Paolo di Tarso

Da Vikidia, l'enciclopedia libera dagli 8 ai 13 anni.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


bussola DisambiguazioneSe cercavi altri significati del termine, oppure cercavi un'altra persona, vedi la pagina San Paolo (disambigua)
Paolo di Tarso

Rublev Saint Paul.jpg
San Paolo

Nome
Cognome
Sesso
Luogo di nascita
Data di nascita
Luogo di morte
Data di morte
Attività
Paolo
di Tarso
M
Tarso
8
Roma
67
apostolo


Paolo di Tarso, noto anche come San Paolo Apostolo, (8-67) è stato un ebreo-romano Scrisse le Lettere Paoline nel Nuovo Testamento. Si ritiene che abbia scritto tredici libri della Bibbia.

Il nome di Paolo era originariamente Saulo. Nacque nell'odierna Turchia, crebbe imparando sia la legge ebraica che i modi greci di discutere le cose. Quando il movimento cristiano iniziò, dopo la morte di Gesù, lui era fortemente contrario. Lavorò per il governo romano e contribuì a guidare gli arresti e l'uccisione di molti cristiani in Israele e nelle zone vicine.

Mentre era sulla strada per Damasco in cerca di cristiani lì, ebbe una visione. Nella visione Gesù Cristo gli parlò, dicendo a Saulo che la sua persecuzione dei cristiani era una persecuzione di Gesù stesso, e che non piaceva a Dio. Saulo fu accecato dalla visione. Poco tempo dopo incontrò Anania, un discepolo di Gesù, e gli tornò la vista.

Saulo fu battezzato come cristiano. Passò i tre anni successivi a studiare di nuovo le scritture ebraiche per trovare spiegazioni agli insegnamenti cristiani. Il suo punto di vista cambiò completamente dalle sue esperienze. Cambiò il suo nome in Paolo e dedicò la sua vita a servire Gesù Cristo. Usò la sua precedente istruzione per spiegare la sua nuova fede ad altre persone, e discutere con persone che avevano altre credenze. Viaggiò per l'Impero Romano, insegnando agli altri il cristianesimo, e scrisse lettere avanti e indietro con le chiese che aveva aiutato a iniziare. Le lettere contengono molte parti importanti dell'insegnamento cristiano.

Paolo fu condannato a morte per ordine dell'imperatore Nerone a Roma, nel 67 Aveva i diritti di un cittadino romano, il che significava che poteva essere messo a morte tagliandogli la testa con una spada, piuttosto che con la crocifissione.