Ludwig van Beethoven

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Ludwig van Beethoven

179-Beethoven.jpg
Beethoven

Nome
Cognome
Sesso
Luogo di nascita
Data di nascita
Luogo di morte
Data di morte
Attività
Ludwig
van Beethoven
M
Bonn
16 dicembre 1770
Vienna
26 marzo 1827
Compositore


Ludwig van Beethoven fu un compositore, direttore d'orchestra e pianista tedesco.

Biografia[modifica | modifica sorgente]

Ludwig van Beethoven nasce il 16 dicembre 1770 a Bonn (sede di uno dei sette grandi elettori dell'Impero tedesco, l'arcivescovo Maximilian Franz, figlio di Maria Teresa d'Austria), da Johann van Beethoven e Maria Magdalena Keverich. La sua infanzia è segnata da problemi familiari - il padre è alcolizzato - e da gravi ristrettezze economiche.
Pur essendo il "padre musicista" (tenore presso la Cappella arcivescovile di Bonn), il primo vero maestro di Ludwig è l'organista di corte, Christian Gottlob Neefe che, riconoscendo la genialità del giovane allievo, ne promuove gli esordi professionali e artistici. A 13 anni Ludwig è già conosciuto nella sua città come ottimo pianista. Nel 1787 trascorre un breve periodo a Vienna, il sogno di ogni musicista dell'epoca, dove sembra che abbia incontrato Mozart. Nello stesso anno muore la madre e le sempre peggiori condizioni di salute del padre impongono a Ludwig di farsi carico dei 2 fratelli minori.
Intanto, tra il 1788 e il 1792, Beethoven conquista un ruolo importante all'interno del mondo culturale di Bonn. Nel 1789 si iscrive all'università della città, dove ha modo di assimilare idee di libertà e fratellanza che caratterizzano la sua produzione matura. Nel 1792 avviene il suo definitivo trasferimento a Vienna, dove da musicista di provincia diventa, già nei primi anni dell'Ottocento, una celebrità, prima come virtuoso di pianoforte, poi anche come compositore. Tanto che, quando nel 1809 incontra alcune difficoltà economiche che inducono a proporsi come Kappelmeister alla corte di Kassel, gli amici di Vienna lanciano un grido d'allarme e tre alti principi (tra cui uno dei fratelli dell'Imperatore) firmano un contratto che gli assicura una cospicua pensione vitalizia, purché continui a vivere e a lavorare a Vienna. Nel 1796, intanto, si sono manifestati i primi sintomi della sordità che aggravatasi negli anni successivi, condizionerà pesantemente la sua vita personale e professionale. Muore a Vienna il 26 marzo 1827. Sono più di diecimila i viennesi che si riversarono nelle vie della città per partecipare al corteo funebre, dando così l'ultimo saluto al grande musicista.

Approfondimenti[modifica | modifica sorgente]

Da Bonn a Vienna: la formazione[modifica | modifica sorgente]

Nel 1790 Franz Joseph Haydn, diretto a Londra, si trova a passare da Bonn e promette a Beethoven un ciclo di lezioni a Vienna. Al suo ritorno, due anni dopo, finanziato dall'arcivescovo Maximilian Franz, Ludwig parte per la capitale dell'Impero austro-ungarico. Allievo e maestro non vanno molto d'accordo e nel 1794 Beethoven non ha problemi a cambiare insegnante. A Vienna operano infatti molti musicisti di fama e alcune figure che erano riconosciute come un autorità dal punto di vista didattico: Beethoven prende lezioni da un grande conoscitore di Bach e teorico dell'arte del contrappunto, Johann Georg Albrechtberger, e poi da Antonio Salieri, massimo esperto del cosiddetto "stile italiano", lo stile operistico. Nel 1794, a causa degli eventi politici (l'invasione delle truppe napoleoniche), cessano le entrate che gli provengono dalla corte di Bonn; Beethoven accetta l'ospitalità di un principe viennese e inizia una vera e propria carriera da pianista. Tra i numerosi concorrenti, solo alcuni virtuosi sono in grado di contrastarlo: Beethoven riesce a esibirsi con una certa frequenza, tra i salotti nobiliari e i teatri; nel 1796, al seguito del suo principe, conduce anche una tournée tra Praga, Dresda e Berlino che gli frutta successo e riconoscimenti economici. Sono passati solo pochi anni dalla scomparsa di Mozart, ma ora la carriera di libero professionista sembra meno difficile. Nella sua produzione di questo periodo si nota una netta prevalenza di musica da camera: i tre Trii op. 1 (1759) per violino, violoncello e pianoforte, sonate per pianoforte, per violino e pianoforte e per violoncello e pianoforte[1].

