogno di confermare il proprio potere, ma la sua fine sarà ingloriosa e sarà voluta dalla sua stessa famiglia: morirà infatti per mano della figlia e di Lucio Tarquinio che non esiteranno ad ammazzare fratelli e congiunti per usurparne il trono

  • Tarquinio il superbo

Tarquinio il Superbo fu l'ultimo re di Roma, osteggiato dalla popolazione sia per il comportamento immorale sia per alcune decisioni con cui venne imposta la schiavitù della plebe romana e privato il senato di ogni potere. Tarquinio il Superbo proseguì nell'intento espansionistico già attuato dai suoi predecessori ma trascurò completamente la politica interna, diventando quindi una figura avversa e sgradita. Le leggende sulla fine del suo potere, e dunque sulla monarchia di Roma, sono probabilmente volte a nascondere la disfatta della città assediata da Porsenna, il re etrusco di Chiusi che riuscì a conquistarla. Non fu comunque ucciso in battaglia o per la conseguenza del suo tirannico governo ma terminò la sua vita da esule, spodestato tanto da Porsenna quanto dai romani (popolo, nobili e classe media) che mai da lui si sentirono rappresentati e protetti.

Repubblica[modifica | modifica sorgente]

Il termine deriva dal latino res publica, significa cosa pubblica, cioè ogni cittadino aveva dei diritti. Infatti con la Repubblica furono create le prime leggi per i cittadini, i diritti.

Esistevano anche dei diritti per i schiavi che venivano dati una classe sociale i libertus, cioè dei liberti, che erano schiavi con un limite alla libertà. Spesso erano di origine greca.

Impero[modifica | modifica sorgente]

Wikisaurus.svg Per approfondire vedi la pagina: Impero romano.

Dopo la fine della Repubblica si ebbe la nascita dell'Impero romano.

Classi sociali[modifica | modifica sorgente]

Nella civiltà romana esistevano quattro classi sociali.

  • Patrizi coloro che erano ricchi proprietari di terra.
  • Cavalieri fin da giovani erano dei cavalieri o soldati di carriera nominati di fiducia dal capo tribù. In latino erano chiamati princeps, cioè principe.
  • Plebei erano della gente povera, cittadini dell'Antica Roma.
  • Schiavi erano dei prigionieri o soldati catturati in guerra che venivano spesso venduti per debiti.

Appartenevano alla classe nobiliare i patrizi e i cavalieri, che erano degli ordini politici.

Cultura[modifica | modifica sorgente]

La lingua della Civiltà Romana è il latino che ha dato nascita a un gruppo di lingue (le lingue romane che sono derivate per la grande parte dal latino volgare: il francese, lo spagnolo, l'italiano o ancora il portoghese.

I scrittori Romani sono stati particolarmente prolifici. Possiamo citare Cicerone, Ovidio, Virgilio, Orazio, Seneca, Tacito, Plinio il Giovane.

Religione[modifica | modifica sorgente]

La religione dei romani era il paganesismo, cioè si adorava gli dèi.

Ogni Dio era adorato per una natura.

Per esempio, Giove era il Dio della Guerra, Diana era per la bellezza, Minerva era per la spaienza e l'intelligenza.

Spesso erano di tipo greco, perché all'epoca l'Europa era sotto due potenze: Antica Roma ed Antoica Grecia. I Romani adoravano anche dei dei stranieri(comme Iside, Mithra o ancore Amon), il culto di Mithra si era diffuso con i soldati rivenuti dalla Persia dove era adorato.