Mercurio (astronomia)

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Fotografia di Mercurio

Mercurio è il pianeta più vicino al Sole del sistema solare ed è il più piccolo degli otto pianeti.

Storia[modifica | modifica sorgente]

Conosciuto sin dal tempo dei Sumeri, il suo nome, tratto dalla mitologia romana, deriva da quello del messaggero degli dei, probabilmente a causa della sua rapidità di movimento nel cielo. I Romani, invece, lo consideravano come il dio del commercio e il protettore dei ladri tra gli Dei Consenti.

Caratteristiche[modifica | modifica sorgente]

Compie una rotazione attorno al Sole in 88 giorni e una rotazione su se stesso in 59 giorni. Non ha satelliti conosciuti. Non dispone di una vera atmosfera, e la temperatura varia molto dal giorno dove arriva fino a 427 °C alla notte dove scende fino a -180 °C. Ciò significa che un anno su Mercurio dura poco meno di tre mesi sulla Terra. Il suo raggio è circa un terzo di quello della Terra, ha un'atmosfera così rarefatta da potersi considerare inesistente. Questo fa sì che, come sulla Luna, siano assenti fenomeni atmosferici e ci siano fortissime variazioni di temperatura fra il giorno e la notte.

Osservazioni[modifica | modifica sorgente]

A causa della vicinanza al Sole, Mercurio può essere visibile con i telescopi raramente. Le prime osservazioni di cui si ha traccia sono quelle dei Babilonesi intorno al XIV secolo a.C. Le prime osservazioni scientifiche furono effettuate da Galileo Galilei. In tempi più recenti i russi effettuarono delle osservazioni radar nel 1962, e gli statunitensi nel 1965.

Esplorazione[modifica | modifica sorgente]

Mercurio, il 28 marzo 1974, ripreso dal Mariner 10

Mercurio è un pianeta difficile da esplorare a causa delle alte temperature dovute alla vicinanza con il Sole, e alla distanza dalla Terra. Ad oggi solo due sonde, entrambe della NASA, hanno raggiunto il pianeta. La prima sonda spaziale a esplorare Mercurio è stata la sonda statunitense Mariner 10 che nel 1974 ha effettuato fotografie di parte del pianeta. Nel 2004 la NASA ha mandato la sonda MESSENGER. È prevista una terza missione per il 2015 chiamata BepiColombo in collaborazione fra l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA).

Superficie[modifica | modifica sorgente]

Le strutture più diffuse sono i crateri da impatto, di ogni dimensione, alcuni dei quali accompagnati da una specie di aureola di raggi chiari, lunghi centinaia di chilometri. I crateri da impatto sono dovuti alla caduta di meteoriti, che raggiungono la superficie ad altissime velocità (anche a 150.000 km/h). Il corpo che precipita si disintegra e nell'aria di collisione si scava una depressione. Forse Mercurio non è un pianeta completamente "morto". La sua elevata densità media, simile a quella della Terra, indica che, sotto l'involucro esterno di rocce craterizzate, deve esserci un grosso nucleo di materiali ben più densi. Mercurio possiede anche un debole ma ben definito campo magnetico, dovuto a qualche residuo di attività interna in lento esaurimento.