A Vienna: il successo e la sordità[modifica | modifica sorgente]

Alla fine degli anni Novanta Beethoven a Vienna[2] è ormai un concertista di grande successo e un compositore senza dubbio molto apprezzato, tanto che all'inizio di aprile del 1800, in un importante teatro della città, ha luogo un concerto in cui vengono eseguite una sinfonia di Wolfgang Amadeus Mozart, un oratorio di Franz Joseph Haydn e due opere di Beethoven: il Settimino op. 20 e la Prima sinfonia in Do maggiore. Di questo periodo è anche la Sonata Patetica (1799).
Ma a metà del 1801 avviene un drastico cambiamento: la sordità, di cui erano comparsi i primi sintomi nel 1796, si aggrava. Questo fatto avrà importanti conseguenze nella vita personale di Beethoven, che ha solo 31 anni, e che egli ben sintetizza in uno scritto del 1802, il testamento di Heiligenstadt: difficoltà di mantenere relazioni sociali, tendenza a isolarsi, paura che si scopra che lui - un musicista - è sordo. La sordità, però, ha effetti anche sul suo stile[3], che si fa più complesso, come se Beethoven debba concentrare nella musica tutta la necessità di comunicare con gli uomini e cercare di instaurare un legame con l'umanità a un alto livello, in un'altra dimensione.
Nonostante la sordità, questo periodo vede fiorire grandi capolavori, che gli porteranno fama europea: nascono, tra gli altri, la Seconda sinfonia (1802), la Sonata a Kreutzer per violino e pianoforte (1802)), la Terza sinfonia (1803), che sono esempi perfetti dello stile classico; in seguito, nel 1806 il Quarto concerto per pianoforte e il Concerto per violino, la Quarta sinfonia, i Quartetti per archi dedicati al principe Kirill Grigor'evič Razumovskij, la Quinta sinfonia (1808), il Quinto concerto per pianoforte (1809), la Settima e l'Ottava sinfonia (1811) e il Trio dell'Arciduca (1814), che lo vede esibirsi per l'ultima volta in pubblico nelle vesti di pianista.

La Nona sinfonia e gli ultimi anni[modifica | modifica sorgente]

L'ultima fase della vita di Beethoven è segnata da eventi familiari dolorosi (tra cui il tentato suicidio del nipote di cui era tutore) ma anche da alcuni capolavori, tra cui la Nona sinfonia e cinque Quartetti d'archi. L'idea di una composizione sinfonico-corale che musicasse l'Ode alla gioia del poeta tedesco Friedrich Schiller era nata addirittura nel 1793: i grandi ideali di Beethoven di amore per l'umanità, di fratellanza e di fiducia della bontà del Creatore si trovano in perfetta sintonia con questo testo poetico. La composizione della Nona sinfonia occupa ben quindici mesi, tra il 1823 e il 1824: alla prima esecuzione il successo è travolgente. Nel 1792, il Consiglio dei Ministri d'Europa ha ufficialmente adottato l'Inno alla gioia come inno europeo.

Note[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]



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Questa voce è stata eletta Voce in evidenza il 23 luglio 2017