Alessandro Manzoni

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Alessandro Manzoni

Francesco Hayez 040.jpg
Ritratto di Manzoni da Francesco Hayez

Nome
Cognome
Sesso
Luogo di nascita
Data di nascita
Luogo di morte
Data di morte
Attività
Alessandro
Manzoni

Milano
7 marzo 1785
Milano
22 maggio 1873
scrittore

Alessandro Manzoni, nome completo Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni (in lombardo Lissander Manzon, Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873) è considerato uno dei maggiori romanzieri, poeti, drammaturghi e scrittori italiani, famoso per I promessi sposi e Il cinque maggio. È stato il caposaldo della letteratura italiana, Manzoni ha fissato le basi per il romanzo moderno. Il successo e i numerosi riconoscimenti pubblici e accademici (fu senatore del Regno d'Italia) si affiancarono a una serie di problemi di salute e familiari, lo portarono ad avere un isolamento.

Introduzione[modifica | modifica sorgente]

Alessandro Manzoni, milanese di nascita, trascorre la sua vita tra Milano e Parigi. Considerato uno degli scrittori più importanti del XVIII secolo, noto ai più per essere l'autore dell'opera "I promessi sposi" con il quale ha gettato le basi per il romanzo moderno. Ottiene numerosi successi politici e accademici ma nonostante questo i problemi familiari e di salute lo conducono a un isolamento dalla vita letteraria, fatta eccezione per i contatti di lettere che mantiene con gli intellettuali francesi del tempo e con Goethe.

Gli anni della formazione[modifica | modifica sorgente]

Manzoni comincia a scrivere giovanissimo. Dopo gli studi (1801) fa ritorno a Milano dove entra in contatto con Vincenzo Monti e Ugo Foscolo oltre che con Francesco Lomonaco e Vincenzo Cuoco. Nel 1801 compone "Il trionfo della libertà" di chiara ispirazione liberale. Nel 1805 si reca a Parigi presso la madre dove compone il canto "In morte di Carlo Imbonati", dedicato al defunto compagno della madre. Nella capitale francese incontra intellettuali di ispirazione illuministica. Sempre a Parigi compone un poemetto dal titolo "Urania" (1809).

Gli anni della maturità[modifica | modifica sorgente]

Il matrimonio con Enrichetta Blondel (1808), calvinista, e la sua conversione al cattolicesimo, consentono a Manzoni un riavvicinamento alla fede. Da questa occasione nascono gli "Inni sacri" (1815), una raccolta di componimenti che prevedeva la celebrazione delle più importanti festività religiose. Dei dodici inni iniziali Manzoni ne porta a fine solo cinque: La Risurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione, La Pentecoste. Nel 1819 scrive anche un trattato a fine della difesa o dell'esaltazione della fede intitolato "Osservazioni sulla morale cattolica". L'anno seguente termina la tragedia "Il conte di Carmagnola" e la "Lettera a Monsieur Chauvet sulle unità di tempo e luogo della tragedia", considerata uno dei più importanti testi di poetica riguardanti il teatro. Nel 1821 si dedica alla stesura di liriche di argomento storico-patriottico: "Marzo 1821" e "Il cinque maggio" per la morte di Napoleone. L'anno successivo pubblica "Adelchi", un'altra tragedia. Tra il 1821 e il 1823 compone il "Fermo e Lucia" pubblicato nel 1827 con il titolo definitivo di "Promessi Sposi".

I Promessi Sposi[modifica | modifica sorgente]

Considerato il primo vero romanzo italiano, "I Promessi Sposi" può essere definito romanzo storico. I modelli di Manzoni furono i contemporanei inglesi e francesi. Esistono tre diverse versioni: una prima rimasta manoscritta, una seconda del 1827 e un'ultima e definitiva uscita tra il 1840 e il 1842. L'epoca in cui è ambientato è il Seicento e il luogo il Ducato di Milano governato dagli spagnoli. La trama prevede che Renzo e Lucia, due giovani, si innamorino e decidano di sposarsi. La loro unione viene però ostacolata da Don Rodrigo, signorotto del luogo, il quale arriva a minacciare il curato che deve celebrare le nozze. Don Rodrigo infatti, per una scommessa con il cugino Attilio, si è deciso a conquistare la bella Lucia. Dopo molte peripezie alla fine i due giovani innamorati riescono a sposarsi. Nella narrazione i due protagonisti compiono un vero e proprio percorso di formazione passando da semplici contadini a persone in grado di ragionare sulle esperienze vissute. Le tematiche principali presenti sono la storia (storia milanese del XVII secolo), la giustizia e la provvidenza.

Le tragedie[modifica | modifica sorgente]

Nel 1820 presenta "Il conte di Carmagnola". Secondo Manzoni, l'artista deve essere libero di scrivere le proprie tragedie senza regole limitative. Oltre a questo, il teatro, deve avere una funzione educativa. "Il conte di Carmagnola" e "Adelchi" rappresentano i due capolavori manzoniani in campo teatrale. La prima tragedia è incentrata sulla figura di Francesco Bussone, conte di Carmagnola. Essa viene accolta positivamente dalla critica e il suo protagonista viene esaltato come esempio di generosità. La seconda tragedia racconta gli ultimi tre anni della dominazione longobarda in Italia. I protagonisti sono Adelchi, figlio di Desiderio e re dei Longobardi, e la sorella Ermengarda. Il padre desiderio è deciso a vendicare la figlia e non ascolta i prudenti consigli del figlio Adelchi che morirà invocando la pace. In entrambi i componimenti la funzione del coro è quella di dare spazio alla riflessione dell'autore sugli eventi rappresentati.

Gli ultimi anni[modifica | modifica sorgente]

Dopo il 1827 Manzoni sviluppa il distacco dalla poesia e dal romanzo storico. L'autore preferisce dedicarsi a studi filosofici e storici e lavora alla revisione linguistica dei "promessi sposi". Scrive alcuni saggi incentrati sulla lingua italiana. In tarda età continua a essere una figura importantissima dell'Italia, ammirato al punto che nel 1860 viene nominato senatore del Regno d'Italia. Si spegne nella sua città natale nel 1873.

Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]