Borgo Sacco

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Borgo Sacco è un quartiere di Rovereto in riva all'Adige di circa 5 000 abitanti

Geopolitica[modifica | modifica sorgente]

Stato Italia
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Trento
Città Rovereto
Codice postale 38068
Abitanti 5229
Nome abitanti Saccardi/Saccensi
Patrono San Giovanni Battista

Borgo Sacco è stato un comune autonomo fino al 1920, ora è una frazione di Rovereto. È un quartiere che si trova in riva all'Adige.

Borgo Sacco durante il Medioevo e fino alla metà dell’Ottocento, è stato un importante punto d’attracco per le zattere che percorrevano l’Adige. Nel 1210 il principe vescovo di Trento Federico Vanga concesse solo agli zattieri la navigazione sul fiume Adige. L’Adige fu per secoli un'importante via di comunicazione che permise attività commerciali, soprattutto tra: Bolzano, Verona, Chioggia, Trento e Venezia. Il porto di Borgo Sacco si trovava in piazza Filzi.

L’Adige nasce presso il passo Resia in Alto Adige e sfocia nel mar Adriatico. Dopo aver attraversato le città di Trento Rovereto, Verona, Legnago, Cavarzere, Merano, Bolzano e Rovigo, passa interamente per le regioni del Veneto e del Trentino Alto Adige. L’Adige veniva utilizzato per il commercio, perché era una via molto veloce.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Il paese di Sacco ha origini remote, confermate dai ritrovamenti di resti dell’età del bronzo, di monete e di altri reperti di età romana. Già in un documento del 1241 si dice che dall'anno 800 Borgo Sacco era un luogo di deposito per le merci. A Sacco fin da tempi antichissimi si navigava sull’Adige con delle zattere per trasportare le merci. Nel 1263 Sacco passò sotto il dominio dei Castelbarco, una famiglia nobile che dominò la Vallagarina per alcuni secoli. Fra il 1803 e il 1805 si decise di dividere il territorio del Trentino in due circoli, quello di Rovereto e quello di Trento, dipendenti dal governo provinciale del Tirolo. Con il decreto del 28 maggio 1810 Napoleone sancì l'unione del Tirolo Meridionale al regno d'Italia. Sacco divenne frazione di Rovereto assieme a Lizzana, Marco e Noriglio. Fino alla prima metà dell’Ottocento Sacco era un importante centro di commercio grazie alla navigazione sul fiume Adige. Alla fine dell’Ottocento si vietò agli Speditori di Sacco di commerciare sull’Adige, causando così un danno economico. Nel 1849 il comune di Sacco supplicò di costruire in paese una fabbrica per la lavorazione del tabacco, considerato che il comune di Sacco si trovava in difficoltà economiche causate dal declino dell'attività di navigazione sull'Adige. Con la costruzione della Manifattura Tabacchi si trovò una alternativa alla navigazione sul fiume Adige assumendo gli abitanti del luogo.


La Chiesa di San Giovanni Battista[modifica | modifica sorgente]

La Chiesa di San Giovanni Battista è una Chiesa barocca in Trentino.
Fu consacrata nel 1240. Venne costruita come cappella, per evitare di fare andare gli abitanti di Borgo Sacco fino a Lizzana per partecipare alla messa.
Nel 1496 la cappella di Borgo Sacco venne trasformata in una vera e propria Chiesa. A partire dal 1645 fu nominato curato (cioè il capo della parrocchia) della Chiesa Guglielmo Bonfioli, che costruì altre parti della Chiesa permettendo di far entrare più persone possibili.
Nel 1655 la Chiesa venne demolita tranne il campanile, ma nel 1658 fu ricostruita e completata.
Nel 1720 Antonio Giuseppe Sartori e il pittore Gasparo Antonio Baroni Cavalcabò ristrutturarono la Chiesa. Questi lavori furono compiuti negli anni 1754-1758 mentre nel 1990 furono restaurati gli stucchi interni e esterni.

San Giovanni Battista Church

La Manifattura Tabacchi[modifica | modifica sorgente]

La manifattura tabacchi è una fabbrica molto importante e di grande successo che era specializzata nella lavorazione dei tabacchi (sigarette…).
In questa fabbrica i lavoratori erano solo donne, non ci fu neanche un lavoratore maschio: questo lavoro era molto impegnativo e serviva molta precisione: per questo erano assunte solo le donne (chiamate zigherane), perché loro avevano delle mani fini e magre, cosa che offriva loro la precisione nel lavorare il tabacco.

