Arcipelago campano
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L'arcipelago campano è l'insieme delle isole e degli isolotti che fanno parte della regione Campania, nell'Italia meridionale.
Sono cinque le isole principali della Campania:
- Isola d'Ischia che si compone di 6 comuni, tutti aderenti alla città metropolitana di Napoli: Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano d'Ischia[1];
- Isola di Capri, formata dai comuni napoletani di Capri e Anacapri;
- Isola di Procida, che include il comune di Procida (NA);
- Isola di Vivara, che appartiene al comune di Procida;
- Isola di Nisida, che appartiene al comune di Napoli;
Di queste, quattro (dunque tutte eccetto Capri) appartengono al sotto-gruppo delle isole flegree, ed hanno una morfologia (composizione del territorio) simile a quella dei campi flegrei, zona vulcanica di Napoli.
Oltre alle cinque isole principali sopra elencate, la Campania presenta anche isole minori, dette isolotti:
- l'arcipelago Li Galli, composto da tre isolotti (Gallo lungo, Castelluccia, Rotonda) appartenenti a Positano (SA), sulla costiera amalfitana;
- l'isolotto del castello aragonese di Ischia (NA);
- l'isolotto di San Martino, che fa parte del comune Monte di Procida (NA);
- l'isolotto della Gaiola, posto vicino Posillipo, località di Napoli;
- l'isolotto di Megaride, su cui si trova il Castel dell'Ovo, dunque è parte di Mergellina, località di Napoli;
- l'isolotto Punta Pennata, che fa parte del comune di Bacoli
- i tre faraglioni dell'isola di Capri;
- scogli vari come: lo Scoglio del Monacone, vicino Capri; lo Scoglio di Vetara, posto a 3 km dall'arcipelago Li Galli, nel salernitano; lo Scoglio di Rovigliano, vicino la foce del fiume Sarno, tra i comuni napoletani di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia; gli scogli Isca, Scruopolo ed a Penna, lungo il golfo di Salerno, ecc.
Oltre alle isole sopra elencate, un tempo la Campania ne aveva anche altre. Tra le isole scomparse, a Napoli vi erano:
- l'isolotto del Lazzaretto, oggi inglobato nella strada che collega l'isola di Nisida alla terraferma; lo si riconosce in vecchie foto precedenti al 1934, anno in cui fu realizzata quella strada;
- l'isolotto di San Leonardo, che corrisponde all'attuale Rotonda Diaz, nel cuore di Napoli;
- l'isolotto di San Vincenzo, inglobato nel 1956 nel molo del porto di Napoli; in precedenza sull'isolotto si trovava un faro per le navi che navigavano presso quelle acque; il faro prendeva il nome di Torre di San Vincenzo.
Note[modifica | modifica sorgente]
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
- Sergio Zazzera, Le isole di Napoli, Roma 1997
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]