Manifattura Tabacchi Borgo Sacco .jpg
Foto dell'ingresso della Manifattura
Zigherane statue

Nel 13 maggio 2012 fu inaugurata la Statua della Zigherana, realizzata in bronzo e alta poco più di 1 metro, come riconoscimento e ringraziamento per tutte le donne roveretane, che impiegarono il loro tempo e tantissima fatica per lavorare il tabacco. Questa statua fu scolpita dall'artista solandro (dalla val di Sole) Livio Conta. L’artista si ispirò ad una zigherana seduta a lavorare il tabacco: la osservò per tanto tempo, finché non trovò il modo perfetto per realizzarla.
Se adesso andiamo alla manifattura, noteremo che è cambiata tantissimo: il luogo è stato rinnovato. Ci sono varie sezioni e uffici divisi in reparti specifici che si occupano di molteplici lavori. Questo spazio di lavoro è molto green, ed offre anche la possibilità di visitarlo.

L'Adige e gli Zattieri[modifica | modifica sorgente]

Gli Zattieri[modifica | modifica sorgente]

Tempo fa c’erano degli uomini che vollero rifare il lavoro dei loro antenati ovvero percorrere l’Adige, nelle sue vie, con tronchi attaccati fino a formare una zattera. Dopo essere stati utilizzati venivano venduti come “legno da opera”, ovvero legno utilizzato per le costruzioni.
I primi fondatori furono:

  • Giuseppe Pandini (parrucchiere della piazza Filzi).
  • Giuseppe Graziola (maestro elementare).
  • Gino Denier.
  • Candioli Carmelo (l’unico che scrisse i nomi dei fondatori e grazie a lui li riconosciamo adesso).


Dopo tanti commerci di questo tipo fu creata una cerimonia che avviene ogni anno chiamata proprio La Zatterata. Questa gara divenne una tradizione e si celebra con dolci, pasta e concerti in piazza, come molte altre feste. Ora fa parte della grande manifestazione di “Un borgo e il suo fiume”.
In questa gara ci sono diverse squadre che devono remare su delle zattere per un tragitto che parte da Calliano e finisce a Borgo Sacco.

La Zatterata viene fatta nel mese di Giugno, di solito nella prima settimana. Prima era solo una piccola festa ma grazie a Lucio Dama (guida del comitato) la Zatterata divenne una vera e propria manifestazione. Le imbarcazioni assemblate scendono in acqua da Calliano fino a Borgo Sacco (Rovereto). L’equipaggio è formato da 6 zattieri e una donzella e uno di questi sette sarà il Capo Zattera.
Durante il tragitto le 10 squadre dovranno superare 9 prove di abilità, prima di arrivare alla fine. La squadra che avrà svolto il percorso nel minor tempo possibile e con meno penalità sarà il vincitore del premio. Il premio in palio è uno stendardo che riproduce l’antico stemma di Borgo Sacco. Alcuni esempi di prove sono:

  • A Villa, uno degli Zattieri deve scendere per “colpire” il cuore della Donzella.
  • Riempire con un secchio bucherellato una bacinella graduata con l’acqua dell’Adige.
Adige

Il ponte Gisella[modifica | modifica sorgente]

Il ponte Gisella di Borgo Sacco fu costruito per collegare la sponda roveretana e quella di Isera. Il ponte è stato costruito su richiesta degli abitanti delle due sponde e prende il nome dall'arciduchessa Gisella Luisa Maria d’Asburgo. I lavori ebbero inizio nel 1872 e nel 1877 vengono conclusi, gli abitanti hanno dovuto avere molta pazienza ma grazie a questo ponte il passare da una sponda all’altra divenne molto più facile, soprattutto per chi aveva la necessità di trasportare carichi o merci, e in giornate di maltempo correva il rischio di perdere tutto nell’Adige.

Leno[modifica | modifica sorgente]

Il Leno (torrente) è un torrente che scorre a Borgo Sacco. Inizia dalle Dolomiti e sfocia nel fiume Adige. Esso è lungo 18 km e ha una valle molto stretta.

Adige and Leno
Leno river

I Bossi Fedrigotti[modifica | modifica sorgente]

Storia della famiglia Bossi Fedrigotti[modifica | modifica sorgente]

La famiglia Bossi Fedrigotti aveva origini della Lombardia e iniziò a vivere a Sacco nella metà del quindicesimo secolo. Il primo antenato fu Nicolao del Buoso, morto nel 1434. Nel 1717 i fratelli Giovanni e Fedrigo divennero poi parte della nobiltà del Sacro Romano Impero con il titolo nobiliare “von Ochsenfeld”.

I Bossi Fedrigotti hanno avuto molto a che fare con Borgo Sacco, Rovereto e la Vallagarina. Prima i Bossi Fedrigotti arrivarono e iniziarono a lavorare per la Compagnia di Spedizione, che gestiva il traffico delle zattere sull’Adige. Dopo, grazie alla fiera di Bolzano, la famiglia accumulò un grande proprietà terriera, che diventò più grande grazie a Pietro Modesto.

Nella seconda metà del Settecento, i Bossi Fedrigotti iniziarono a prendersi cura dell'allevamento del baco da seta e si dedicarono alla viticoltura. Filippo, oltre che socio e presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati, iniziò anche lui a praticare questa attività con passione. Fu ideatore e sostenitore della Società Agraria roveretana e fondatore della Scuola Agraria di Rovereto. Avendo tante idee, suggerì di usare le forbici al posto del falcetto tradizionale per tagliare le viti.

Dopo, Federico aumentò la produzione e rese famosa l'azienda familiare.

L'azienda dei Conti Bossi Fedrigotti ancora oggi esistente è costituita da 40 ettari di vigneto divisi in tre principali tenute sui due lati dell'Adige.

Palazzo Bossi Fedrigotti[modifica | modifica sorgente]

Il palazzo dei Bossi Fedrigotti fu progettato e costruito nel 1700 a Rovereto. Avendo vissuto tanto tempo a Rovereto e avendo un ruolo economico-politico molto importante per la città, il muratore Carlo Caminada fu il costruttore del Palazzo. Non si sa ancora se il palazzo fu commissionato da Ambrogio Rosmini oppure se si propose il nobile Fedrigotti. Questo fu il Palazzo dove vissero i Fedrigotti, però la loro casa, in cui sono stati cresciuti, è a Sacco. Ora è stata messa all’asta e venduta per tre milioni di euro. Il palazzo però non fu solo della famiglia Fedrigotti, ma nel 1920 fu ceduto all'Istituito delle Dame Inglesi in cui fu trasformato in una scuola-convitto per le ragazze. Nel 2005 inoltre è diventato parte dell'Università degli Studi di Trento.

Nel 1796 sembra che il palazzo fosse già in costruzione, ma quando Napoleone Bonaparte occupò il Trentino Alto-Adige i lavori si interruppero e il Palazzo fu finito in seguito.

Bossi Fedrigotti house

Saccardi Famosi[modifica | modifica sorgente]

Riccardo Zandonai[modifica | modifica sorgente]

Zandonai nacque nel 28 maggio 1883 a Borgo Sacco (Rovereto), morì il 5 giugno 1994 e nel 1947 venne sepolto al cimitero di Borgo Sacco. Fu un grande compositore, fin dall’infanzia ebbe un grande talento musicale. Fu così importante che a Rovereto è stato costruito un teatro intitolato a lui: il Teatro Zandonai. Nel 1935 l’Accademia Italia gli conferì il premio Mussolini per le arti .

Antonio Baroni[modifica | modifica sorgente]

Zandonai nacque nel 28 maggio 1883 a Borgo Sacco (Rovereto), morì il 5 giugno 1994 e nel 1947 venne sepolto al cimitero di Borgo Sacco. Fu un grande compositore, fin dall’infanzia ebbe un grande talento musicale. Fu così importante che a Rovereto è stato costruito un teatro intitolato a lui: il Teatro Zandonai. Nel 1935 l’Accademia Italia gli conferì il premio Mussolini per le arti .

Segnaletica stradale

Raffaele Zotti[modifica | modifica sorgente]

Zotti nasce il 24 dicembre 1824 a Borgo Sacco e muore a 48 anni il 24 marzo 1874 a Trento. Cresciuto in una famiglia benestante, a 15 anni venne abbandonato e fu affidato ad un tutore . È stato un grande storico e giornalista che faceva parte dell'Accademia Roveretana degli Agiati. La sua opera più importante è stata “La Storia della Valle Lagarina” suddivisa in due volumi, il primo parte dalla dominazione etrusca e arriva alla dominazione dei veneziani, e il secondo volume parte dalla dominazione degli austriaci fino al suo tempo. Per la sua morte fu costruita una lapide in suo onore.

Bibliografia e Sitografia[modifica | modifica sorgente]

L'Adige e gli Zattieri (sitografia e bibliografia)[modifica | modifica sorgente]

La Chiesa di San Giovanni Battista (sitografia e bibliografia)[modifica | modifica sorgente]

  • Chiesa di San Giovanni Battista (Rovereto) CURATO in "Enciclopedia Italiana" Chiesa di San Giovanni Battista - Cosa vedere a Rovereto, Trento.

I Bossi Fedrigotti (sitografia)[modifica | modifica sorgente]

Saccardi famosi[modifica | modifica sorgente]